INCUDINE (BS). Chiesa di San Maurizio, scultura di Ultima Cena, 1701

La chiesa ha sull’altare maggiore un’ancona con tabernacolo, sculture lignee del 1701 opera di Giovanni Battista Zotti.
Il tabernacolo ligneo, 210 x 170 x 80 cm, ha forma di tempietto a due ordini architettonici sovrapposti; l’opera è ciò che rimane dell’originario lavoro ligneo dopo l’incendio che colpì la chiesa verso la fine del Settecento: la parte inferiore perduta nell’evento, con la secreta e i gradini dei candelieri, fu successivamente ricostruita in marmo. L’ordine inferiore del tempietto consta di tre edicole suddivise da dodici colonnine con bella decorazione a traforo. Ogni colonna in origine era affiancata da due angioletti appoggiati su di un ricciolo (quattordici erano autentici, gli altri dieci vennero aggiunti durante il restauro del 1963); tutte queste sculture sono state rubate nel 1983. Nell’edicola posta a sinistra è Cristo portacroce, mentre quella a destra è oggi vuota (conteneva la figura di Cristo flagellato). Il primo ordine è concluso dal cornicione, ora privo di sculture: su di esso posavano, prima del furto, i quattro Evangelisti e due santi martiri.

Lo spazio centrale simula un padiglione ornato di tendaggi entro il quale è rappresentata l’Ultima Cena: attorno ad una tavola imbandita sono seduti Cristo e undici apostoli (il primo a destra è recente), atteggiati in pose realistiche.

 

La chiesa. Una cappella è attestata a partire dal secolo XI; l’edificio, distrutto da un’alluvione, fu ricostruito nel XIV secolo e nuovamente due secoli dopo, anche se nel 1563 i lavori non erano ancora finiti.
La prima pietra della nuova parrocchiale fu posta nel 1630; l’edificio venne ultimato nel 1667 e nel 1683 si provvide a terminare il portale d’ingresso.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300082188
https://chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/stampaapprofondimento.jsp?guest=true&sercd=58157

Localizzazione: INCUDINE (BS). Chiesa di San Maurizio
Autore: Giovanni Batista Zotti
Periodo artistico: 1701
Rilevatore: AC

SPAGNA – MADRID. Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Ultima Cena di Diego Velázquez, 1629

Olio su tela di 62 x 65 cm, datato al 1629, numero inventario 0631.
Opera del grande pittore spagnolo Diego Velázquez (1599–1660).

Il dipinto raffigura l’Ultima Cena. Gli Apostoli sono riuniti intorno a un tavolo rettangolare visto di scorcio, con espressioni e posture diverse. Cristo è a capotavola a sinistra. L’ambientazione è un interno scarsamente illuminato, con dettagli architettonici sullo sfondo. Un cane è visibile in primo piano al centro, e altre figure si trovano nella parte inferiore del dipinto. Lo stile è caratteristico dell’opera di Velázquez, con un’attenzione alla rappresentazione realistica e all’uso di luce e ombra.

L’opera è una copia in piccolo formato dell‘Ultima Cena di Jacopo Tintoretto, conservata nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia, vedi scheda: https://www.ultimacena.afom.it/venezia-scuola-grande-di-san-rocco-ultima-cena/

 

Immagine da Wikimedia

Localizzazione: SPAGNA - MADRID. Real Academia de Bellas Artes de San Fernando
Autore: Diego Velázquez
Periodo artistico: 1629
Rilevatore: AC

SIENA. Ex Convento di Santa Marta, Ultima Cena di G. Pacchiarotti, 1522

Il Convento, sito in Via San Marco 90, fu fondato nel 1328, soppresso nel 1810 in seguito ai decreti napoleonici, ristrutturato per ospitare un orfanotrofio che fu chiuso nel 1980. Nel 1983 il complesso divenne di proprietà del Comune di Siena e nel 1986 iniziarono i lavori di restauro. Ospita dal 2004, in alcune sale, la sede dell’Archivio Storico del Comune di Siena e dell’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea.

Nell’ex-refettorio dell’Orfanotrofio, divenuto sala di lettura dell’Archivio Storico, è stato rinvenuto nel 2004, un grande affresco raffigurante l’Ultima Cena o Cenacolo, del 1522, opera di di Giacomo Pacchiarotti, noto anche come Pacchiarotto (Siena, 1474 – 1539 o 1540).
L’impostazione, con gli Apostoli schierati dietro una tavola a forma di “U” e con Giuda sul davanti, risente delle iconografie quattrocentesche, soprattutto fiorentine.

 

Immagine da:
https://www.bibliotecasiena.it/archivio-storico-comune/

Link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_e_convento_di_Santa_Marta

Localizzazione: SIENA. Ex Convento di Santa Marta,
Autore: Giacomo Pacchiarotti
Periodo artistico: 1522
Rilevatore: AC

CANDIANA (PD). Duomo di San Michele arcangelo, con Ultima Cena

La storia del Duomo di San Michele è la storia di Candiana, giacché le prime informazioni archivistiche sul comune, coincidono con l’atto di fondazione del monastero cluniacense nel 1097. Il monastero diventa abbazia e passa ai Canonici Regolari di San Salvatore nel 1462; la fabbrica attuale è quella costruita fra il 1491 e il 1502 ed è attribuita a Lorenzo da Bologna. Il monastero viene, infine, soppresso nel 1783.
Il Duomo è anche conosciuto con l’appellativo di “Cattedrale di campagna” attribuitogli dall’allora cardinale Agostini, vescovo di Padova.

La facciata è una chiara citazione palladiana. In particolare, essa si presenta molto simile alla Chiesa delle Zitelle. La facciata pentapartita è percorsa da due ordini di lesene; il primo dorico ed il secondo corinzio. Notevole è la grande termale, che occupa tre sezioni del second’ordine della facciata. Ai lati sono delle nicchie che ospitano delle statue di grande pregio.
Il campanile è una struttura molto elaborata ed originale. La prima parte del corpo, è simile ai classici campanili veneziani in laterizio.

La chiesa è a navata unica con sei altari laterali. L’interno impressiona per l’impatto scenografico dei decori. La navata centrale è divisa da una balaustra, che separa una prima sezione decorata a stucchi, dalla seconda completamente affrescata: anche il soffitto ligneo è interamente dipinto, così come gli archi trionfali che separano la navata dalla crociera. Il presbiterio è esagonale, in posizione rialzata ed è delimitato da belle transenne.

Notevole è l’altare maggiore, sormontato da un elaborato baldacchino ligneo policromo di grandissimo pregio (1622). Le colonne rudentate corinzie, poste su grossi basamenti decorati, sorreggono un architrave completamente istoriato e decorato con ghirlande in altorilievo. Virtuosistico è il timpano che corona la struttura: è formato da un timpano circolare spezzato, che ingloba un timpano triangolare. All’interno di quest’ultimo è uno stemma gentilizio coronato da una mitria; mentre il vertice del frontone è decorato con una statua policroma del Redentore benedicente.
Meravigliosa opera di oreficeria è il tabernacolo a forma di tempio: entro una serliana, v’è una scena dell’Ultima Cena. Sopra è un tamburo esagonale, i cui lati sono decorati con miniature di nicchie e statue. Tutta l’opera è incredibilmente ricca di decori e fregi.
Alle spalle dell’altare è l’abside rettangolare. I lati sono aperti da finestre termali, mentre la parete di fondo è decorata con una tribuna rococò, dello stesso stile del baldacchino dell’altare maggiore. Al centro un’icona raffigura l’Assunta.
Un altare laterale presenta un dipinto con sant’Antonio abate in centro tra san Sebastiano e san Rocco.

Nell’abside è situato il suggestivo coro vecchio, anticamente utilizzato dai monaci per la preghiera ed i canti. Alle pareti sono allineati 62 stalli lignei stupendamente lavorati, databili alla fine del XV secolo.
Al centro del coro si trova l’organo. La sua attuale collocazione è datata 1930 per mano di Giovanni Pugina, organaro veneto, il quale smontò l’organo dall’artistica cassa armonica lignea, posta sopra la sacrestia e lo ricompose in una nuova cassa, creata appositamente dal falegname candianese Guido Scalabrin. Le origini dell’antico organo risalgono, però, al 1617, per opera del bresciano Costanzo Antegnati, importante organaro, organista e compositore: alla fine dell’Ottocento fu ulteriormente modificato e arricchito con nuovi registri e canne dal padovano Domenico Malvestio.

Fonte:
https://www.comune.candiana.pd.it/vivere-il-comune/territorio/duomo-di-san-michele/

Segnalazione:
Albertino Martignon – albertino.martignon@gmail.com

Rilevatore: Albertino Martignon

MONTEMERANO (GR), frazione Manciano, Chiesa di San Giorgio martire, stampa con Ultima Cena, XVIII secolo

Il catalogo dei Beni Culturali segnala che la chiesa conserva una copia della stampa raffigurante l’Ultima Cena, opera di Rosalba Maria Salvioni (notizie 1716-1736) disegnatore; Grandi Carlo (notizie 1729-1775) incisore; Passeri Giuseppe (1654/ 1714), inventore, carta, 30,6 x 20 cm, 1735 circa.
Gli Apostoli sono attorno a una tavola rettangolare mentre Gesù benedice il pane. Un paesaggio con una torre è sullo sfondo.

L’incisione originariamente fu realizzata per il Canone della Messa Pontificale /Missale Romanun, 1722, stampato dalla tipografia romana dei Salvioni.

Copie di questa stampa sono conservate ad Alessandria, Tuscania VT, Troia FG, Camerino MC, Macerata, Otranto LE, Trani BA , in collocazione ignota, e l’opera fu più volte ristampata nel XVIII secolo.

Immagine da:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900316501

Localizzazione: MONTEMERANO (GR), frazione Manciano, Chiesa di San Giorgio martire
Autore: Rosalba Maria Salvioni
Periodo artistico: XVIII secolo
Rilevatore: AC

FOSSOMBRONE (PU). Casa-museo e Quadreria Cesarini, rilievo di Ultima Cena, 1930-77

Rilievo in terracotta di 46 x 66 cm, opera dello scultore e ceramista Angelo Biancini (1911 – 1988) del periodo 1930-77.

Raffigura l’Ultima Cena con gli Apostoli intorno a una tavola rettangolare. Gesù al centro sta benedicendo il pane.

Grazie alla donazione del notaio Giuseppe Cesarini (1896-1977), che alla sua morte nominò erede il Comune di Fossombrone, fu aperta al pubblico la casa-museo con la quadreria.

Link e immagine:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1100132260

Localizzazione: FOSSOMBRONE (PU). Casa-museo e Quadreria Cesarini
Autore: Angelo Biancini
Periodo artistico: 1930-77
Rilevatore: AC

SIENA. Pinacoteca Nazionale, Ultima Cena di B. Poccetti, inizi XVII secolo e una anonima, XVII secolo

Scomparto di predella, tavola di 24 x 42 cm, inizi del XVII secolo, opera di Bernardino Barbatelli detto Bernardino Poccetti (1548 – 1612).

La dimensione verticale del dipinto affolla gli Apostoli ai lati della tavola dell’Ultima Cena.

 

Immagine da:
https://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/scheda/opera/37052/Barbatelli%20Bernardino%20%28Poccetti%29%2C%20Ultima%20Cena


Ultima Cena di Autore anonimo oppure di Ippolito Scarsella, del XVII secolo, olio su tela di 29 × 118,5 cm. Inventario 551.

La Cena ha formato orizzontale e impostazione tradizionale.

Immagine da:
https://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/scheda/opera/55612/Anonimo fiorentino sec. XVII%2C Ultima Cena

Localizzazione: SIENA. Pinacoteca Nazionale Poccetti, inizi XVII secolo
Autore: Bernardino Poccetti
Periodo artistico: inizi del XVII secolo
Rilevatore: AC

CHERASCO (CN). Chiesa di San Pietro, dipinto di Ultima Cena, XVIII secolo

L’antica chiesa conserva anche un dipinto a olio su tela di 320 x 285 cm che raffigura l‘Ultima Cena.
In un ambiente non più decifrabile, Gesù, in abito rosso con manto blu, seduto alla tavola (gialla e marrone) con gli Apostoli, offre un pezzo di pane a Giuda, in abito giallo e manto blu. La tela è inserita in una sottile cornice lignea dorata contornata, a sua volta, da stucchi coevi con bordi dorati.

La tela fu eseguita da Giovanni Taricco, parroco di S. Pietro fra il 1714 e il 1748 e nipote del pittore Sebastiano Taricco,  che imparò dallo zio la pittura e ne ripeté i tratti stilistici e iconografici.

L’opera riprende uno schema di adunanza attorno alla tavola assai frequente nella pittura locale. La tela fu restaurata dal pittore cheraschese Bartolomeo Bellisio nel 1884; il parroco Francesco Donato testimonia di un successivo intervento di restauro per opera di Luigi Morgari nel 1930.

 

 

Testo e immagine da:
https://catalogo.cultura.gov.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0100023983

https://www.beweb.chiesacattolica.it/bienes/obra/4387166/Taricco+G.+sec.+XVIII%2C+Ultima+cena

Info sulla Chiesa:
https://archeocarta.org/cherasco-cn-chiesa-di-san-pietro/

Localizzazione: CHERASCO (CN). Chiesa di San Pietro, d
Autore: Giovanni Taricco
Periodo artistico: prima metà XVIII secolo
Rilevatore: AC

VARALLO SESIA (Vc). L’Ultima Cena torna a Varallo dopo il restauro.

Dopo un accurato e complesso intervento di restauro, la grande tela raffigurante l’Ultima Cena della chiesa di Santa Maria delle Grazie è tornata finalmente a Varallo, pronta per essere ammirata dal pubblico.
Il restauro, condotto tra il 2024 e il 2025 al Centro conservazione e restauro “La Venaria Reale”, è stato promosso dalla Soprintendenza per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, con il contributo del Ministero della cultura e della Fondazione Cassa di risparmio di Vercelli.
L’opera, databile ai primi decenni del Seicento, era stata realizzata per il refettorio dell’antico convento francescano annesso alla chiesa, oggi abitato dalle Suore Missionarie dell’Eterno Sacerdote.
Di notevoli dimensioni, la tela era rimasta per lungo tempo conservata in un locale non accessibile ai fedeli, e dunque poco conosciuta anche al pubblico locale.

Ora, dopo l’intervento di restauro che ne ha restituito la luminosità e la complessità cromatica originarie, il dipinto ha ora una nuova collocazione permanente nella Pinacoteca di Varallo, all’interno delle sale di Palazzo dei Musei, grazie al deposito dell’opera da parte del Comune di Varallo, proprietario della chiesa.

Fonte: www.notiziaoggi.it 20 ottobre 2025

Localizzazione: Pinacoteca di Varallo
Periodo artistico: XVII sec.
Data ultima verifica: 21/10/2025
Rilevatore: Feliciano Della Mora

CREMONA. Museo Civico Ala Ponzone, Ultima Cena del 1530-35

Olio su tavola di 72 x 67 cm. Autore ignoto di scuola cremonese

Gli Apostoli sono intorno a una tavola rettangolare; si riconoscono s. Giovanni a fianco di Cristo e in primo piano al centro Giuda con il sacchetto dei denari.
Il dipinto è realizzato con toni densi ma smorzati sul fondo di un’architettura resa con vari toni di grigio.

 

 

Immagine e info da:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300077921

Localizzazione: CREMONA. Museo Civico Ala Ponzone
Autore: ignoto
Periodo artistico: 1530-35
Rilevatore: AC

NIMIS (UD). Chiesa di San Gervasio e San Protasio, con Ultima Cena

A Nimis erano presenti due borghi con due cente. Una intorno alla pieve dei Santi Gervasio e Protasio e l’altra a Borgo Centa.
Per quanto riguarda la prima, essa si era costituita ai piedi del colle dove sorgeva il castello. Non sono presenti evidenze materiali della struttura difensiva, al di fuori della posizione sopraelevata della chiesa e della presenza di un campanile a torre; tuttavia anche il toponimo Pecol (rialzo) di Cente sembra indicarne la presenza.

La pieve intitolata ai Santi Gervasio e Protasio è una delle chiese più antiche del Friuli.
Le ricerche archeologiche hanno permesso di rimettere in luce più fasi costruttive, la più antica delle quali è identificabile con una piccola basilica a pianta rettangolare (VI-VIII sec.) con presbiterio quadrangolare e preceduta da un nartece.
Nel corso del IX sec. venne aggiunta una torre.

Nel XII sec. ha assunto le dimensioni attuali mentre gli influssi gotici sono relativi ad una ricostruzione successiva al terremoto del 1348.
L’interno, suddiviso in tre navate, presenta nell’arco trionfale, su tre registri sovrapposti, gli affreschi più antichi, databili interno alla seconda metà del XIV sec. e raffiguranti un ciclo comprendente Annunciazione, Resurrezione, Visitazione, Madonna col Bambino e Santi.

Giovanni Battista Gori (1870 – 1941) affrescò i sottarchi della navata maggiore, (1897-98), nel 1900-02 realizzò sulla la volta delle due cappelle a fianco dell’abside, Quattro Dottori della Chiesa greca e Quattro Dottori della Chiesa latina, e gli ambienti che collegano l’abside alle cappelle laterali con Quattro profeti maggiori. Nel 1914, completò la decorazione della cappella dedicata a San Giovanni Battista con otto mezze figure di Santi e la Decollazione del Battista. In quella dedicata alla Vergine, dipinse invece quattordici mezze figure di Santi, la Disputa nel tempio e l’Annunciazione. Lavorò anche nelle pareti laterali del coro, raffigurando la Promessa dell’Eucarestia e l’Ultima Cena che completa il ciclo di affreschi.

 

Info:
normalmente la pieve è aperta; in caso fosse chiusa, rivolgersi alla casa di fronte.
SR 356 n. 31 – 33045 Nimis UD

Link:
https://parrocchiadinimis.it/san-gervasio-e-protasio

Localizzazione: Nimis (UD). . Chiesa di San Gervasio e San Protasio
Autore: Giovanni Battista Gori
Periodo artistico: inizi XX secolo
Data ultima verifica: 18/09/2025
Rilevatore: FDM

GEMONA DEL FRIULI (UD). Santuario di sant’Antonio di Padova, Museo Renato Raffaelli, con due Ultime Cene

Il Museo ospita la raccolta di opere non più utilizzate nelle liturgie e già esposte, prima del terremoto del 1976, nella Pinacoteca Antoniana.
Il Museo ospita anche opere dell’ex Convento di Sant’Anna di Capodistria, facente parte un tempo della Provincia Veneta dell’Ordine dei Frati Minori: risalgono ai secoli dal XV al XIX e sono esposte, ad oltre mezzo secolo dal loro ricupero, grazie ai buoni uffici ed ai restauri delle Soprintendenze di Mantova e di Trieste.
Il Museo – allestito su progetto dell’architetto Gianpaolo Della Marina – è dedicato al gemonese Renato Raffaelli, benefattore e sostenitore delle iniziative culturali del Convento francescano.

Contiene, fra l’altro:
Sala 2:
Ultima Cena di un manierista oltremontano della seconda metà del XVI sec.
Sala 3:
Una bella Ultima Cena (di anonimo pittore veneto di fine sec. XVI): dipinto ad olio su tela, proveniente dal Convento Francescano di sant’Anna di Capodistria.

Info:
Piazza sant’Antonio da Padova, 3 – Gemona del Friuli (Ud)
Orari: Mattino: Dalle 9.00 alle 12.00 – Pomeriggio: Dalle 15.00 alle 18.00
tel. 0432 981113.
Per visitatori con difficoltà deambulatorie è disponibile l’ascensore
https://www.santantoniogemona.it/storia/

Localizzazione: Gemona del Friuli (Ud)
Data ultima verifica: 14 settembre 2025
Rilevatore: FDM

ROMA. Basilica di S. Lorenzo in Damaso, dipinto di Ultima Cena di V. Berrettini, 1818

La basilica di San Lorenzo in Damaso è incorporata nel palazzo della Cancelleria, nella piazza omonima; l’ingresso principale della chiesa è inserito nell’area destra della facciata principale del palazzo.
La chiesa è nota sin dall’antichità, dal sinodo di papa Simmaco, (499) come “Titulus Damasi”. Secondo la tradizione, San Lorenzo in Damaso fu costruita per la prima volta da papa Damaso I nella sua casa verso il 380.

Donato Bramante alla fine del XV secolo, su ordine del cardinale Raffaele Riario, durante i lavori di restauro del contiguo palazzo della Cancelleria, la modificò sostanzialmente dandole una nuova forma interna. Nei primi anni del XIX secolo, sotto la dominazione francese, fu sconsacrata. Nel 1820, dietro indicazione di papa Pio VII, fu restaurata da Giuseppe Valadier, ricevendo l’assetto attuale. Un ulteriore restauro fu reso necessario dopo un incendio che danneggiò la basilica nel 1944.

La basilica conserva molte pregevoli opere.
All’ingresso, nel terminale sinistro, sorge la Cappella del Santissimo Sacramento, detta anche Cappella Ottoboni, ricostruita nel 1736 per il cardinale Pietro Ottoboni da Ludovico Rusconi Sassi e restaurata nel XIX secolo da Giuseppe Valadier, dove si conserva sull’altare una pala raffigurante l’Ultima Cena (1818), un grande olio su tela di 400 x 310 cm, di Vincenzo Berrettini ( 1774 – 1818).
Gli Apostoli sono seduti intorno a una tavola rotonda su cui sono piatti con cibi, pani, un bicchiere ecc., mentre Gesù benedice il pane. Sullo sfondo varie figure di servitori.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1200760555

Localizzazione: ROMA. Basilica di S. Lorenzo in Damaso
Autore: Vincenzo Berrettini
Periodo artistico: 1818
Rilevatore: AC

AMPEZZO (UD), fraz. Oltris. Chiesa della Santissima Trinità con dipinta una Ultima Cena

L’attuale chiesa settecentesca dedicata alla Santissima Trinità, fu preceduta da una antica chiesetta, filiale della matrice di Ampezzo, di origine quattrocentesca, se non trecentesca.
Lo schema doveva essere quello tradizionale con porticato d’ingresso e campaniletto a vela.
Nel 1766 la chiesetta fu allungata e restaurata, come si legge nella cornice della trifora lapidea, conservata attualmente in sacrestia.

All’interno, in controfacciata, si nota la grande Ultima cena assegnata a Francesco Pellizzotti (1740-1818) di Paularo.
La tela di fine Settecento e vicina ai modi del Grassi, di cui Pellizzotti fu allievo, segue i modelli rinascimentali veneti e si nota per il realismo con cui è dipinta la tavola imbandita, trovando confronti con numerosi quadri del Pellizzotti di analogo soggetto a Paularo e Tolmezzo.

 

Fonte: www.guidartefvg.it

Localizzazione: AMPEZZO (UD), fraz. Oltris. Chiesa della Santissima Trinità
Autore: Francesco Pelizzotti
Periodo artistico: fine XVIII secolo
Data ultima verifica: 09/09/2025
Rilevatore: Feliciano Della Mora

AREZZO. Chiesa di Sant’Agnese in Pescaiola, bassorilievo di Ultima Cena, XX secolo

Chiesa moderna sita in via dal Borro, da non confondere con l’omonima antica chiesa.

 

Il bassorilievo ligneo dell’Ultima Cena si trova sul basamento dell’altare maggiore ed è opera di Dario Tenti († 2005) ed Enio Lisi (1939 -2018).

Sulla tavola ovale un pesce, pani e coppe. Degli Apostoli si vedono i visi attorno alla tavola.

Link:
https://www.arezzonotizie.it/foto/attualita/la-chiesa-di-sant-agnese-in-pescaiola/

Localizzazione: AREZZO. Chiesa di Sant'Agnese in Pescaiol.
Autore: Dario Tenti ed Enio Lisi
Periodo artistico: XX secolo
Rilevatore: AC

CASTELBUONO (PA). Chiesa di S. Maria Assunta o chiesa Matrice vecchia, affresco di Ultima Cena / Cena in casa di Simone

Un’antica chiesa di Santa Maria è documentata fin dal XIII. Restaurata più volte nel corso della storia, dedicata all’Assunta, fu ampliata nel XVII secolo con la chiusura del portico laterale. Costruita sotto il dominio di Francesco II Ventimiglia presenta una architettura di gusto tardo romanico – gotico. Originariamente costruita a tre navate, fu modificata con l’aggiunta di una quarta navata nel XV secolo e, sul finire del secolo XVI, del porticato esterno. Il massiccio campanile romanico è decorato da una delicata bifora segnata da elementi goticheggianti.
La costruzione presenta un elemento inconsueto per una chiesa: la merlatura di tipo ghibellino perché la famiglia dei Ventimiglia, nella lotta tra Guelfi e Ghibellini, parteggiavano per questi ultimi.

Al suo interno diversi capolavori del Rinascimento siciliano: sull’altare maggiore troneggia un grandioso polittico, opera del 1520. Vi è anche un Ciborio di marmo opera di Mastro Giorgio da Milano del XVI secolo e due nicchie accolgono la statua di Santa Maria degli Angeli, 1520, di Antonello Gagini e la Madonna del Carmelo, 1500, di Bartolomeo Berrettaro.

 

La Cripta cinquecentesca, sottostante l’altare maggiore, conserva interessanti affreschi medioevali e rinascimentali che riproducono episodi della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo.
Tra gli affreschi, uno a destra della scala, raffigura un’Ultima Cena / Cena in casa di Simone con i 12 Apostoli attorno a una tavola ovale sulla quale sono l’agnello, pani e stoviglie. Sullo sfondo a destra vi è la figura di un servo, ma in primo piano quella di una Santa (con aureola) che sta ungendo i piedi del Cristo: quindi si tratta di una rarissima doppia iconografia: Ultima Cena e / Cena in casa di Simone (vedi scheda di Sulmona) quando Maria Maddalena unge i piedi di Cristo con un prezioso profumo, come narrato in Luca 7:36-50.

 

Link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Maria_Santissima_Assunta_(Castelbuono)

Localizzazione: CASTELBUONO (PA). Chiesa di S. Maria Assunta o chiesa Matrice vecchia
Autore: ignoto
Rilevatore: AC

BIENNO (BS9, Borgo di Prestine. Chiesa parrocchiale di Sant’Apollonio vescovo, con Ultima Cena di P. Gritti, 1672

Prestine è un municipio del comune di Bienno che, fino al 2016, era comune autonomo e, per preservare la sua identità storica, ha assunto il titolo di “Borgo di Prestine” con una propria personalità giuridica.

 

La chiesa, ricostruita in seguito ad un’alluvione del torrente Grigna nel 1634, è collocata nel centro del Borgo; ampliata poi nel 1938, è ricca di affreschi, recenti, ma di pregevole fattura.

 

Significativa  è la presenza di una pala, olio su tela, di Pompeo Ghitti (Marone BS, 1631 – 1703), realizzata del 1672, ritraente l‘Ultima Cena.
Disposta in verticale, mostra gli Apostoli che si affollano attorno alla tavola. A sinistra  è riconoscibile Giuda che guarda lo spettatore e tiene in mano il sacchetto delle monete. Sullo sfondo sono massicce colonne e, a destra, due figure di  servitori o astanti o committenti; invece in primo piano a sinistra vi è un giovanissimo servo.

 

 

Link:
https://www.bienno.info/it/punti-di-interesse/chiesa-parrocchiale-di-san-apollonio

Localizzazione: BIENNO (BS9, Borgo di Prestine. Chiesa parrocchiale di Sant'Apollonio vescovo
Autore: Pompeo Gritti
Periodo artistico: 1672
Rilevatore: AC

BELLUNO, frazione Cusighe. Chiesa parrocchiale di Sant’Aronne con Ultima Cena di P. Bordon, 1520 circa

La chiesa attuale è frutto del rifacimento dell’edificio, esistente già nel 1366, condotto tra il 1584 e il 1608; la consacrazione avvenne nel 1514. La chiesa fu elevata al rango di parrocchiale nel 1834 e fu oggetto di un restauro nel 2003.

Conserva un affresco raffigurante l’Ultima Cena, opera giovanile dell’artista trevigiano Paris Bordon o Bordone (1500 -1571), che la dipinse circa nel 1520, a meno di 25 anni dalla celeberrima pittura leonardiana.

La scena si svolge all’interno di una grande sala dominata da un tavolo coperto da una candida tovaglia. Al di sopra vi è una cornice con puttini ed un grazioso paesaggio con un castello.
Gli Apostoli sono seduti dietro e ai lati corti di una tavola rettangolare. Si riconosce Giuda, isolato sul davanti della tavola, mentre nasconde dietro la schiena la mano sinistra con il sacchetto contenente i trenta denari del tradimento.

 

 

Immagini da Wikimedia e da:
https://www.newsinquota.it/lultima-cena-nel-bellunese-a-vallada-e-cusighe-due-opere-dautore/

Localizzazione: BELLUNO, frazione Cusighe. Chiesa parrocchiale di Sant'Aronne
Autore: Paris Bordon
Periodo artistico: 1520 circa
Rilevatore: AC

PINETO (TE). Collocazione ignota, dipinto di Ultima Cena, XVII secolo

Il comune ebbe nome di Villa Filiani fino al 1924.

Il Catalogo dei Beni Culturali indica a Pineto, ma senza specificare in quale chiesa, è conservato un dipinto seicentesco a olio su tela, di 319 x 212 cm, in cattivo stato di conservazione, raffigurante l’Ultima Cena.

Gli Apostoli, dalle figure molto movimentate, con Gesù al centro, sono seduti attorno a una tavola ovale.
Opera di ignoto artista di ambito dell’Italia centrale.

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1300087717

Localizzazione: PINETO (TE). Collocazione ignota
Autore: ignoto
Periodo artistico: XVII secolo
Rilevatore: AC

USA – BALTIMORA. Walters Art Museum, miniatura di Ultima Cena, 1450 circa

Miniatura dal Libro d’ore, fl 41 v . N° registrazione 40038. N° inventario W.246.
“Collezione di manoscritti medievali di John Plummer, Walters Art Museum.
Manoscritti medievali e rinascimentali, III (1997), pp. 163-169 cat. 236”.

Datato a circa il 1450 e proveniente da Bruges.

Raffigura lUltima Cena con gli Apostoli attorno
a una tavola rotonda; Giovanni si appoggia a Cristo che sta benedicendo il pane e il calice. In primo piano, in piedi con in mano la borsa dei soldi, è Giuda in abito viola e mantello verde.

Link:
https://ima.princeton.edu/digital-image-collections/view/40038

Localizzazione: USA - BALTIMORA. Walters Art Museum
Periodo artistico: 1450
Rilevatore: AC

BIBBIENA (AR), frazione Soci. Chiesa nuova di San Niccolò, affresco di Ultima Cena di Silvano Lazzeri, 2002

La nuova chiesa, che ha mantenuto il titolo di quella antica, fu edificata tra il 1928 e il 1951.

 

Ultima Cena o “Istituzione dell’Eucarestia fu eseguita nel 2002 con la tecnica dell’affresco dietro l’altare maggiore e ha una superfice di 25 metri quadrati. Opera di Silvano Lazzeri (Poppi, AR, 1946 -).
Undici Apostoli sono dietro la tavola rettangolare sulla quale sono alcune stoviglie; a sinistra Giuda, con abito giallo, sta uscendo dalla sala.

 

 

Link:
https://www.ilbelcasentino.it/bibbiena-seq.php?idimg=7583

Localizzazione: BIBBIENA (AR), frazione Soci. Chiesa nuova di San Niccolò
Autore: Silvano Lazzeri
Periodo artistico: 2002
Rilevatore: AC

PRATOVECCHIO STIA (AR). Collocazione ignota, dipinto di Ultima Cena, XVII secolo

Il Catalogo dei Beni Culturali segnala a Pratovecchio, ma senza specificare la precisa collocazione, un dipinto a olio su tela di 86 x 145 cm. Raffigura l’Ultima Cena di impostazione tradizionale con gli Apostoli seduti dietro e ai due lati corti della tavola rettangolare.

Dal Catalogo dei Beni Culturali: «Il dipinto, opera mediocre di un ignoto pittore toscano, sembra attribuibile al XVII secolo per i forti effetti chiaroscurali che fanno risaltare il piano della mensa sulla quale è stata descritta una veristica apparecchiatura. L’opera sembra derivare da immagini devozionali già ampiamente diffuse a partire dal XVI secolo attraverso le stampe e le incisioni popolari (Pittura votiva e stampe popolari, Electa, Milano, 1987, p. 195, tav. 73). La cornice di probabile produzione napoletana è più o meno contemporanea alla tela (C. Grimm, The book of pictures frames, New York, 1981, p. 123)».

Link:
https://catalogo.cultura.gov.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900264046

Localizzazione: PRATOVECCHIO Stia (AR). Collocazione ignota
Autore: ignoto
Periodo artistico: XVII secolo
Rilevatore: AC

PRATOVECCHIO STIA (AR). Pieve di Santa Maria Assunta, scultura romanica di Ultima Cena

Nel 2014 i comuni di Stia e Pratovecchio si sono fusi a formare il nuovo comune “Pratovecchio Stia”.
La chiesa, ricordata già nel 1017 in un documento che menziona la Plebe S. Marie sito Stagia, che leggende popolari attribuiscono all’iniziativa della duchessa Matilde di Toscana. L’attuale pieve fu riedificata sopra a quella primitiva intorno al 1150 dai Conti Guidi che nei pressi vi fecero costruire il loro sepolcreti.
Negli anni settanta del XVIII secolo la chiesa subì profonde modificazioni: all’interno fu distrutta l’antica abside, che fu sostituita nel 1772 da una cappella a pianta quadrata voltata, preceduta da una balaustrata realizzata nel 1773 da Sebastiano Giovannozzi da Settignano. La copertura a capriata fu sostituita con volte affrescate e nelle navate laterali furono collocati altari tardo barocchi.
Tra il 1970 e il 1974 furono effettuati lavori di restauro che riportarono, per quanto possibile, l’edificio alle originarie forme romaniche, con i bei capitelli scolpiti. La facciata e l’abside sono rimaste quelle tardo settecentesche.

La Pieve conserva una scultura romanica in alabastro che raffigura l’Ultima Cena con Gesù al centro della tavola su cui non c’è nulla, in piedi mentre tiene nelle mani il pane e il calice.
Gli Apostoli, sei per lato, sono seduti dietro la tavola.

 

 

Link:
https://it.w ikipedia.org/w iki/Pieve_di_Santa_Maria_Assunta_(Stia)

Localizzazione: PRATOVECCHIO STIA (AR). Pieve di Santa Maria Assunta
Rilevatore: AC

PRATA SANNITA (CE). Convento di San Francesco, affresco di Ultima Cena, XVIII secolo

Il complesso monastico risale al 1480; la chiesa fu modificata nel Settecento.
Il convento è gestito dai monaci dell’Ordine dei Servi di Maria che lo ereditarono dai Francescani nel 1909, ma dal 2015 è chiuso per mancanza di monaci.

 

Sulla parete di fondo del refettorio del convento si è conservato un affresco del Sei-Settecento a forma di lunetta che misura 550 x 220 cm, opera di scuola napoletana, forse quella di Francesco Solimena detto Abate Ciccio (1657 -1747).

Raffigura l’Ultima Cena con gli Apostoli attorno alla tavola rettangolare: riconoscibili san Giovanni accanto a Cristo e Giuda, a destra in primo piano. Due figure di servitori sono ai lati.

 

L’affresco necessita di urgenti restauri. Vedi
https://www.corrierece.it/notizie-cronaca/2010/06/16/prata-sannita-laffresco-de-lultima-cena.html

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1500208626

https://www.comune.pratasannita.ce.it/vivere_il_comune/luoghi/luogo_8.html

Localizzazione: PRATA SANNITA (CE). Convento di San Francesco
Autore: scuola del Solimena
Periodo artistico: XVIII secolo
Rilevatore: AC

LECCE. Monastero delle Benedettine di San Giovanni evangelista, Ultima Cena, XVII secolo

Nel monastero che risale ai secoli XI-XII, si conserva un dipinto a olio su tela di Ultima Cena, di autore ignoto.
La cornice lignea, coeva al dipinto, di semplice modanatura presenta ai quattro angoli intagli con fogliame applicati e dorati anch’essi come le aste.

La Cena si svolge al chiuso e la tavola è ripresa in prospettiva dal lato stretto, Gesù è sulla sinistra, alle spalle quattro grandi finestre; Giovanni alla sua destra è addormentato sul tavolo. In primo piano a sinistra è Giuda che tiene in mano la borsa con i denari.
La tavola è imbandita con l’agnello, pani, un’ampolla di vino. Tutti gli altri discepoli parlano tra loro e osservano Gesù in piedi benedicente.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600309881

Info Monastero:
https://www.benedettinelecce.it/

Localizzazione: LECCE. Monastero delle Benedettine di San Giovanni evangelista
Periodo artistico: XVII secolo
Rilevatore: AC

CAPRACOTTA (IS). Chiesa Madre parrocchiale di S. Maria Assunta, Ultima Cena, XVIII secolo

La Chiesa di Santa Maria in Cielo Assunta si trova sulla parte più alta del paese, nel rione Terra Vecchia, e fu sede della collegiata. È citata per la prima volta in un documento del 1326 sotto il titolo di “Sancte Marie de Capracocta”. Agli inizi del Settecento fu ampliata e completamente ristrutturata.

 

Conserva nella parete posteriore del coro un dipinto settecentesco raffigurante l’Ultima Cena opera, dal Catalogo dei Beni Culturali: «di discreto interesse artistico, accurato nel panneggio, nella ricerca d’espressione e nei particolari; è riferibile ad un buon pittore di scuola napoletana».
Una tradizione locale attribuisce il dipinto al pittore Francesco Solimena (1657 – 1747), ma senza riscontri.

Il dipinto presenta  la figura di Cristo al centro, attorniato dai dodici Apostoli.
A sinistra un libro aperto su un leggio e in primo piano a sinistra la figura di un servitore curvo con due brocche in mano. Tale figura di servo è analoga ad quelle che compaiono in centinaia di altre raffigurazioni di Ultima Cena, vedasi in questo sito.
Sullo sfondo vi sono basi di colonne.

 

Nel paliotto di un altare secondario vi è un rilievo con Ultima Cena.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1400016499

https://www.amicidicapracotta.com/2025/04/17/lultima-cena-della-chiesa-madre-di-capracotta-2/?fbclid=IwY2xjawLbclVleHRuA2FlbQIxMQABHnq%E2%80%A6

Info sulla Chiesa:
https://it.wikipedia.org/wiki/Capracotta

Localizzazione: CAPRACOTTA (IS). Chiesa Madre parrocchiale di S. Maria Assunta
Periodo artistico: XVIII secolo
Rilevatore: AC

ANGHIARI (AR). Chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, Ultima Cena di G.A. Sogliani, 1531

La chiesa, nota anche come “Prepositura”, fu edificata nel XVIII secolo e conserva importanti opere del Cinquecento.

 

Di Giovanni Antonio Sogliani (1492 – 1544) sono  i dipinti raffiguranti l‘Ultima Cena e la Lavanda dei piedi.
La Cena del 1531 si trova nel transetto sinistro; è un olio su tavola di grandi dimensioni (730 x 192 cm), che fu commissionato al pittore dai fratelli della compagnia di S. Maria della Misericordia, detta la compagnia Nera. Eseguita a Firenze l’opera fu poi portata nella Chiesa della Misericordia di Anghiari, da dove fu tolta dal Granduca Pietro Leopoldo, che donatala al comune, la depositò nella Propositura dove tuttora si trova. La Cena è entro una cornice lignea (1531-3) di Giovanni di Berto Alberti.

Sono raffigurasti undici Apostoli seduti dietro una tavola rettangolare, sul davanti Giuda, che guarda verso lo spettatore.

 

 

Immagine da Wikimedia

Link:
https://www.beweb.chiesacattolica.it/benistorici/bene/7044309/Sogliani+Giovanni+Antonio+-+Vasari+Giorgio+%281531-1533%29%2C+Ultima+cena

https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900092405

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_delle_Grazie_(Anghiari)

Localizzazione: ANGHIARI (AR). Chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie 1531
Autore: G.A. Sogliani
Periodo artistico: 1531
Rilevatore: AC

ASSISI (PG), frazione Santa Maria degli Angeli. Convento della Porziuncola, affresco di Ultima Cena

La Porziuncola è una piccola chiesa situata all’interno della basilica francescana di Santa Maria degli Angeli; l’annesso convento ha un refettorio grande e uno piccolo: in quest’ultimo, oggi adibito a sala convegni, vi è sulla parete di fondo un affresco raffigurante l’Ultima Cena, probabilmente di Antonio Cercignani detto il Pomarancio (1560 – 1620).

A forma di lunetta, oltre agli Apostoli intorno alla tavola, sullo sfondo e ai lati compaiono altri personaggi e servitori.

Link:
https://www.facebook.com/fratiminoriassisi/posts/iniziata-nellantico-refettorietto-del-convento-della-porziuncola-la-consegna-del/3737909846243807/

Localizzazione: ASSISI (PG), frazione Santa Maria degli Angeli. Convento della Porziuncola
Rilevatore: AC

MANDURIA (BA). Collocazione ignota, Ultima Cena, 1750-99

Il Catalogo dei Beni Culturali segnala a Manduria un dipinto di Ultima Cena, ma non ne indica la collocazione.

Olio su tela di 200 x 130 cm, centinato, opera di ignoto artista di ambito pugliese, della seconda metà del Settecento. Il dipinto non è in buone condizioni.

Cristo sta benedicendo il pane, davanti a lui sulla tavola l’agnello.
A sinistra Giuda con il sacchetto delle monete.

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600194193

Localizzazione: MANDURIA (BA). Collocazione ignota
Autore: ignoto
Periodo artistico: seconda metà XVIII secolo
Rilevatore: AC

ASSISI (PG). Convento di San Bernardino dell’Eremo delle Carceri, affresco di Ultima Cena

L’Eremo delle Carceri è un antico luogo francescano sul monte Subasio a circa 4 km da Assisi e a 791 m di altezza, nel cuore di un bosco di lecci secolari, custodito dai Frati Minori della Provincia Serafica di San Francesco d’Assisi.
“Carcere” qui non significa “prigione”, ma proviene dal latino carcer, che significa luogo appartato, solitario, adatto alla vita di preghiera; infatti venivano in questo luogo per periodi di preghiera, san Francesco e i suoi compagni che risiedevano nelle grotte; in seguito i frati stavano nel Convento che fu edificato nel XV secolo sotto la guida di san Bernardino, insieme alla chiesa.

 

Nel refettorio del Convento si conserva un affresco che raffigura, come era tradizione, l’Ultima Cena, purtroppo tagliato nella parte sinistra.
Gli Apostoli sono dietro la tavola rettangolare, tranne Giuda, sul davanti a destra.
A destra in basso è la data MDXCI(?). L’ultima cifra è poco visibile, probabilmente indica il 1591.

 

 

Link:
https://www.santuarioeremodellecarceri.org/

https://www.inassisi.com/eremo_carceri_it.html

Localizzazione: ASSISI (PG). Convento di San Bernardino dell'Eremo delle Carceri
Autore: ignoto
Periodo artistico: 1591?
Rilevatore: AC

TARANTO. Collocazione ignota, tre dipinti di Ultima Cena, XVII secolo

Il Catalogo dei Beni Culturali segnala a Taranto tre dipinti di Ultima Cena, ma non ne indica la collocazione.

Olio su tela di 100 x 143 cm, databile al 1690-1724 di ignoto pittore di ambito pugliese.
La Cena raffigura gli Apostoli, che mostrano una gestualità dinamica, intorno a una tavola rettangolare.

Link e immagine:
https://catalogo.cultura.gov.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600115519


Un’altra Ultima Cena, olio su tela di 101 x 127, datata 1600-1649, di ignoto pittore di ambito pugliese, manca della fotografia.

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600194135


Un’altra Ultima Cena, olio su tela di 210 x 140, datato 1657, commissionato dall’arcivescovo Caracciolo,di ignoto artista di ambito meridionale, manca della fotografia.

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600193778

Localizzazione: Taranto. Localizzazione ignota
Rilevatore: AC

MANDURIA (BA). Chiesa Madre o Collegiata della Santissima Trinità, Ultima Cena, prima metà XVIII secolo

La Chiesa conserva un olio su tela centinata di 500 x 342 cm che raffigura l’Ultima Cena, e riprende in parte l’omonimo dipinto ad Assisi, vedi scheda, di Francesco Solimena detto Abate Ciccio (1657 – 1747).
L’attribuzione al Solimena del dipinto a Manduria è incerta.
Un’iscrizione cita il committente Pietro Tarantini.
Databile alla prima metà del Settecento.

La Chiesa è di origine romanica, rifatta all’interno in forme ogivali durante il XVI secolo. Edificata su una cripta ipogea bizantina, presenta una facciata tripartita con coronamento ad archi inflessi nella parte centrale. È ornata da una grande rosa e da tre bei portali rinascimentali.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600192662

Localizzazione: MANDURIA (BA). Chiesa Madre o Collegiata della Santissima Trinità
Autore: attribuzione incerta al Solimena
Periodo artistico: prima metà XVIII secolo
Rilevatore: AC

ASSISI (PC). Sacro Convento di S. Francesco, due “Ultima Cena” di D. Doni, 1537 e F. Solimena, 1717

Del pittore assisano Dono Doni i (1500 circa – 1575) è la realizzazione per il refettorio “d’inverno” dell’Ultima Cena datata 1573. Oggi la sala è l’aula “Dono Doni” dell’Istituto Teologico di Assisi.
La Cena è di impostazione tradizionale con undici Apostoli schierati dietro una tavola rettangolare, sul davanti, isolato, Giuda con la borsa delle monete del tradimento.


Tra il 1745 e il 1748 fu restaurato il refettorio “grande” su progetto dell’architetto Giovanni Fontana e le capriate in legno furono sostituite da una volta a botte con delle lunette. Sulla parete ad ovest fu posto il dipinto a olio su tela raffigurante l’Ultima Cena di Francesco Solimena detto Abate Ciccio (1657 -1747), datata 1717 e commissionata dal ministro generale Andrea Borghesi.
La Cena raffigura Cristo e gli Apostoli seduti a una tavola, coperta da una tovaglia drappeggiata su cui sono cibi e stoviglie, appoggiata su una scala a due gradini. Intorno a loro anfore, un cane, figure di servitori e un putto alato tra le nuvole. Sullo sfondo sono archi, colonne scanalate ed edifici di una città.

 

Link:
https://www.sanfrancescoassisi.org/html/ita/shownews.php?idNews=431&zone=WEBSFBasilica

https://it.wikipedia.org/wiki/Sacro_Convento

Localizzazione: ASSISI (PC). Sacro Convento
Autore: Dono Doni / Francesco Solimena
Periodo artistico: 1573 / 1717
Rilevatore: AC

BRINDISI. Cattedrale di San Giovanni Battista, Ultima Cena di D. O. Bianchi, 1715

Nella Cappella del SS. Sacramento vi è un’Ultima Cena del pittore Diego Oronzo Bianchi (Manduria 1683 – 1767).
Gli Apostoli siedono attorno a una tavola rotonda su cui sono l’agnello e pani.

 

Info sulla Cattedrale:
https://www.cattedralebrindisi.it/public/sezione.asp?s=1

Localizzazione: BRINDISI. Cattedrale di San Giovanni Battista
Autore: Diego Oronzo Bianchi
Periodo artistico: 1715
Rilevatore: AC

MANDURIA (BA). Convento di San Francesco, Ultima Cena di D. O. Bianchi, 1715

Nell’ex refettorio del Convento, fondato nel 1474 e ampliato nei secoli XVI e XVII, vi è un dipinto raffigurante l’Ultima Cena, opera del 1715 firmata dal noto pittore locale (1683 – 1767).
Il dipinto lunettato misura 159 x 65 x 28 cm.
Restaurato nel 2024.

La Cena mostra dieci Apostoli dietro una tavola rettangolare e due sul lato anteriore.
Sulla tovaglia sono l’agnello, pani e stoviglie.

 

Link:
https://www.rtmweb.it/manduria-presentato-il-restauro-eseguito-sul-dipinto-ultima-cena-collocato-nellex-refettorio-del-convento-di-san-francesco/

https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600193014

https://www.ofmle.it/project/manduria-convento-san-francesco/

Localizzazione: MANDURIA (BA). Convento di San Francesco
Autore: Diego Oronzo Bianchi
Periodo artistico: 1715
Rilevatore: AC

BARI, quartiere Palese. La processione dei “Misteri”, con il gruppo scultoreo dell’Ultima Cena, 1958

Il Venerdì Santo, a Palese si svolge la processione dei “Misteri”, che si snoda per le vie del “quartiere”. I “Misteri” sono statue in gesso o cartapesta che rappresentano alcuni momenti della Passione e Morte di Nostro Signore.
Alcune di esse risalgono all’inizio del Novecento.

I “Misteri” appartengono a diverse famiglie palesine che li custodiscono e provvedono anche a portare a spalla durante la processione.

Sono in totale 21 e apre il corteo l’Ultima Cena, gruppo di Gesù con i 12 Apostoli, realizzato nel 1958 in cartapesta, legno e terracotta da Salvatore Bruno di Bari.

Link:
https://lamiasettimanasanta4a19.blogspot.com/2010/11/blog-post_4636.html

https://lamiasettimanasanta4a19.blogspot.com/2010/11/1-l-ultima-cena.html

Autore: Salvatore Bruno
Periodo artistico: 1958
Rilevatore: AC

VALENZANO (BA). La processione dei 50 “Misteri”, con il gruppo scultoreo dell’Ultima Cena, 1970

La Processione dei “Misteri” del Venerdì Santo, è testimoniata sin dal 1675.
I “Sacri Misteri” sono 50 gruppi statuari raffiguranti scene della Passione di Cristo che, ad eccezione delle statue di Gesù Morto e dell’Addolorata, di proprietà ecclesiastica, appartengono a privati che li custodiscono nelle loro abitazioni e ne curano l’addobbo per il corteo penitenziale.

I Misteri, sono stati realizzati dai più importanti Maestri della cartapesta leccese e barese e alcuni risalgono tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento.

Invece è recente il gruppo dell’Ultima Cena, costruito a Bari dal maestro Salvatore Bruno nel 1970 e restaurato nel 2002, conservato presso l’abitazione dell’attuale proprietario.

Le statue raffigurano Gesù, al centro della tavola e i dodici Apostoli: Pietro e Giovanni rispettivamente a destra e sinistra del Signore, poi Andrea, Filippo, Tommaso, Bartolomeo, Giacomo il Minore, Giacomo il Maggiore, Matteo Levi, Giuda Taddeo, Simone lo Zelota e, ultimo in fondo a destra, Giuda Iscariota, che guarda da tutt’altra parte, con in mano il sacchetto dei trenta denari.
Sulla tavola vi sono pagnotte di pane, un calice in terracotta, brocche e gli altri utensili che donano un aspetto verosimile a tutto il sacro gruppo.

 

Link:
https://www.baritoday.it/social/processione-cinquanta-misteri-venerdi-santo-valenzano.html

https://lamiasettimanasanta4a8.blogspot.com/2010/05/2-l-ultima-cena.html

Autore: Salvatore Bruno
Periodo artistico: 1970
Rilevatore: AC

ANGHIARI (AR). Collocazione ignota, Ultima Cena incompleta e divisa in 4 parti, XVII secolo

Questo dipinto risale alla prima metà del Seicento ed è un olio su tela diviso in 4 quadri che misurano 102/1/4 x 145 cm.
Fanno parte di una serie con episodi della Passione.
Mancano due Apostoli.

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900435246
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900435247
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900435248
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900435250

Localizzazione: ANGHIARI (AR). Collocazione ignota
Periodo artistico: XVII secolo
Rilevatore: AC

TRICASE (LE). Chiesa parrocchiale della Natività della B. Vergine Maria, dipinto di Ultima Cena di R. Buttazzo, 1992-5

La prima chiesa parrocchiale di Tricase risale al XIV-XV secolo. Fu danneggiata dai Turchi nel 1480, dai soldati del conte di Lecce nel 1495 e dai Veneziani nel 1528. Cadde per vetustà e ne venne costruita un’altra nel 1581. Fu riedificata a partire dal 1736 e terminata nel 1781.
La chiesa ospita molte importanti opere d’arte.

 

In controfacciata campeggia il grande dipinto su tela, di 32 mq, raffigurante l’Ultima Cena / Cenacolo, commissionato nel 1992 al pittore Roberto Buttazzo (Lequile, 1945 -) per la riapertura al pubblico della chiesa nel 1995, in seguito ai lavori di restauro.
La Cena, che presenta alcuni Apostoli in piedi accanto alla tavola, è affollata da servitori e altre figure. Lo sfondo è un porticato con colonne che si apre all’esterno.

 

 

Link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_della_Nativit%C3%A0_della_Beata_Vergine_Maria_(Tricase)

https://www.robertobuttazzo.net/

Localizzazione: TRICASE (LE). Chiesa parrocchiale della Natività della B. Vergine Maria
Autore: Roberto Buttazzo
Periodo artistico: 1992-5
Rilevatore: AC

TRICASE (LE). Chiesa di San Domenico, scultura di Ultima Cena, XVIII secolo

La Chiesa, annessa al convento dei Domenicani, fu fondata nel XV secolo; l’edificio attuale fu edificato tra il 1679 e il 1704, su un preesistente impianto devastato più volte dai Turchi tra XV e XVI secolo.

 

In un altare barocco del Settecento, posto sul lato destro, scolpito in pietra, sopra la mensa è raffigurata l’Ultima Cena che misura 53 x 86.

Opera di ignoto scultore di ambito salentino.
I dodici Apostoli sono raffigurati sul quattro lati dei una tavola rettangolare sulla quale sono abbozzati cibi e stoviglie.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600204550-2

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Domenico_(Tricase)

Localizzazione: TRICASE (LE). Chiesa di San Domenico
Autore: ignoto
Periodo artistico: XVIII secolo
Rilevatore: AC

TRICASE (LE). Chiesa parrocchiale di Sant’Andrea con dipinto di Ultima Cena

La chiesa è la parrocchiale di Caprarica del Capo, rione di Tricase, e fu costruita tra il 1792 e il 1795 e aperta al culto nel 1814.
Solo molto più tardi, nel 1952, fu eretta la torre campanaria, sul lato sinistro dell’edificio.
Un recente ciclo di restauri conservativi è stato realizzato tra gli anni 2011 e 2013.

 

Uno degli altari laterali conserva una tela che raffigura l’Ultima Cena, di impostazione tradizionale.

 

Chi avesse notizie su autore e data di esecuzione del dipinto, per favore le comunichi alla mail:  info@afom.it.
Grazie

 

 

 

Link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Sant%27Andrea_Apostolo_(Tricase)

Localizzazione: TRICASE (LE). Chiesa parrocchiale di Sant'Andrea
Rilevatore: AC

CASAMASSIMA (BA). Collocazione ignota, due dipinti di Ultima Cena, XVII e XIX secolo

Il Catalogo dei Beni Culturali segnala a Casamassima, ma senza indicare le chiese in cui si trovano, due dipinti di Ultima Cena.

Olio su tela di 210 x 168 cm, del 1824, firmato e datato da Saverio Calò (1744 (?) – 1833 o 1844), come l’iscrizione in basso a destra: “SAVERIO CALO’ / DI MOLFETTA PINSE”.
Il dipinto mostra gli Apostoli attorno alla tavola mentre Gesù benedice il pane. Riconoscibili Giovanni, accanto a Cristo, e Giuda, a destra di spalle, che tiene il sacchetto delle monete.
Sullo sfondo un’architettura con colonne e, a sinistra, un servitore.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600115729

 


Olio su tela di 162 x 350 cm, risalente al XVII secolo, opera di ignoto artista di ambito pugliese.
Raffigura l’Ultima Cena in cui gli Apostoli sono seduti dietro una tavola rettangolare su cui sono l’agnello e dei pani.

Link:
https://catalogo.cultura.gov.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600006427

Localizzazione: CASAMASSIMA (BA). Collocazione ignota
Rilevatore: AC

MONTE SANT’ANGELO (FG). Museo Etnografico Tancredi – ex convento di S. Francesco, affresco di Ultima Cena, 1717

Il Museo, allestito nell’antico Convento francescano del XIV secolo, conserva il titolo della prima raccolta museale che fu presentata nel 1925 dallo studioso Giovanni Tancredi.

Nell’antico Convento, ora Sala Carlini del Museo, rimane un affresco a forma di lunetta raffigurante l’Ultima Cena, di 256 x 525 cm.

Al di sotto un’iscrizione in latino a lettere capitali con la data: “SILENTIUM/ 1717”.


Intorno allo stemma del Francescani la scritta: “DES(…)A (.. ) OMINI (…)ALTAVIT ME (..) [DOMI] NI FECIT VIRTUTEM”.

 

 

 

 

Gli Apostoli sono raffigurati dietro una tavola rettangolare su cui sono l’agnello, fiori, frutti, stoviglie.

 

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600037429

Info sul Museo:
https://www.montesantangelo.it/it/vivere/703280

Localizzazione: MONTE SANT'ANGELO (FG). Museo Etnografico Tancredi – ex convento di S. Francesco
Autore: ignoto, produzione pugliese
Periodo artistico: 1717
Rilevatore: AC

ALTAMURA (BA). Cattedrale di S. Maria Assunta, scultura del portale con Ultima Cena, XIV secolo

La Cattedrale fu eletta per volere dell’imperatore Federico II tra il 1232 ed il 1254 come primo e più antico monumento cittadino, di stile gotico con influssi arabo-normanni. Gran parte della chiesa originaria crollò nel terremoto del 1316 e fu ricostruita sotto il regno di Roberto d’Angiò. La torre dell’orologio fu aggiunta nel 1858.

La facciata conserva un capolavoro di scultura pugliese del Trecento: il portale, racchiuso all’interno di un protiro sporgente sostenuto da due colonne appoggiate su due leoni (del 1533), e terminante in un timpano, al centro del quale si trovano due stemmi, quello degli Angiò di Napoli e quello dei principi di Taranto e signori di Altamura, che permettono di datare l’opera al 1356-74.

Il portale, molto ricco di decorazioni e sculture, raffigura, nella lunetta, la Vergine in trono con Bambino e due angeli; nell’architrave vi è l’Ultima Cena; negli archi sono scolpite 22 scene evangeliche della vita di Gesù, da leggere in senso antiorario, dall‘Annunciazione alla Pentecoste.

L’Ultima Cena presenta Cristo posto sul lato sinistro della tavola mentre riceve il bacio di Giuda, iconografia molto rara.

Sulla tavola vi sono pani, pesci e stoviglie

 

Link:
https://www.comune.altamura.ba.it/index.php/it/vivere/750366

https://it.wikipedia.org/wiki/Cattedrale_di_Santa_Maria_Assunta_(Altamura)

Localizzazione: ALTAMURA (BA). Cattedrale di S. Maria Assunta
Autore: ignoto
Periodo artistico: XIV secolo
Rilevatore: AC

LATERZA (TA). Chiesa matrice di San Lorenzo, dipinto di Ultima Cena di A. Giannico, 1751

Nella navata di sinistra si trova l’antica cappella del battistero: sulla parete di fondo vi è la tela di S. Michele Arcangelo (riproduzione di Guido Reni), mentre sulle pareti laterali, a sinistra “Ultima Cena” e a destra “Natività”.

L’olio su tela, di 200 x 104 cm, raffigurante l’Ultima Cena, è opera firmata da Andrea Giannico (Laterza, notizie da metà XVIII secolo) del 1751, copia dell’opera omonima di Francesco De Mura del 1750 e conservata a Capua vedi scheda.

La mensa è posta tra un tripudio di angeli in alto e, in basso, servitori, un cane e stoviglie.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600005302

Info sulla chiesa:
https://www.sanlorenzomartire.com/la-nostra-chiesa-madre-2/

Localizzazione: LATERZA (TA). Chiesa matrice di San Lorenzo
Autore: Andrea Giannico
Periodo artistico: 1751
Rilevatore: AC

MOLFETTA (BA). Museo Diocesano, dipinto di Ultima Cena di J. Quercia, 1764

A Museo è stato recentemente donato un olio su tela che raffigura l’Ultima Cena, datato al 1764 e firmato dall’artista di origini terlizzesi(?) Joachim Quercia, attivo nel XVIII secolo.

La donatrice Annamaria Chiapparino, che ha omaggiato in questo modo la memoria del padre Angelo e del fratello Giuseppe, è restauratrice e provvederà al necessario restauro dell’opera.

La tela donata rappresenta il Cristo e i dodici Apostoli seduti intorno alla mensa; alcuni di essi sono riconoscibili: san Pietro alla destra di Cristo; san Giovanni addormentato accanto al Maestro; Giuda, unico dal lato opposto del tavolo con lo sguardo rivolto altrove, ha il sacco dei trenta denari. Un servo é di spalle in primo piano.

Link:
https://www.museodiocesanomolfetta.it/home

https://ilfattodimolfetta.it/2023/04/06/lultima-cena-di-joachin-quercia-nella-collezione-del-museo-diocesano-di-molfetta/

Localizzazione: MOLFETTA (BA). Museo Diocesano, dipinto di Ultima Cena di J. Quercia, 1764
Autore: Joachim Quercia
Periodo artistico: 1764
Rilevatore: AC

ANDRIA (BT). Museo Diocesano “San Riccardo”, dipinto di Ultima Cena, XVIII secolo

Il Museo Diocesano fu istituito il 20 Maggio 1972.

Il dipinto proviene dalla Cappella del SS. Sacramento della Cattedrale (la quarta a destra); è un olio su tela di 134 x 180 cm. Opera di anonimo del Settecento.

Raffigura l’Ultima Cena. Su uno sfondo architettonico dato da una serie di arcate in fuga prospettica è raffigurata la mensa a forma di ferro di cavallo lungo la quale sono disposti gli Apostoli con la figura centrale di Gesù Cristo che rivolge la sua attenzione a Giovanni con la testa appoggiata sul tavolo.
Giuda, in primo piano a destra, è raffigurato di spalle ed è riconoscibile per la borsa dei denari del tradimento.
La mensa, caratterizzata da un’estrema semplicità, presenta una tovaglia bianca, pochi piatti e pezzi di pane, due coltelli e l’agnello.

 

Link:
http://www.museodiocesanoandria.it/index.php/it/le-opere/85-dal-cinquecento-all-eta-barocca/27-dipinto-ultima-cena

Localizzazione: ANDRIA (BT). Museo Diocesano “San Riccardo” - via De Anellis n. 48, angolo piazza Toniolo 5, 6, 7, 8
Autore: ignoto
Periodo artistico: XVIII secolo
Rilevatore: AC

VALTOURNENCHE (AO). Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio abate, affresco di Ultima Cena di E. Mazzini, metà XX secolo

L’edificio attuale è frutto del rifacimento del 1854. Gli interni furono rifatti e abbelliti a più riprese nel corso del XIX secolo.

Tutte le pitture murali sono di Ettore Mazzini (1891 – 1960), realizzate a metà del Novecento.
Sulla parete sinistra del presbiterio un’Ultima Cena di impostazione tradizionale con gli Apostoli attorno a una tavola rettangolare.

 

 

Link:
https://www.lovevda.it/it/banca-dati/8/chiese-e-santuari/valtournenche/chiesa-parrocchiale-di-sant-antonio-abate/1015

https://www.youtube.com/watch?v=Hy8bK3XdYPE&ab_channel=CervinoSkiParadise

Localizzazione: VALTOURNENCHE (AO). Chiesa parrocchiale di Sant'Antonio abate
Autore: Ettore Mazzini
Periodo artistico: metà XX secolo
Rilevatore: AC

MARENO DI PIAVE (TV). Chiesa arcipretale dei SS. Pietro e Paolo, due “Ultima Cena”, XIV-XV e XVII secolo

La chiesa attuale è del XVIII secolo e sorge nel sito ove nel XIV si trovava la chiesetta di San Pietro in Bosco, com’è confermato dagli affreschi superstiti, risalenti ai secoli XIV e XV, raffiguranti: l’Ultima Cena, L’arresto, il Buon Ladrone, la Crocifissione e la Nostra Signora con Gesù e Santa Anna.

Sulla parete sinistra, affresco con Ultima Cena, purtroppo tagliata e molto frammentaria; infatti rimangono solo due figure complete di Apostoli.
Da notare sulla tavola imbandita molti gamberi rossi. (Fotografia in alto.)

 


Nel braccio sinistro del transetto, vi è l’Ultima Cena del pittore lucchese Pietro Paolini (1603 – 1681). Insieme alla tela nel braccio destro (Annunciazione di Annibale Nicolai, 1660), fu donata alla Parrocchia da Giacomo Paoletti nel 1939.

Il dipinto a olio su tela a forma di lunetta della Cena presenta gli Apostoli in pose dinamiche intorno a una tavola rettangolare.
Giuda, col sacchetto delle monete, è riconoscibile in primo piano a sinistra.

 

 

Link:
http://www.parrocchiamareno.it/par_mareno.asp
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_dei_Santi_Pietro_e_Paolo_(Mareno_di_Piave)

Immagini:
In alto: foto di Amar da https://maps.app.goo.gl/5Mum8BVFX9xHQkyy8

Ultima Cena di Paolini da: https://www.qdpconoscere.it/comuni/mareno-di-piave/tra-gli-affreschi-riscoperti-della-chiesa-parrocchiale-di-mareno-di-piave-citata-per-la-prima-volta-nel-1208/

Foto edificio chiesa da Wikipedia

Localizzazione: MARENO DI PIAVE (TV). Chiesa arcipretale dei SS. Pietro e Paolo,
Autore: ignoto // Pietro Paolini
Periodo artistico: XIV-XV // XVII secolo
Rilevatore: AC

FERMO. Collocazioni ignote, due “Ultima Cena” di N. Monti, XVIII secolo e L. Fontana XIX

Il Catalogo dei beni culturali segnala Fermo, ma senza dare la collocazione esatta due dipinti di Ultima Cena.

Il grande dipinto a olio su tela centinata, di 560 x 290 cm, è opera di Nicola Antonio Monti (Ascoli Piceno 1736 – 1795) della seconda metà del XVIII secolo.
Gli Apostoli sono intorno alla tavola al cui centro è Cristo. In alto un tripudio di angeli e putti svolazzanti.

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1100028907


Un olio su tela di 192 x 147 cm, opera di Luigi Fontana (1827 – 1908) che raffigura l’Ultima Cena o meglio la Comunione degli Apostoli, con Gesù che porge il pane a un Apostolo inginocchiato. Sullo sfondo un’architettura con colonne.
Dipinto identico a quello conservato a Grottazzolina vedi scheda.

 

 

 

Link:
https://catalogo.cultura.gov.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1100250179

Localizzazione: FERMO. Collocazioni ignote
Autore: Nicola Antonio Monti // Luigi Fontana
Periodo artistico: seconda metà del XVIII secolo // 1884
Rilevatore: AC

GROTTAZZOLINA (AP). Chiesa del SS. Sacramento e Rosario, Ultima Cena/Comunione degli Apostoli di L. Fontana, 1884

La Chiesa, eretta nel 1768, fu decorata internamente da Luigi Fontana (1827 – 1908)

L’affresco del 1884, al centro della conca absidale, raffigura l’Ultima Cena o meglio la Comunione degli Apostoli, con Gesù che porge il pane a un Apostolo inginocchiato. Sullo sfondo un’architettura con colonne.
Dipinto identico a quello conservato a Fermo.

 

Link:
https://catalogo.cultura.gov.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1100250179

https://www.comune.grottazzolina.fm.it/it/vivere/chiesa-del-s-s-sacramento-e-rosario-1768

Localizzazione: GROTTAZZOLINA (AP). Chiesa del SS. Sacramento e Rosario
Autore: Luigi Fontana
Periodo artistico: 1884
Rilevatore: AC

MONTERUBBIANO (FM). Chiesa dei SS. Giovanni battista ed evangelista, affresco di Ultima Cena, XV secolo

La chiesa è oggi costituita da un’unica navata, ma gli archi a tutto sesto, che si scorgono sul lato destro della stessa, nascondono la seconda navata chiusa nel 1700.
Quell’attuale è, in ogni caso, la forma originale della chiesa, poiché la seconda navata fu aggiunta solo tra il 1364 e il 1462, periodo in cui risalgono anche gli affreschi che essa contiene.

L’Ultima Cena del XIV – XV secolo fu dipinta nella parte inferiore dell’abside, sotto il Cristo in maestà, collocazione inconsueta. L’affresco absidale misura 250 x 400 x 230 ( profondità) cm.
Gli Apostoli tengono in mano bicchieri, coltelli, pani … Cristo è raffigurato al centro.
Il dipinto è parzialmente nascosto dal successivo altare maggiore.

 

Immagini degli affreschi in:
https://www.youtube.com/watch?v=ux9U0lTRY0Y&ab_channel=LuigiManfredi

Link:
https://comune.monterubbiano.fm.it/luoghi/2139494/chiesa-ss-giovanni-battista-ed-evangelista

https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1100106301

 


Il Catalogo dei Beni Culturali segnala a Monterubbiano, ma senza indicare la collocazione esatta, un dipinto a olio su tela di 250 x 220 cm, opera di Antonio Levante (notizie prima metà XX secolo) realizzato nel 1900-10 che raffigura una tradizionale Ultima Cena.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1100106189

Localizzazione: MONTERUBBIANO (FM). Chiesa dei SS. Giovanni battista ed evangelista
Autore: ignoto
Periodo artistico: XV secolo
Rilevatore: AC

VENEZIA. Chiesa di San Giovanni elemosinario, “Lavanda dei piedi e Ultima cena” di A. Vassillacchi, 1590-5 circa

La prima chiesa, precedente il 1071, bruciò nel 1514 e fu ricostruita nel 1531. Conserva ancora il campanile originario del Trecento.

Sulla parete sinistra del presbiterio della chiesa vi è un grande dipinto a olio, di 430 x 580 cm, di solito conosciuto come “Lavanda dei piedi”, episodio raffigurato a sinistra, mentre a destra vi è il tavolo dell’Ultima Cena con attorno alcuni Apostoli; quindi si può considerare una doppia raffigurazione dei due episodi avvenuti la sera del Giovedì Santo.

Commissionato nel 1591, può essere datato tra 1590 e 1595.
Il dipinto è opera del pittore greco, che lavorò soprattutto a Venezia e nel Veneto, Antonio Vassillacchi detto Aliense (Milo, 1556/1557 – Venezia, 1629).
In una elaborata scenografia, i corpi di Apostoli e servitori sono in pose concitate e artificiose.

 

 

Link:
https://www.beweb.chiesacattolica.it/benistorici/bene/1280325/Vassillacchi+A.+detto+L%27Aliense+sec.+XVI%2C+Dipinto+con+La+Lavanda+dei%E2%80%A6

Info sulla chiesa:
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Giovanni_Elemosinario

Bibliografia:
Bordignon Paolo, Antonio Vassilacchi, detto l’Aliense – Biografia e catalogo delle opere, Tesi di laurea magistrale in Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici, Università Ca’ Foscari, Venezia, AA. 2015-16, rif. pp. 114-5

Localizzazione: VENEZIA. Chiesa di San Giovanni elemosinario - Rialto - Sestiere di San Polo
Autore: Antonio Vassillacchi
Periodo artistico: 1590-95
Rilevatore: Ac

CHIOGGIA (VE). Sala Consiliare, dipinto di Ultima Cena di A. Vassillacchi, 1594-5

Il dipinto proviene dalla chiesa di Santa Croce in Cividale di Belluno, entrato nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia, è conservato nella sala consiliare del Municipio di Chioggia.

Olio su tela di 231 x 412 cm, opera del pittore greco, che operò soprattutto a Venezia e nel Veneto, Antonio Vassillacchi detto Aliense (Milo, 1556/1557 – Venezia, 1629). Il termine ante quem della datazione viene fornito dal Ridolfi, poiché narra che l’Ultima Cena venne lodata dal vecchio Tintoretto, che morì nel 1594.

La Cena, con il tavolo in prospettiva, e gli Apostoli raffigurati in pose dinamiche, è inserita in una complessa architettura con una scala a sinistra con due servitori sopra e uno sotto, un altro fa capolino da una tenda sullo sfondo.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0500581189

https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Municipale_(Chioggia)

Bibliografia:
Bordignon Paolo, Antonio Vassilacchi, detto l’Aliense – Biografia e catalogo delle opere, Tesi di laurea magistrale in Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici, Università Ca’ Foscari, Venezia, AA. 2015-16

Localizzazione: CHIOGGIA (VE). Sala Consiliare
Autore: Antonio Vassillacchi
Periodo artistico: 1595
Rilevatore: AC

MACERATA. Chiesa di San Giuliano con dipinto di Ultima Cena di F. Bellini, 1602

Noto fin dal X secolo, è stato la cattedrale della diocesi di Macerata fino al 6 febbraio 2023.

 

Nella sagrestia è conservato un olio su tela di 170 x 252 cm, opera del 1602 circa di Filippo Bellini (Urbino, 1550 c.a – Macerata, 1604)

La tavola rettangolare è dipinta di scorcio a destra, in primo piano vari servitori adulti e bambini.

 

 

Link:
https://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/scheda/opera/33689/Bellini Filippo%2C Ultima Cena

https://www.beweb.chiesacattolica.it/benistorici/bene/4679675/Bellini+F.+inizio+sec.+XVII%2C+Ultima+cena

https://it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Macerata

Localizzazione: MACERATA. Chiesa di San Giuliano
Autore: Filippo Bellini
Periodo artistico: 1602 circa
Rilevatore: AC

MONTE GRIMANO TERME (PU). Chiesa parrocchiale di San Silvestro con Ultima Cena

Nell’antica piazza dove si trova la Torre Civica, sorge la Chiesa parrocchiale della fine del Settecento, di stile neoclassico. Al suo interno sono custodite otto tele di autori ed epoche diverse.

 

Degno di nota il dipinto a olio su tela centinato di 275 x 182 cm, copia identica di quello eseguito da Federico Barocci per la cappella del SS.mo Sacramento del Duomo di Urbino nel 1590-99,  vedi scheda.

«Si tratta di una buona copia, vicinissima nel tempo all’originale. La data sul retro, 1605, non è stata da letta direttamente, ma è stata riferita oralmente dal parroco. Il dipinto, in origine forse rettangolare, presenta un’aggiunta nella tela in alto, dovuta certamente ad un adattamento successivo del quadro ad uno spazio diverso, sorte questa condivisa con vari altri dipinti della chiesa.

All’interno di una grande sala è collocata orizzontalmente una tavola con tovaglia. Al centro, frontale, siede il Cristo in atto di benedire il pane e il vino; nelle due ali della tavola, sei da un lato e sei dall’altro, siedono i dodici Apostoli. In primo piano sono raffigurati adulti e bambini impegnati nei servizi vari di raccolta e pulizia delle stoviglie. In alto si librano quattro angeli. Dalle due porte che si aprono nella parete di fondo si affacciano persone provenienti dall’ambiente retrostante. La tela è definita da sottile cornice.» (1)

(1) https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1100230425

Link:
https://www.e-borghi.com/cosa-vedere/monte-grimano-terme-chiesa-di-san-silvestro/

Localizzazione: MONTE GRIMANO TERME (PU). Chiesa parrocchiale di San Silvestro
Autore: ignoto
Periodo artistico: 1605
Rilevatore: AC

OVARO (Ud), fraz. Luincis. Chiesa di sant’Elena imperatrice, con un’Ultima Cena.

Viene indicata la data del 1322 come primo dato certo dell’esistenza di una chiesa dedicata alla “Santa Croce”, della quale successivamente è modificata l’intestazione in “Sant’Elena imperatrice”.

Nel corso del Settecento la chiesa viene ampliata; il coro dell’originario edificio, in asse con la nuova costruzione, rimane come sacrestia.
La chiesa fu consacrata nel 1827 dal vescovo Emanuele Lodi.
1962 – 1963 (restauro intero bene) Il restauro ha valorizzato l’antica abside che contiene affreschi del Cinquecento, fra cui una “Ultima Cena“; è stata costruita una nuova sacrestia.
1984 – 1986 (restauro intero bene) A seguito del terremoto del 1976, l’edificio è stato ripristinato, ampliato e rinforzato mediante adeguamento antisismico su progetto dell’ing. Carlo Alberto Bonesi di Tolmezzo.

Edificio ad aula, orientato, su sedime a livello di campagna. Presbiterio di volume inferiore e di pari altezza, la cui parete di fondo è stata aperta in asse con il coro pentagonale dell’edificio originario, voltato a vela con costoloni ed affrescato; finestra a oculo centrale.
L’interno è ritmato in tre partizioni parietali da paraste doriche con alto cornicione modanato a correre, interrotto nella parete di fondo del presbiterio.
Due gli altari laterali entro scarselle ad arcosanto a tutto sesto. Soffitto a vele con dipinto centrale entro cornice in stucco. Il presbiterio prospetta con arcosanto a tutto sesto; cupolino ad oculo con dipinti.
Manto di copertura in embrici alla carnica.
Il prospetto principale presenta il portale in pietra modanata con sovrastante mensola aggettante, una finestra centrale rettangolare e soprastante apertura ad arco a tutto sesto.

Fonte: https://chieseitaliane.chiesacattolica.it/

 

Data ultima verifica: 16/06/2025
Rilevatore: Feliciano Della Mora

PISA. Museo Nazionale di San Matteo, Croce della chiesa del Santo Sepolcro (n° 15) con Ultima Cena, 1150-1200 circa

Tavola lignea dipinta a tempera e con dorature, che misura 282 x 236 cm.
Sul tabellone e sulle terminazioni dei bracci della croce sono raffigurati i principali momenti della storia della Passione: laterale sinistro: Ultima Cena; laterale destro: Lavanda dei Piedi. Tabellone: I scena sinistra: Cristo deriso; I scena destra: Crocefissione; II scena sinistra: Le pie donne al Sepolcro; II scena destra: Cena in Emmaus; III scena sinistra: Apparizione agli Apostoli; III scena destra: Cena con gli Apostoli; piedicroce: Pentecoste; cimasa: Ascensione.

L’Ultima Cena sul laterale sinistro raffigura, con l’iconografia tipica dell’epoca, Cristo a capotavola a sinistra che porge il boccone a Giuda, posto sul davanti della tavola, mentre dietro di essa sono gli altri undici.

 

 

La scena laterale in basso a sinistra è una rarissima raffigurazione della Cena in cui Cristo risorto appare agli undici Apostoli nel Cenacolo e mangia con loro. cfr. Vangelo di Giovanni 20,19-31. Sulla tavola ci sono pani e pesci.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900405623

https://it.wikipedia.org/wiki/Croce_della_chiesa_del_Santo_Sepolcro

Localizzazione: PISA. Museo Nazionale di San Matteo
Periodo artistico: 1150-1200 circa
Rilevatore: AC

PIAZZA AL SERCHIO (LU). Localizzazione ignota, dipinto di Ultima cena, 1700-10

Il Catalogo dei Beni Culturali segnala nella città, ma senza indicare la localizzazione precisa, un dipinto a olio su tela, databile al 1700-1710, di ignoto artista di ambito emiliano, raffigurante l’Ultima Cena.

Gli Apostoli sono seduti intorno a una tavola rettangolare su cui sono l’agnello, un calice, dei pani. A destra in primo piano, Giuda guarda lo spettatore.

 

Chi avesse notizia della localizzazione del dipinto, per favore la comunichi alla mail: info@afom.it.  Grazie

 

Link:
https://catalogo.cultura.gov.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900213213

Localizzazione: PIAZZA AL SERCHIO (LU). Localizzazione ignota
Periodo artistico: 1700-10
Rilevatore: AC

VARESE LIGURE (SP). Oratorio dei SS. Antonio abate e Rocco, dipinto di Ultima Cena, 1575-610

Edificato nel XVII secolo, in stile barocco, è ancor oggi sede della Confraternita omonima e fondata nel 1451. Ha la facciata a capanna decorata da paraste e con una cornice che separa la parte inferiore col portale da una finestra semicircolare. Nel timpano una apertura quadrata. L’impianto barocco è ben visibile soprattutto all’interno.

Conserva interessanti arredi e opere d’arte.

Sopra il portone di entrata, in controfacciata, un’Ultima Cena databile al 1575-1610, dal Catalogo dei Beni culturali: «…. molto vicina nello stile dell’anonimo maestro autore della pala d’altare pur non essendo della stessa mano. Il rimando è ai modi tardo cambianeschi tradotti in stile moderno da B. Castello e L. Tavarone e la tela può pertanto datarsi in un ambito cronologico tardo cinquecentesco, comunque non oltre il primo quarto del 1600 (cfr. La pittura a Genova e in Liguria, Genova 1987, I, pp. 255-80)».

 

Rileviamo che nella scheda del Catalogo Beni Culturali (notizia  riportata erroneamente  anche da alcuni siti) tale Ultima Cena è avvicinata a quella “del Correggio”: invece iconograficamente è diversissima da quella non del Correggio – che non esiste – ma del Bonsignori, che è copia del Cenacolo leonardesco.
Antonio Allegri detto il Correggio (1489 – 1534), non dipinse mai un’Ultima Cena, ideò solo la cornice architettonica entro cui Girolamo Bonsignori (Verona, 1472 – Mantova, 1529), tra il 1510 e il 1514, influenzato da Leonardo da Vinci, ne copiò su tela il Cenacolo per il refettorio dell’abbazia di San Benedetto in Polirone a San Benedetto Po (Mantova). Oggi il dipinto, dopo alterne vicende e un contenzioso giudiziario, si trova a Badia Polesine,  vedi scheda.

 

Link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Oratorio_dei_Santi_Antonio_e_Rocco

https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0700041446 (Ultima Cena)
Questa scheda del Catalogo Beni Culturali inoltre fa confusione con la scheda n° 0700041444.

Localizzazione: VARESE LIGURE (SP). Oratorio dei SS. Antonio abate e Rocco
Autore: ignoto
Periodo artistico: 1575-610
Rilevatore: AC

EMPOLI (FI). Museo della Collegiata, predella del “Tabernacolo del Sacramento”, con Ultima Cena di F. Botticini, 1484-91

Il Museo conserva un’altra Ultima Cena oltre a quella di P. Gerini vedi scheda.

La predella appartiene al grande (400 x 360 cm) “Tabernacolo del Sacramento”, struttura lignea tripartita con predelle alla base scandite da elementi angolari con scudo recante croce sul Golgota, corpo centrale aggettante centinato inquadrato da colonne tortili con elementi fitomorfi e scomparti laterali profilati da candelabre a fondo scuro; cornicione a girali recanti calice eucaristico alternato a croce sul Golgota, timpano centrale a sesto acuto con raggiera dorata nel sottarco.

Dipinte a tempera, le varie tavole sono datate al 1484-91 e sono attribuite al fiorentino Francesco Botticini (1446 – 1497). Il Tabernacolo proviene dalla Collegiata di S. Andrea e fu commissionato il 13 maggio del 1483 dalla Compagnia di Sant’Andrea a Francesco Botticini, ma fu consegnato e installato solo il 1 giugno 1491.
Il tabernacolo fu rimosso nel 1623 in vista dell’ammodernamento dell’altare maggiore; nel 1819 era collocato nel Battistero; in seguito entrò a far parte del primo nucleo della Pinacoteca.

La nicchia centrale, inquadrata da due colonnine tortili su cui si imposta un’alta arcata, presenta un vano in cui doveva trovar posto il ciborio, perduto; ai lati sono effigiati, entro finte nicchie, le figure di sant’Andrea e san Giovanni battista.
La predella presenta nello scomparto di sinistra il Martirio di Sant’Andrea; in quello di destra il Martirio di s. Giovanni.

Lo scomparto centrale della predella, di 26 x 87 cm, presenta tre scene separate da lesene a candelabre: a sinistra la Cattura di Gesù circondato da soldati mentre Pietro taglia l’orecchio a Malco; al centro l’Ultima Cena; a destra l’Orazione nell’orto con tre apostoli addormentati in primo piano.

L’Ultima Cena presenta una tavola a “U”, coperta da tovaglia con bordo decorato, ai cui lati esterni sono seduti gli Apostoli; al centro Gesù solleva il calice. Giuda è sulla parte opposta del tavolo.

 

 

Link:
https://www.empolimusei.it/artwork/tabernacolo-del-sacramento/

Altre immagini in:
https://www.beweb.chiesacattolica.it/benistorici/bene/6857606/Bottega+toscana+ultimo+quarto+sec.+XV%2C+Tabernacolo+del+Sacramento

Localizzazione: EMPOLI (FI). Museo della Collegiata, di Sant'Andrea
Autore: Francesco Botticini
Periodo artistico: 1484-91
Rilevatore: AC

RIPARBELLA (Pi). Chiesa di San Giovanni Evangelista, con affresco raffigurante l’Ultima Cena.

Il paese di Riparbella sorge a destra del fiume Cecina, sulle pendici meridionali del Poggio di Nocola, sviluppandosi sul crinale di un dorso collinare. La chiesa di San Giovanni Evangelista, costruita nel centro storico del paese nato intorno al castello di origine medioevale, si trova su un terreno lievemente degradante verso ovest, e si affaccia su via XX settembre.
Libero da costruzioni sul fianco destro e sul retro, l’edificio risulta adiacente alla canonica sul fianco sinistro. Una grande scalinata domina il fronte principale e fa da collegamento tra la chiesa e la via pubblica, senza la mediazione di un sagrato.
Sul lato sinistro, si erge il campanile, diviso dalla chiesa dal corpo di fabbrica della canonica.
L’interno si presenta a navata unica con presbiterio rialzato di due gradoni rispetto al resto dell’aula, concluso da abside semicircolare dipinto.
A metà della parete sinistra della navata si apre una porta che conduce in sacrestia e, da qui, alla canonica, mentre sulla parete opposta si apre un accesso secondario alla chiesa.
L’aula è dotata di una copertura costituita da capriate, terzere e travicelli in legno, mezzane in cotto e manto di copertura in coppi ed embrici.
Calotta absidale intonacata e tinteggiata, affrescata nel 1995 da Stefano Ghezzani con l’immagine di Cristo in Gloria e scene dell’Ultima Cena.
Lungo le pareti laterali si dispongono quattro altari: i due più vicini alla controfacciata, di struttura ottocentesca ma rimaneggiati nel XX secolo, sono costituiti da una mensa in marmo bianco sorretta da due colonnini, con gradini e tabernacolo intronizzato, e da un dossale in muratura dipinta, parzialmente dorata. L’altare destro, dedicato a San Giovanni Evangelista, ospita al centro del dossale una moderna statua raffigurante il santo, mentre quello sinistro accoglie la statua della Madonna del Carmelo e, sotto la mensa, quella del Cristo morto.
Gli altari più vicini al presbiterio presentano una struttura in muratura dipinta con mensa sorretta da mensole a voluta e dossale rettangolare, delimitato da semicolonne a sostegno di una trabeazione ornata da cornice a ovuli. Al centro dei due dossali campeggiano, a sinistra, il dipinto seicentesco della Madonna Assunta tra San Francesco d’Assisi, San Paolo, San Carlo Borromeo e San Sebastiano e, a destra, quello settecentesco raffigurante Sant’Antonio abate.
La parete destra della navata è dotata di due finestre a monofora, ornate da moderne vetrate policrome raffiguranti i santi Francesco d’Assisi e Giovanni Bosco. L’area presbiteriale è introdotta da un ampio arco trionfale che reca, sul lato destro, un tabernacolo a parete in marmi policromi proveniente dall’Altar maggiore preconciliare. Quest’ultimo, rimosso negli anni Settanta, è stato sostituito dalla nuova mensa in marmo bianco, rivolta verso il popolo secondo i dettami del Concilio Vaticano II.

Fonte: www.chieseitaliane.chiesacattolica.it

Segnalazione: Albertino Martignon – albertino.martignon@gmail.com

Localizzazione: Riparbella (Pi)
Autore: Stefano Ghezzani
Periodo artistico: 1995
Data ultima verifica: 07/06/2025
Rilevatore: DMF

RITTANA (CN). Santuario parrocchia dei Santi Giovanni Battista e Mauro con Ultima Cena

L’antico priorato di San Mauro, dipendente da San Teofredo di Le Puy dal 1100 circa, diventò un santuario meta di pellegrinaggi non solo dalla valle Stura ma dalle valli vicine e da pellegrini in transito.
Nel secolo XIV venne unita con la cura pastorale nella chiesa di San Giovanni Battista, che era adiacente al santuario di San Mauro.
Nel Settecento le due chiese furono ricostruite nell’unica attuale sede parrocchiale e poi ornate da uno dei primi anelli di portici devozionali.

 

Conserva, sulla parete sinistra del presbiterio, un dipinto raffigurante l’Ultima Cena, di impostazione tradizionale.

Chi avesse informazioni sul dipinto, per favore le comunichi alla mail: info@afom.it.  Grazie

 

Info sulla chiesa:
https://www.visitstura.it/cultura-e-arte/attrattive/luoghi-del-sacro/rittana-chiesa-parrocchiale-dei-santi-giovanni-battista-e-mauro/

Localizzazione: RITTANA (CN). Santuario parrocchia dei Santi Giovanni Battista e Mauro
Rilevatore: AC

SANSEPOLCRO (AR). Collocazione ignota, un affresco e una tela con Ultima Cena, XVII-XVIII secolo

Il Catalogo dei Beni Culturali indica che a Sansepolcro – ma senza la localizzazione precisa – vi sono due dipinti raffiguranti l’Ultima Cena.

1) Affresco di 187 x 236 cm, datato 1690-1710.
A forma di lunetta, di ignoto artista di ambito aretino.
Questa Ultima Cena, per schema compositivo, si attiene all’iconografia tradizionale, e sembra opera corrente di un artista locale della seconda metà del ‘600 o dei primi del ‘700.

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900262686

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2) Olio su tela datato al XVIII secolo, opera di ignoto artista di ambito toscano. L’impostazione è tradizionale, con gli Apostoli sono seduti a una tavola rettangolare imbandita con l’agnello, pani, bicchieri, coltelli ecc. Sullo sfondo tre aperture delimitate da colonne. Giuda siede sul davanti della tavola e un cagnolino è a terra sull’estremità sinistra.

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900090099

Localizzazione: SANSEPOLCRO (AR). Collocazione ignota
Periodo artistico: XVII-XVIII secolo
Rilevatore: AC

SANSEPOLCRO (AR). Oratorio della Compagnia del Crocifisso (o della Misericordia), affresco di Ultima Cena, 1588

La Chiesa di San Rocco fu fatta edificare nel 1554 dalla Compagnia del Crocifisso, costretta a trasferirsi dalla propria sede fuori dalle mura dato. Attualmente, il complesso monumentale chiesa-oratorio di San Rocco è sede della Confraternita di Misericordia di Sansepolcro, fondata nel 1338 e qui trasferita nel 1816 per iniziativa del vescovo Roberto Costaguti dopo l’accorpamento ad essa della Compagna del SS. Crocifisso. La facciata asimmetrica presenta un piccolo occhio ed un semplice portale cinquecentesco. L’interno consiste in un’unica navata rettangolare con altari laterali in stucco settecenteschi. La parete di fondo è occupata dall’altare maggiore in legno, opera del 1634 degli intagliatori Orazio Binoni e Giovan Battista Vagnini, realizzato per ospitare una venerata e notevole scultura lignea della prima metà del secolo XIII che raffigura Cristo deposto dalla Croce e che faceva parte sicuramente di una composizione più vasta. Alla parete destra vi è un San Sebastiano di Leonardo Cungi, mentre a quella sinistra è una Resurrezione di Cristo di Raffaellino del Colle, replica autografa di quella dipinta per la Cattedrale. Sulla stessa parete è anche una tela settecentesca anonima con i Santi Giacomo maggiore, Giacomo minore e Tommaso.

La chiesa è collegata con una scaletta con il sottostante Oratorio della Compagnia del Crocifisso, cui si può accedere anche da via Traversari nella quale prospetta un portale cinquecentesco a timpano spezzato.
Attraverso due porte in legno intagliato cinquecentesche si passa alla Cappella del Santo Sepolcro dove è conservato un tempietto in pietra arenaria (1596), ripreso dal modello del Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti nella chiesa di San Pancrazio a Firenze.

L’interno dell’Oratorio della Compagnia del Crocifisso è composto da una grande sala rettangolare voltata con affreschi sulle dodici lunette lungo le pareti laterali, da 2 lunette spezzate nelle testate, da un ovale nel soffitto e da una lunetta in un ambiente attiguo; esso rappresenta 16 episodi della vita di Cristo.
Il ciclo fu commissionato dal camarlengo della Compagnia del Crocifisso, Cosimo Rigi (ritratto nell’ovale del soffitto) ai fratelli Alessandro Alberti (1551-1590), Cherubino Alberti (1553-1615) e Giovanni Alberti (1558-1601) nel 1588.
Data la sostanziale omogeneità della decorazioni risulta difficile una esatta individuazione delle parti spettanti a ognuno dei tre fratelli; va ricordato infatti che all’epoca avevano maturato esperienze affini improntate allo stile compositivo tipico della cultura figurativa romana al tempo di Sisto V. Evidente è la fusione di elementi derivati da Federico Barocci, ma anche dalla tradizione incisoria nordica e da un certo gusto di esasperazione anatomica di matrice manierista.

La raffigurazione di Ultima Cena, posta nella lunetta a un’estremità della parete sinistra,  è quella tradizionale che presenta gli Apostoli intorno a una tavola rettangolare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Un’altra lunetta, in un ambiente attiguo, raffigura una seconda Ultima Cena, frammentaria, ma con la stessa impostazione della precedente.

 

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900262489

https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900262532 (seconda Ultima Cena)

Localizzazione: SANSEPOLCRO (AR). Oratorio della Compagnia del Crocifisso c/o Chiesa di San Rocco
Autore: Alessandro, Cherubino e Giovanni Alberti
Periodo artistico: 1588
Rilevatore: AC

SANSEPOLCRO (AR). Ex chiesa di San Giovanni Battista, oggi Museo della vetrata, con Ultima Cena, 1937-42

La chiesa-museo si trova in via Giovanni Buitoni, 9. Documentata fin dal 1126 come proprietà dell’abbazia benedettina di Marzano, nel Medioevo era detta anche San Giovanni d’Afra, perché costruita nei pressi di un canale artificiale derivato dal torrente Afra.
Nel 1496 papa Alessandro VI la conferì a Andrea della Valle, scrittore dei brevi apostolici, che di lì a poco sarà eletto vescovo e in seguito, da papa Leone X, creato cardinale.
Della primitiva costruzione è il portale in pietra della facciata con iscrizione coeva che indica un rifacimento nel 1381.

Sconsacrata, è attualmente è sede del Museo della vetrata “Bernardini-Fatti”, aperto nel 2003.

Conserva una grande vetrata, raffigurante il Cenacolo di Leonardo da Vinci, del quale rispetta le dimensioni di 848 x 458 cm, realizzata nel 1937-42 da Rosa e Cecilia Moretti.
Formata da 25 pannelli di vetro dipinti a fuoco.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900429171

https://www.comune.sansepolcro.ar.it/it/vivere/723831

Localizzazione: SANSEPOLCRO (AR). Ex chiesa di San Giovanni Battista, oggi Museo della vetrata - Via G. Buitoni, 9
Autore: Rosa e Cecilia Moretti
Periodo artistico: 1937-42
Rilevatore: AC

PORTOGALLO – ÉVORA. Chiesa di Sant’Antonio abate con frammento di Ultima Cena

La chiesa fu costruita fra il 1557 e il 1563 per volere dell’allora arcivescovo di Évora e cardinale, Enrico, futuro re del Portogallo. Fu eretta nello spazio sul quale vi erano l’antico Albergaria do Corpo de Deus (un ostello) con annessa cappella, entrambi dedicati a sant’Antonio abate.
Pochi anni dopo la sua inaugurazione, la volta fu distrutta da un terremoto (1568). Nel 1572 ebbe luogo la ricostruzione adopera dell’architetto Francisco Varela.
Nei secoli XVII e XVIII la chiesa fu provvista di altari in stile barocco e il 22 aprile 1804 fu riconsacrata dopo lunghi lavori di restauro.

Conserva un frammento di affresco (XVI- XVII secolo?) che raffigura l‘Ultima Cena. I lati sono scomparsi, rimane la parte centrale con Gesù e alcuni Apostoli se3duti intorno auna tavola rettangolare su cui sono l’agnello, pani, stoviglie.

 

Immagine da:
https://www.evoraportugaltourism.com/guide/igreja-de-santo-antao.html

Localizzazione: PORTOGALLO - ÉVORA. Chiesa di Sant'Antonio abate - Praça do Giraldo
Autore: ingoto
Periodo artistico: XVII secolo
Rilevatore: AC

LUCOLI (AQ). Abbazia di S. Giovanni battista, affresco di Ultima Cena, XVI secolo

La chiesa e il complesso monastico risalgono al 1077 e, nel corso dei secoli, subirono vari interventi di rimaneggiamento e restauro. Uno fu effettuato nel XV secolo; nel secolo successivo furono compiuti ulteriori lavori di riparazione e miglioramento e, circa a metà del XVII secolo, vi fu un sostanziale intervento a opera delle maestranze dei più importanti cantieri della provincia dell’Aquila.
Sulla facciata principale vi è un porticato a tre archi, di cui quelli laterali a sesto acuto; all’interno del porticato, si apre la porta di accesso al chiostro, danneggiato fortemente dal sisma del 2009, e al convento.
L’interno della chiesa fu trasformato in stile barocco dopo il terremoto del 1703 per ritornare nello stato originario con il restauro del 1994. Ha tre navate suddivise da pilastri ottagonali su cui poggiano archi a tutto sesto; una copertura lignea ha sostituito la precedente volta a botte. La navata centrale è separata dall’altare maggiore da una balaustra in marmi bicolori, entrambi settecenteschi. Il restauro ha riportato alla luce due preziosi affreschi quattrocenteschi attribuiti ad Andrea Delitio (o De Litio), raffiguranti san Lorenzo e san Giorgio.

La cappella terminale della navata destra presenta sulla parete del lato destro a fianco dell’altare un affresco del XVI secolo raffigurante l’Ultima Cena che misura 474 x 283 cm. Opera di ignoto pittore dell’ambito dell’Italia centrale.
L’iconografia è tradizionale, con gli Apostoli seduti a una tavola rettangolare su cui sono l’agnello, stoviglie, frutti e fiori. Riconoscibile Giuda, in primo piano a destra, che tiene il sacchetto delle monete frutto del tradimento.

 

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1300217971

https://fondoambiente.it/luoghi/abbazia-di-san-giovanni-battista-671?ldc

Localizzazione: LUCOLI (AQ). Abbazia di S. Giovanni battista
Autore: ignoto
Periodo artistico: XVI secolo
Rilevatore: AC

LUCOLI (AQ), frazione San Menna. Chiesa di San Menna, dipinto di Comunione degli Apostoli di F. Bedeschini, XVII secolo

La chiesa di San Menna, posta nella frazione omonima, è la più antica di Lucoli; infatti, notizie  sulla sua esistenza vengono riportate dalle Bolle papali di Alessandro III del 1178 e di Innocenzo III del 1215 in cui figura tale chiesa con il nome di “San Menna di Silva Plana”. Ma ancora prima, esiste una citazione riferita al periodo 789-822 del territorio di “San Mennato in Silva Plana” nella Cronaca del monastero benedettino di Santa Maria di Farfa, opera del monaco Gregorio di Catino nel XII secolo.
Per la sua edificazione sono stati utilizzati materiali provenienti da costruzioni d’età romana del circondario: presenza di frammenti lapidei con iscrizioni latine sia nella parte interna sia in quella esterna delle pareti.
La chiesa è stata riaperta al culto nel 2001, dopo i lunghi lavori di restauro (circa un trentennio).

L’intero edificio è ricco di affreschi e decorazioni, che coprono le pareti delle navate, e di cappelle devozionali fatte erigere dalle più facoltose famiglie della zona nei secoli XV-XVI. Degno di nota è l’affresco raffigurante la Crocifissione di Gesù opera di Saturnino Gatti, uno dei maggiori artisti aquilani che visse tra ‘400 e ‘500.

 

Sulla parete di fondo sorge l’altare di destra con il dipinto a olio su tela di 233 x 147 cm, “Cristo che impartisce la comunione agli Apostoli, del XVII secolo, attribuito all’artista aquilano Francesco Bedeschini (notizie 1640-1688).
Gesù è raffigurato in piedi; tiene con la mano sinistra un calice mentre con la destra porge un’ostia a uno degli Apostoli inginocchiati intorno a Lui.

 

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1300217003

https://comune.lucoli.aq.it/vivere-il-comune/luoghi/chiesa-di-san-menna/

Localizzazione: LUCOLI (AQ), frazione San Menna. Chiesa di San Menna
Autore: F. Bedeschini
Periodo artistico: XVII secolo
Rilevatore: AC

CASTEL GOFFREDO (MN). Chiesa prepositurale di Sant’Erasmo con Ultima Cena, XVI secolo

La costruzione della chiesa nell’area attuale fu iniziata nella seconda metà del Quattrocento, fu ampliata nel 1516 con la costruzione del presbiterio e una nuova cupola. Durante il marchesato di Aloisio Gonzaga, il tempio fu abbellito ed ampliato con l’aggiunta delle due cappelle laterali (del Battistero e di Sant’Antonio).
Ricostruita a seguito del crollo della cupola tra il 1588 e il 1590 da Bernardino Facciotto, architetto del duca di Mantova Guglielmo Gonzaga, per volontà del marchese Alfonso Gonzaga.

 

Nel transetto di destra vi è l’altare del Santissimo Sacramento la cui pala è un dipinto a olio su tela raffigurante l’Ultima Cena di scuola manierista mantovana.
Gli Apostoli sono raffigurati in posture dinamiche intorno a una tavola rettangolare vista di scorcio e con Cristo sul lato destro. Sullo sfondo archi e un paesaggio.

 

 

Info sulla chiesa:
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_prepositurale_di_Sant%27Erasmo

Localizzazione: CASTEL GOFFREDO (MN). Chiesa prepositurale di Sant'Erasmo
Periodo artistico: XVI secolo
Rilevatore: AC

ATESSA (CH), frazione Monte Marcone. Chiesa di San Vincenzo Ferrer, dipinto e bassorilievo di Ultima Cena, XX secolo

Edificata tra 847 e il 1860, progettata dall’atessano Luigi Mascitelli, costruita con i fondi messi dal disposizione dal Comune di Atessa e con il concorso del popolo, che vi trasportò i sassi dal vicino torrente Appello. La chiesa divenne sede parrocchiale nel 1934 e subì profondi restauri nel 1963, con il totale rifacimento del pavimento, del tetto e della volta. Nel 1981 fu allungata chiudendo gli archi del portico antistante con delle vetrate.

Nell’arco centrale è posto il portale d’ingresso, rivestito in pietra, raffigurante scene evangeliche della vita di Gesù a bassorilievo: l‘Annunciazione, la Nascita, l’Ultima Cena, in alto a sinistra, la Morte e la Resurrezione. Sulla cornice del frontale è incisa la frase “AVE MATER POPULI SANGRINI”, riferita alla Madonna della Valle e alla chiesa stessa. La zona superiore della chiesa è incorniciata da due paraste che sorreggono le statue degli arcangeli Michele (a destra) e Gabriele (a sinistra); al centro un rosone in pietra sormontato dall’orologio e dal campanile a vela.

 

Sull‘altare maggiore la pala della Trasfigurazione è sovrastata dall’Ultima Cena, del 1948, opera dal pittore Ennio Bravo di Atessa, autore anche del Pietro salvato dalle acque, e delle tele di S. Silvestro e S. Sebastiano.
La Cena è di impostazione tradizionale con gli Apostoli seduti ai alti di una tavola rettangolare.

 

Link:
https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/9358/Chiesa+di+San+Vincenzo

 

 

Localizzazione: ATESSA (CH), frazione Monte Marcone. Chiesa di San Vincenzo Ferrer
Autore: Ennio Bravo pittore - scultore ignoto
Periodo artistico: XX secolo
Rilevatore: AC

RUTIGLIANO (BA). Ex convento di Santa Maria del Palazzo, dipinto murale di Ultima Cena, XVII secolo

A circa 2,5 chilometri dal centro, lungo la strada provinciale 122 Rutigliano-Turi vi è l’antico convento di S. Maria del Palazzo.
Edificato intorno al 1630 nei pressi di una cappella preesistente e abbandonata, fu ampliato nei secoli successivi.
Il convento fu utilizzato dai Francescani sino al 1866; nel 1943 fu occupato dalle truppe alleate, poi rifugio di famiglie di sfollati; abbandonato sino al 1992, quando l’allora Arciprete riuscì ad acquistare il Convento e iniziò i lavori di restauro.
Conserva affreschi restaurati al primo piano e nelle 20 lunette del chiostro.

 

Nell’ex Refettorio del convento vi è un affresco seicentesco che raffigura l’Ultima Cena, di forma semicircolare.
Gli Apostoli sono attorno a una tavola rettangolare con al centro Cristo. Si riconosce in primo piano a destra Giuda con in mano il sacchetto del denaro del tradimento.
Ai lati due servitori.

 

Link:
https://www.telebari.it/storie/72580-rutigliano-i-segreti-dellex-convento-di-madonna-del-palazzo-dal-miracolo-della-pioggia-alle-truppe-di-eisenhow%E2%80%A6

Per approfondire: LA-LEGGENDA-FRANCESCANA.pdf

Localizzazione: RUTIGLIANO (BA). Ex convento di Santa Maria del Palazzo, lungo la strada provinciale 122
Autore: ignoto
Periodo artistico: XVII secolo
Rilevatore: AC

BISCEGLIE (BT). Museo Diocesano, dipinto di Ultima Cena, seconda metà del XVIII secolo

Il Museo occupa i locali dell’antico palazzo vescovile. Al secondo piano il percorso museale si sviluppa in 18 sale suddivise in tre sezioni: la prima comprende l’appartamento che il Vescovo Sarnelli fece realizzare per sé ed i suoi successori; la seconda ospita le raccolte di ex voto derivanti da varie chiese, gioielli e abbigliamento femminile risalente al XIX secolo; la terza sezione è dedicata ai “Tesori della Cattedrale” o Tesoro Capitolare con oggetti d’arte, dipinti e statue.

Tra i reperti vi è anche un dipinto a olio su tela di 141 x 223 cm, raffigurante l’Ultima Cena. Autore ignoto di ambito pugliese della seconda metà del Settecento.

Gli Apostoli compiono gesti molto dinamici intorno a una tavola rettangolare sulla quale sono l’agnello, un pane, un calice, un coltello e un recipiente.
Un cane è a sinistra in basso.

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600161228

https://www.cattedralebisceglie.it/museodiocesano/il-museo.html

Localizzazione: BISCEGLIE (BT). Museo Diocesano, a fianco della Cattedrale
Autore: ignoto
Periodo artistico: seconda metà del XVIII secolo
Rilevatore: AC

FASANO (BR). Chiesa matrice di San Giovanni Battista con dipinto di Ultima Cena, 1777

Nella cappella del transetto destro, dedicata al Santissimo Sacramento (detto Cappellone), si trova un dipinto a olio su tela di Nunzio Bonamassa (notizie dall’ultimo quarto del XVIII secolo) del 1777 raffigurante l’Ultima Cena.
Il dipinto, di impostazione tradizionale, presenta al centro Gesù che sta spezzando il pane e gli Apostoli seduti intorno a una tavola rettangolare sulla quale sono l’agnello, un calice e piatti. In basso, in primo piano, un cane.

 

 

La Chiesa Matrice, risalente al secolo XVII, ha un’imponente facciata tardo-rinascimentale, recentemente restaurata, un bel rosone intagliato nella pietra. L’interno a tre navate, purtroppo manomesso negli anni ’70 del Novecento, conserva ancora altari barocchi, tele di scuola veneziana e napoletana, sculture lignee.

 

Notizie e immagini da:
https://www.guidedocartis.it/?page_id=3271

https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600169465

Localizzazione: FASANO (BR). Chiesa matrice di San Giovanni Battista
Autore: Nunzio Bonamassa
Periodo artistico: 1777
Rilevatore: AC

CALVELLO (PZ). Chiesa madre di San Giovanni Battista con Ultima Cena, prima metà XVII secolo

Costruita tra XV e XVI secolo, menzionata nel 1544, già pericolante per i danni subiti dai terremoti del 1825 e del 1851, crollò nella notte fra il 16 e il 17 dicembre 1857 a causa di un altro fortissimo terremoto.
Una lastra in pietra nella sacrestia informa dei lavori di ricostruzione della chiesa che durarono dal 1862 al 1895; l’anno successivo venne riaperta al culto.
Conserva molte opere d’arte di epoche diverse.

La spaziosa sacrestia, già altare del SS. Sacramento, custodisce la grande tela dipinta ad olio di 257 x 221 cm, raffigurante l’Ultima Cena, datata al 1600-1649.
È raffigurato un grande tavolo rettangolare, intorno al quale sono gli Apostoli, ma vi sono altri due volti sullo sfondo.  Sulla mensa si trovano vivande, stoviglie, l’agnello, pani e frutta.
Al centro, di fronte allo spettatore, è il Cristo che benedice la mensa e pone il braccio sinistro sulla spalla di s. Giovanni Evangelista. In primo piano un gatto e, curiosamente, un pollo.

Il dipinto è di cultura tardo-manieristica e impostato secondo uno schema diffusissimo, qui alquanto bloccato. L’autore è al corrente del Pietrafesa e si potrebbe identificare  nel montemurrese Attilio De Laurentis (1601 – 1652) che firmò poche opere fra il 1629 ed il 1650.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1700126572

https://www.talentilucani.it/calvello/

Localizzazione: CALVELLO (PZ). Chiesa madre di San Giovanni Battista
Autore: Attilio de Laurentis
Periodo artistico: prima metà XVII secolo
Rilevatore: AC

SAN GIORGIO SCARAMPI (AT). Chiesa parrocchiale di San Giorgio, Ultima Cena di P. Ivaldi, 1871 circa

La chiesa è seicentesca e il portale reca la data del 1645.
All’interno conserva del 1631 otto formelle affrescate, datate e firmate Giovanni Crosio da Trino. Esse sono disposte a quattro a quattro ai lati dell’edicola dell’altare della Madonna e rappresentano momenti della vita di Gesù.
Il resto delle pareti e della volta è opera del pittore Pietro Ivaldi di Toleto detto “Il muto”.

 

Affresco di 218 x 170 cm, posto sulla parete sinistra, raffigura l’Ultima Cena ed è opera di Pietro Ivaldi (1810 – 1885); purtroppo del Muto è rimasto poco, solo Giovanni e qualche altro Apostolo, mentre Gesù è stato rifatto da mano poco felice nel Novecento.

Nella Cena gli Apostoli sono seduti dietro una tavola rettangolare con impostazione simile a quella del Cenacolo di Leonardo.
Sulla tavola ci sono stoviglie, pani, calici. Sullo sfondo tre finestre si aprono su un paesaggio montano.

 

Immagine del dipinto da:
https://www.beweb.chiesacattolica.it/benistorici/bene/3688105/Ivaldi+P.+-+Ivaldi+T.+-+Ferrario+G.+%281871%29%2C+Ultima+Cena

https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0100112095-13

Localizzazione: SAN GIORGIO SCARAMPI (AT). Chiesa parrocchiale di San Giorgio
Autore: Pietro e Tommaso Ivaldi
Periodo artistico: 1871 circa
Rilevatore: AC

BRUNO (AT). Chiesa della SS. Annunziata, Ultima Cena di P. Ivaldi, 1861-62

La parrocchiale di questo piccolo borgo domina il panorama dalla sommità del colle, la facciata è caratterizzata dalle statue dei quattro Evangelisti.
La chiesa fu edificata nel 1604, il campanile nel 1735 e la cupola nel 1854. Restaurata nel 1764.

 

Conserva all’interno affreschi dei pittori Pietro Ivaldi (Il muto) (1810 – 1885) e del fratello Tommaso Ivaldi (1818 – 1897).
Un dipinto raffigura l’Ultima Cena con impostazione simile a quella di Vinchio con gli Apostoli seduti sui tre lati di una tavola rettangolare con Cristo al centro. A sinistra è riconoscibile Giuda con in mano il sacchetto delle monete. La tavola, coperta da una tovaglia bianca, è riccamente imbandita con agnello, pani, calici di vetro ecc.
In alto un lampadario illumina la scena come nel dipinto a Predosa.

 

Immagine dell’Ultima Cena, per cortesia del Centro Studi Pietro Ivaldi, che ringraziamo.

Localizzazione: BRUNO (AT). Chiesa della SS. Annunziata,
Autore: Pietro e Tommaso Ivaldi
Periodo artistico: 1861-62
Rilevatore: AC

PREDOSA (AL). Oratorio di San Sebastiano, Ultima Cena di P. Ivaldi, 1860 circa

L’edificio, nel quale si officiava quando la parrocchiale era chiusa, risale al XVII secolo.
Negli Anni ’60 del Novecento fu rifatto il tetto, mantenendo l’orditura lignea e il manto di copertura in coppi.
La facciata principale si presenta con mattone a vista, un affresco raffigurante San Sebastiano decora la facciata sopra il portale principale.
L’interno è ricco di decori ed affreschi dei pittori Pietro Ivaldi (Il muto) (1810 – 1885) e del fratello Tommaso Ivaldi (1818 – 1897).

Sulla parete destra della navata un grande dipinto raffigura l’Ultima Cena con gli Apostoli attorno una tavola rettangolare sulla quale sono l’agnello e pani.
Giuda è all’estremità destra, con in mano il sacchetto delle monete. A terra un bacile con una brocca ricorda l’episodio della Lavanda dei piedi. In alto, un  lampadario illumina la scena.

 

 

Link:
https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/77241/Predosa+%28AL%29+%7C+Oratorio+di+San+Sebastiano

Immagine dell’Ultima Cena, per cortesia del Centro Studi Pietro Ivaldi, che ringraziamo.

Localizzazione: PREDOSA (AL). Oratorio di San Sebastiano
Autore: Pietro e Tommaso Ivaldi
Rilevatore: AC

VINCHIO (AT). Chiesa parrocchiale di San Marco, Ultima Cena di P. Ivaldi, 1880

La chiesa parrocchiale fu realizzata agli inizi del Settecento su preesistenze romaniche. Nasce come chiesa a natava unica cui vengono addossate le navate laterali nel corso del Settecento e dell’Ottocento. La facciata, intonacata, rispecchia la tipologia delle chiese locali con suddivisione tramite lesene e coronamento con frontone. A lato vi è un campanile del 1700. Internamente è a tre navate di dimensioni diverse, coperte da volte simili a crociera o volte a botte tutte affrescate; il presbiterio è rialzato e dietro l’altare vi è un coro ligneo dominato da un quadro raffigurante san Marco mentre sta scrivendo il Vangelo con accanto il leone. Sopra all’ingresso principale vi è un bell’organo.

Gli affreschi che decorano la chiesa sono opera di Pietro Ivaldi (Il muto) (1810 – 1885) e del fratello e Tommaso Ivaldi (1818/1897).

Il Cardinale Giovanni Lajolo nel suo libro Vinchio e la sua chiesa parrocchiale – Gli affreschi di Pietro Ivaldi, edit. Gazzetta d’Asti, Asti 2022, ha descritto dal punto di vista artistico, teologico e biblico gli affreschi della navata centrale che illustrano: la Santissima Trinità, la Resurrezione di Lazzaro, l’Ultima Cena, gli Evangelisti, alcune scene della vita della Madonna (la presentazione di Maria al tempio, lo sposalizio con San Giuseppe, la nascita di Gesù, la fuga in Egitto), le tre virtù teologali, alcuni profeti (Mosè, Davide, Isaia e Geremia) e le figure di Santi (Pietro,  Paolo,  Teresa d’Avila e  Francesco Saverio).

 

L’Ultima Cena raffigura gli Apostoli seduti sui tre lati di una tavola rettangolare con Cristo al centro. Un gatto è a terra a sinistra, accanto a Giuda riconoscibile per il sacchetto delle monete che ha in mano. La tavola, coperta da una tovaglia bianca, è riccamente imbandita con agnello, pani, calici di vetro pieni di vino ecc.

Link:
https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificios/edificio/22214/Chiesa+di+San+Marco

Immagine dell’Ultima Cena, per cortesia del Centro Studi Pietro Ivaldi, che ringraziamo.

Localizzazione: VINCHIO (AT). Chiesa parrocchiale di San Marco
Autore: Pietro Ivaldi
Periodo artistico: 1880
Rilevatore: AC

BELGIO – KOKSIJDE. Museo dell’Abbazia delle Dune, rilievo con Ultima Cena

L’abbazia, fondata nel 1107, si sottopose a quella cistercense di Chiaravalle. Devastata nella rivolta del 1566 e saccheggiata dai calvinisti nel 1578; gli edifici furono demoliti e il materiale fu riutilizzato per la fortificazione dei bastioni di Dunkerque.
Demolita nel 1796. A partire dal 1949 sono stati intrapresi degli scavi archeologici.

 

Il Museo annesso conserva alcuni cimeli dell’antica abbazia, come un rilievo (in argento dorato?) raffigurante l’Ultima Cena con gli Apostoli seduti dietro a ai lati di una tavola rettangolare.

 

 

Immagine rilievo tratta da: Storica National Geografic, aprile 2025, p. 83.

Immagine delle rovine dell’abbazia da Wikimedia.

Localizzazione: BELGIO – KOPKSIJDE ( Fiandre). Museo dell'Abbazia delle Dune
Rilevatore: AC

BIELLA. Museo del Territorio Biellese, predella con Ultima Cena di B. Lanino 1525-49

Al piano primo del Museo è conservata una predella con cinque scene della Passione di Cristo opera di Bernardino Lanino (Vercelli 1512 – 1583). Inventario n° 1112
Olio su tavola di 41 x 207,5 x 30 cm
Predella composta da cinque scomparti, due minori laterali e tre riquadri centrali. Le superfici interne ed esterne ai lati sono dipinte a finto marmo. La predella è profilata perimetralmente da una cornice dorata, mentre ciascun pannello reca una bordura arancione.
Le scene, da sinistra raffigurano: l’Ultima Cena, il Bacio di Giuda, Gesù inchiodato alla croce, l’Ecce Homo e la Flagellazione.
La predella è ritenuta probabile complemento della Deposizione / Compianto sul Cristo morto ora alla Sabauda (1545) e fu eseguita per la chiesa di San Sebastiano a Vercelli.

L’Ultima Cena mostra gli Apostoli attorno alla mensa con Cristo al centro.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0100037328-0

https://www.retearchivibiellesi.it/oggetti/126573-bernardino-lanino-scene-della-passione-di-cristoc

Localizzazione: BIELLA. Museo del Territorio Biellese
Autore: Bernardino Lanino
Periodo artistico: 1525-49
Rilevatore: AC

SASSARI. Collocazione ignota, “Cena col tredicesimo” / Ultima Cena, rilievo di E. Tavolara, 1934

Opera del sassarese Eugenio Tavolara (1901 – 1963), è un rilievo fuso in bronzo, che misura 75,8 x 64 cm. Firmato e datato 1934 dall’autore.

«L’opera rientra tra le prime prove scultoree di Tavolara che nell’affrontare i soggetti sacri indirizza la propria ricerca plastica verso una semplificazione primitivista di ascendenza medievale, registro stilistico scelto per comunicare con immediatezza- grazie all’adozione di schemi compositivi e figurativi ormai assimilati dal pubblico – la tensione mistica delle scene raffigurate.»(1)

La soluzione spaziale adottata per questa Ultima Cena è interessante: il tavolo circolare e il punto di visuale dall’alto ampliano la scena, distribuendo i personaggi intorno e lasciando il punto focale al Cristo, l’unico a volgere lo sguardo fisso all’osservatore.(2)
Ai lati in basso si osservano vari oggetti simbolici: i contenitori, le brocche, il pesce, i volumi e la lucerna.

Link:
(1)  https://catalogo.sardegnacultura.it/card/153467/

(2) https://arte.ss.camcom.it/visualizza/autore/id/22#/visualizza?opera=11

Localizzazione: SASSARI. Collocazione ignota
Autore: Eugenio Tavolara
Periodo artistico: 1934
Rilevatore: AC

OROSEI (NU). Chiesa parrocchiale di San Giacomo, Ultima Cena, XVIII secolo

La Chiesa è attestata dal XIV secolo, ma l’edificio deve la sua attuale conformazione agli ampliamenti e restauri operati a partire dal XVII secolo e conclusi nel 1794, quand’era rettore l’oroseino Ignazio Masala.

 

Conserva un dipinto a olio su tela di 101 x 76 cm, del Settecento, abraso nella parte centrale, che raffigura un’Ultima Cena con gli Apostoli seduti intorno a una tavola rettangolare coperta da una tovaglia bianca.
Restaurata nel 1980, ma irrimediabilmente rovinata, l’opera eguagliava stilisticamente gli altri nove quadri che compongono il ciclo.

 

Link:
https://catalogo.cultura.gov.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/2000043227

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Giacomo_Maggiore_(Orosei)

Localizzazione: OROSEI (NU). Chiesa parrocchiale di San Giacom
Periodo artistico: XVIII secolo
Rilevatore: AC

SASSARI. Cattedrale di San Nicola, Ultima Cena o Comunione degli Apostoli di G. Marghinotti, 1842

Si ha notizie della chiesa dal XII secolo, ricostruita più volte, rinnovata in stile gotico tra XV e XVI secolo, nel XVII-XVIII secolo fu edificata l’imponente facciata barocca.

Nel braccio destro del transetto vi è la cappella del SS. Sacramento con un altare ottocentesco che, entro una semplice cornice dorata, conserva un olio su tela firmato e datato 1842 dal cagliaritano Giovanni Marghinotti (1798 – 1865).
Viene raffigurata, con colori luminosi, la Comunione degli Apostoli con un preciso riferimento alla liturgia della Messa, introducendo una iconografia diversa dalle altre Ultime Cene del pittore a Oristano e Ozieri, vedi schede.

«Del dipinto parla E. Costa (“Sassari”, vol. II p. 201) e P. Desole, (“Il Duomo di Sassari” p. 51; fot. 51). Più autorevolmente ne ha trattato R. Delogu nel profilo di G. Marghinotti, un impegnativo articolo del 1947. La pala del Marghinotti dovette sollevare molto interesse ed apparire di gusto decisamente moderno, per un certo indulgere alla evocazione romantica degli interni ed al tempo stesso alla poetica purista del ritorno alla tradizione rinascimentale. Un’eco di ciò si ritrova nel Costa (cit. Vol. III, p. 330) che ricorda “il plauso dei Sassaresi oltre che un opuscolo laudativo del poeta Dettori”. Il Delogu cit., riprendendo una notizia giornalistica dell’epoca (L’Indicatore Sardo del 29 ottobre 1842) ritiene che il dipinto sia stato eseguito a Cagliari, dove restò temporaneamente esposto nello studio del pittore.»

 

Link e citazione da:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/2000025422

Info sulla Cattedrale:
https://it.wikipedia.org/wiki/Cattedrale_di_San_Nicola_(Sassari)

Localizzazione: SASSARI. Cattedrale di San Nicola, Ultima Cena o Comunione degli Apostoli , 1842
Autore: Giovanni Marghinotti
Periodo artistico: 1842
Rilevatore: AC

OZIERI (SS). Cattedrale della Beata Vergine Immacolata, Ultima Cena di G. Marghinotti, 1838

Precedente il XV secolo, fu ristrutturata in forme neoclassiche nell’Ottocento. Dopo un incendio all’interno nel 2005, fu restaurata e riaperta al culto nel 2007.

Nel braccio sinistro del transetto, nella Cappella del SS. Sacramento, vi è un altare barocco del 1767, completato nel 1839 dal bel tabernacolo neoclassico e dal dipinto della Coena Domini o Ultima Cena, olio su tela di 400 x 300 cm, opera del 1838 del cagliaritano Giovanni Marghinotti (1798 – 1865).

Alla mensa, coperta da una tovaglia bianca che illumina la scena, sono seduti gli Apostoli, a sinistra in primo piano Giuda col sacchetto delle monete.
Gesù al centro benedice il calice col vino. Sullo sfondo sono dipinte architetture oltre le quali si scorge un cielo nuvoloso rischiarato dalla luna. Il dipinto è impostato verticalmente.

Segnaliamo che la scheda del Catalogo Beni culturali indica che ci sono 11 Apostoli più la Madonna (sic!), iconografia che non rientra nei testi evangelici; probabilmente si riferisce alla figura a sinistra del Cristo, con fattezze delicate ma senza il velo, quindi si tratta di san Giovanni, raffigurato molto giovane, che così completa i 12 Apostoli tradizionali. Simile iconografia ha la stessa figura a sinistra del Cristo nell’Ultima Cena del Marghinotti a Oristano vedi scheda e analoga figura dietro Cristo a sinistra della Comunione degli Apostoli a Sassari vedi scheda.

«Considerata dal Delogu (Studi Sardi, Vol. VII, p. 165-185) una tappa fondamentale nell’evoluzione artistica del Marghinotti, l’opera segna il passaggio dalla maniera disegnativa chiaroscurale del periodo romano ad una maniera più attenta alle possibilità del colore: “dalle astratte illuminazioni di ambienti costretti entro i limiti del bassorilievo si giunge al più largo respiro di atmosfere colorate”. L’origine di tale mutamento è da ricercarsi nel soggiorno torinese degli anni 1833/37 e nell’adesione all’orientamento della pittura piemontese del quarto decennio dell’Ottocento.»

 

Link e citazione:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/2000026067

Info sulla Cattedrale:
https://www.diocesiozieri.org/ozieri-cattedrale/

Localizzazione: OZIERI (SS). Cattedrale della Beata Vergine Immacolata
Autore: Giovanni Marghinotti
Periodo artistico: 1838
Rilevatore: AC

ORISTANO. Cattedrale di Santa Maria Assunta, Ultima Cena di G. Marghinotti, 1847

La Cattedrale, esistente nel 1131 ma ricostruita nel Settecento, conserva sulle pareti laterali del presbiterio due grandi tele del cagliaritano Giovanni Marghinotti (1798 – 1865) raffiguranti l’Adorazione dei Magi (a destra) e l’Ultima Cena, a sinistra.

 

L’Ultima Cena è un olio su tela di 350 x 580 cm, realizzato nel 1847.
L’impostazione è tradizionale, con gli Apostoli dietro e ai lati della tavola. Giuda, con in mano il sacchetto delle monete, è a sinistra, di spalle, davanti alla mensa.

 

Link:
https://catalogo.cultura.gov.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/2000029599

https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/87713/Chiesa+Santa+Maria+Assunta

Localizzazione: ORISTANO. Cattedrale di Santa Maria Assunta 1847
Autore: Giovanni Marghinotti
Periodo artistico: 1847
Rilevatore: AC

CAGLIARI. Chiesa di Sant’Eulalia, Ultima Cena copia del Cenacolo di Leonardo, 1864

Edificata nel 1370 in stile gotico catalano (su una chiesa più antica), subì modifiche in stile barocco tra il XVII e il XVIII secolo per essere poi ulteriormente rimaneggiata nel XX secolo.

Esternamente si notano gli interventi recenti: l’edificio si presenta intonacato e dipinto di bianco: la facciata, che prospetta alla fine di una lunga scalinata, è decorata da archetti pensili trilobati e sopra il portale si trova un grande rosone, tra i più belli presenti in Sardegna che però dall’esterno non è apprezzabile perché coperto da un vetro.

Il campanile quattro-cinquecentesco, la cui torretta ottagonale è però del ‘700, mentre l’attuale cuspide finale è novecentesca.
L’interno, che ha conservato l’architettura gotica, si presenta diviso in tre campate da archi a sesto acuto, di cui due sono per la navata e una per il presbiterio, con le coperture caratterizzate da volte stellate con gemme pendule (il coro, dietro al presbiterio, ha invece una cupoletta emisferica). Sulla navata centrale, quattro archi ogivali per lato introducono alle cappella laterali: gli ampi spazi di intercomunicazione tra quest’ultime di fatto formano delle navatelle laterali. Le cappelle sono tutte dotate di altari barocchi marmorei di rilievo, tra cui il più ricco è probabilmente quello della prima cappella di destra, dov’è è anche un mausoleo funebre settecentesco e una statua lignea policroma seicentesca dell’Addolorata. Nella controfacciata, a sinistra si apre la cappella delle Anime del Purgatorio, in cui vi è un bel crocifisso ligneo policromo del XVIII secolo. mentre alla destra del presbiterio si apre la cappella battesimale, la cui fonte marmorea è composta da due parti di differenti periodi (‘600 e ‘700).

 

Sulla parete absidale attira lo sguardo sia l’organo del 1926 sia il grande dipinto dell’Ultima Cena, copia ottocentesca del più famoso dipinto di Leonardo, opera del cagliaritano Antonio Caboni (1786 – 1874).

 

Link:
https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/38106/Cagliari+%28CA%29+%7C+Chiesa+di+Sant%27Eulalia

Localizzazione: CAGLIARI. Chiesa di Sant'Eulalia
Autore: Antonio Caboni
Periodo artistico: 1864
Rilevatore: AC

ROMA. Galleria Nazionale di Arte Moderna, scultura di Ultima Cena di M, Ceroli, 1965

La Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, GNAM, Via delle Belle Arti, conserva un’opera di Mario Ceroli (1938 – )

Sono 12 silouettes ripetute in serie, di legno non dipinto, in due gruppi di sei, separate da uno spazio vuoto in cui dovrebbe esserci Cristo.
Misura 147 x 230 x 65 cm.
Opera nel tipico stile dell’artista che qui esce dagli schemi sacri che invece rispetterà nella successiva opera a Porto Rotondo, vedi scheda.

 

Link:
https://artsandculture.google.com/asset/ultima-cena-mario-ceroli/jAGDW2mXOI-O7g?hl=it

Localizzazione: ROMA. Galleria Nazionale di Arte Moderna
Autore: Mario Ceroli
Periodo artistico: 1965
Rilevatore: AC

OLBIA, frazione Porto Rotondo (SS). Chiesa di San Lorenzo, scultura di Ultima Cena di M. Ceroli, 1971

Realizzata e ideata dagli scultori Andrea Cascella e Mario Ceroli, vi si accede attraverso una solenne gradinata. La croce megalitica, situata all’ingresso, e l’altare, sono opere realizzate in granito. L’interno della chiesa ha la forma di una carena di nave rovesciata con migliaia di figure, sagomate in legno di pino di Russia. Sono raffigurati l’albero della vita, l’Ultima Cena, la fuga in Egitto e il Giudizio Universale. I lavori iniziarono nel 1967; tra il 2008 e il 2009 la Chiesa è stata completata grazie all’impegno della Fondazione Porto Rotondo e all’importante contributo del Consorzio. Le ultime opere, realizzate da Ceroli, sono state: la torre campanaria, il portale e la vetrata con la Deposizione di Cristo, la facciata sud con il suo rosone realizzato a Murano e, tra i capitelli, la dedica a San Lorenzo scolpita nel granito grigio di Sardegna. Inoltre la pavimentazione della piazzetta, facciata sud della Chiesa, ornata dai profili in marmo degli ultimi sei Pontefici. Completa la piazzetta dei Papi il profilo di Madre Teresa di Calcutta.

 

L’Ultima Cena è raffigurata sul lato destro della navata, con gli Apostoli schierati dietro la mensa e con alle spalle le travi che ricordano la carena interna di una nave, nel tipico stile dell’artista. Opera di Mario Ceroli (1938 – ) del 1971.

 

 

Link:
https://live.coastmagazine.it/it/turismo/da-visitare/la-chiesa-di-san-lorenzo-1409.html/

Localizzazione: OLBIA, frazione Porto Rotondo (SS). Chiesa di San Lorenzo
Autore: Mario Ceroli
Periodo artistico: 1971
Rilevatore: AC

SCANO DI MONTIFERRO (OR). Chiesa di San Nicolò, dipinto di Ultima Cena, prima metà XIX secolo

La chiesa, in Piazza Indipendenza, è sede e oratorio dell’Arciconfraternita della Santa Croce e risale al XV secolo, ma fu rifatta nei primi anni del XIX secolo in stile neoclassico. La facciata col tetto a capanna e col frontone ben delineato, è snellita dalla presenza di lesene in trachite, ed ai Iati sono presenti due campanili a vela. All’interno ha sola navata ed un abside con l’altare più in alto rispetto alla navata. Di recente l’interno della Chiesa è stato restaurato, col rifacimento dell’intonaco sia delle pareti che della volta, e sono state messi in evidenza gli archi a tutto sesto che dividono le campate.
Al suo interno, custodisce il simulacro del Cristo in urna di vetro, che viene utilizzato per le rappresentazioni e processioni della Settimana Santa.

Conserva un particolare dipinto su tela che si può abbassare come una tenda, a creare una finta parete di fronte all’altare.
Dipinto su tela di 344 x 530 cm, opera di bottega sarda della prima metà dell’Ottocento.

Raffigura una struttura architettonica con colonne e fregio a girali vegetali; due soldati ai lati di porta; riquadri raffiguranti, a sinistra Cristo portacroce, a destra Pietà; simboli e strumenti della Passione; in alto sopra il passaggio di accesso all’altare un’Ultima Cena che riprende la disposizione degli Apostoli del Cenacolo di Leonardo.

 

 

Link e immagini:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/2000080585

https://www.lamiasardegna.it/scanomontiferro.htm

https://www.germinazioni.it/tag/scano-di-montiferro/

Localizzazione: SCANO DI MONTIFERRO (OR). Chiesa di San Nicolò
Autore: ignoto
Periodo artistico: prima metà XIX secolo
Rilevatore: AC

ORTONA (CH). Cattedrale di San Tommaso, rilievo di Ultima Cena, 1840-5

La basilica fu costruita sul sito di un antico tempio romano; distrutta dai Normanni nel 1060, fu ricostruita e dedicata a Santa Maria degli Angeli nel 1127, come risulta dall’epigrafe conservata nell’annesso museo diocesano. Dal 6 settembre 1258 custodisce le ossa di san Tommaso apostolo cui è stata intitolata. Molto danneggiata nel secondo conflitto mondiale, è stata restaurata e la facciata è stata ricostruita nel 1947, così mezza cupola e il porticato a nove colonne del Trecento. Rimase integro solo il portale secondario dell’epoca sveva. Sulla piazza c’è il portale principale ricostruito dopo la guerra da reperti recuperati dalle macerie: è opera di Nicola Mancini del 1311.

Nella Cappella del Santissimo Sacramento, si sono conservati gli altorilievi in stucco eseguiti nel 1840-1845 da Vincenzo Perez (notizie 1839-1860).
Sopra l’altare l’altorilievo dell’Ultima Cena, con iconografia derivata dal Cenacolo leonardesco che misura 303 x 303 cm.

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1300147378

https://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_San_Tommaso_Apostolo

Localizzazione: ORTONA (CH). Cattedrale di San Tommaso
Autore: Vincenzo Perez
Periodo artistico: 1840-45
Rilevatore: AC

MONTORIO AL VOMANO (TE). ex Convento dei Cappuccini, affresco di Ultima Cena, XVI-XVII secolo

>Il convento dei Cappuccini fu fondato nel 1576 per volere di Diomede Carafa, conte di Montorio, e sorse addossato al lato sinistro della preesistente Chiesa di S. Maria della Sala, già appartenente alla Collegiata di S. Rocco, che rimase conglobata ad esso. Venne consacrato il 10 ottobre 1621 unitamente al sontuoso altare maggiore in legno naturale posto sulla parete di fondo della chiesa, nel frattempo restaurata ed ampliata. La Chiesa, detta poi di Santa Maria della Salute o del Soccorso, conserva nel trittico d’altare tre tele, realizzate per lo scopo, di cui quella centrale è dedicata alla Madonna della Salute, raffigurata come Immacolata Concezione tra San Paolo e San Francesco, quella di sinistra a Santo Stefano e quella di destra a San Lorenzo.

Dal 1873 il convento divenne di proprietà del Comune di Montorio al Vomano, poi adibito a ospizio per i poveri e attualmente in completo abbandono, ridotto a poco più di un rudere, il cui nucleo antico si sviluppa intorno al chiostro mentre il lato sud-est ed i locali più a nord sono da considerare aggiunte successive. Le coperture al pianterreno sono a volta a botte con unghiatura, al piano superiore a capriate lignee.

Nel muro superstite dell’ex refettorio, si è conservato un affresco di 215 x 410 cm, anche se fortemente danneggiato, conserva una discreta leggibilità.
L’affresco datato 1590-1610, raffigura l’Ultima Cena con gli Apostoli schierati dietro tre lati di una tavola quasi quadrata su cui è l’agnello, dei pani un coltello, una saliera. L’Apostolo a sinistra, in abito giallo con in mano il sacchetto del denaro, è Giuda; a destra un altro versa il vino da una brocca in un calice.
In primo piano, un brocca e un catino alludono alla Lavanda dei piedi; a sinistra un gatto.

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1300190194

Localizzazione: MONTORIO AL VOMANO (TE). ex Convento dei Cappuccini, presso Chiesa S. Maria della Salute
Periodo artistico: XVI-XVII secolo
Rilevatore: AC

CASTIGLIONE MESSER RAIMONDO frazione Appignano (TE). Chiesa parrocchiale di San Pietro, bassorilievo di Ultima Cena, 1770-1

Ad una estremità del borgo, in prossimità della vetta della collina, è la parrocchiale, eretta nel XII secolo, attestata nel 1451, fu ricostruita negli anni tra il 1735 ed il 1780, soprattutto con il contributo economico della famiglia Pincelli. La chiesa presenta una semplice ed imponente struttura esterna tardo-romanica, con spessi muri in pietra, rinforzati da catene trasversali, grandi aperture a forte strombatura, con una semplice facciata piana dalla cui terminazione orizzontale emerge un timpano non rifinito. L’antico portale è stato rimesso in opera sul fianco destro dell’edificio. Su ognuno dei lati lunghi della chiesa si aprono tre finestre con profonde strombature e nella parete posteriore si innesta una torre campanaria a base quadrata che termina con una guglia.

L’interno, a vano unico, si presenta in veste settecentesca, con 5 altari lungo le pareti.

Tra il 1770 e il 1771 lo scultore ticinese Pietro Francesco Canturio (1723 – 1805) realizzò stucchi e statue nell’altare maggiore e nelle volte della chiesa.

 

Conserva sulla parete destra del presbiterio un grande bassorilievo in stucco raffigurante l’Ultima Cena di impostazione tradizionale con gli Apostoli seduti dietro una lunga tavola rettangolare.

 

 

Immagini esterne della chiesa di Francesco Mosca da:
http://www.paesiteramani.it/Paesi/AppignanoSPietro.htm

Link:
https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/12959/Chiesa+di+San+Pietro+Apostolo

https://www.youtube.com/watch?v=PknT60qIzJs

Localizzazione: CASTIGLIONE MESSER RAIMONDO frazione Appignano (TE). Chiesa parrocchiale di San Pietro
Autore: Pietro Francesco Canturio
Periodo artistico: 1770-71
Rilevatore: AC

SULMONA (AQ). Museo diocesano di Arte Sacra, affresco del XIV-XV secolo di Ultima Cena / Cena in casa di Simone

Situato nell’ex convento di Santa Chiara edificato nel 1269 che conserva affreschi trecenteschi. Il Museo Diocesano occupa gli spazi dell’ex refettorio e della chiesa interna.
Espone dipinti su tavola e su tela, reperti lapidei, sculture lignee, oreficerie, codici e manufatti tessili. Nello spazio dell’ex cappella interna sono presenti due sale, nella prima sono conservate opere dei secoli XII-XIV, nella seconda opere dei secoli XVI-XVII.


Nell’ex refettorio monastico è stata allestita la terza sala del Museo che ospita paramenti sacri e oggetti liturgici, oltre a dipinti di varie epoche e che conserva sulla parete di fondo lunettata il grande affresco dell’Ultima Cena, che misura 210 x 675 cm.

Il dipinto presenta una lunga tavola coperta da una tovaglia bianca. Al di là di essa sono le figure degli Apostoli, rivolte verso il Cristo al centro. La parete alle loro spalle è decorata con rombetti e quadrati ripartiti in settori scanditi da candelabri. In primo piano al centro il dodicesimo Apostolo seduto su uno sgabello rivolge le spalle a chi guarda e che, secondo l’iconografia abituale, è Giuda.
Alle estremità sono le figure dei santi Francesco e Chiara in atteggiamento di preghiera.

Molto particolare è l’inserimento, a sinistra in primo piano, di Maria Maddalena, inginocchiata con il capo chino e i capelli sciolti, che rende il dipinto una raffigurazione sia dell’Ultima Cena sia della Cena in casa di Simone, quando la donna unge i piedi di Cristo, iconografia rarissima e presente in opere trecentesche, vedi:  https://www.ultimacena.afom.it/francia-neuilly-en-donjon-chiesa-di-santa-maria-maddalena-scultura-di-ultima-cena/  e https://www.ultimacena.afom.it/francia-evreux-cattedrale-di-notre-dame-vetrata-con-ultima-cena-o-cena-in-casa-di-simone/.

Il Catalogo dei Beni culturali nella scheda riporta: «Nonostante il restauro (del 1988) il dipinto risulta poco leggibile in quanto a qualità formale, pur tuttavia gli schemi compositivo ed iconografico, la staticità delle figure, collocano il dipinto tra la fine del ‘300 e l’inizio del ‘400 nell’ambito di quelle influenze fiorentine derivanti da Giovanni da Milano e Giusto de’ Menbuoi (si confrontino le mense imbandite dell’affresco sulmonese e delle Nozze di Cana del Battistero di Padova)».

 

Link:
https://www.sulmonalive.it/museo-diocesano-di-arte-sacra-sulmona

https://catalogo.cultura.gov.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1300036928

Localizzazione: SULMONA(AQ). Museo diocesano di Arte Sacra, ex Convento di Santa Chiara
Autore: ignoto
Periodo artistico: XIV-XV secolo
Rilevatore: AC

SULMONA (AQ). Museo Civico, dipinto di Ultima Cena, XVIII secolo

Il Museo è sito nei locali del Complesso della Santissima Annunziata. Nelle prime 4 sale vi sono reperti archeologici di grande importanza e nella quarta si possono ammirare i resti di una ricca domus romana.
Le sale dalla 5 alla 10 ospitano la Pinacoteca, con opere che vanno dal XIII al XVIII secolo.

Tra queste anche un’Ultima Cena, olio su tela di 104 x 75 cm, non esposto, che presenta distacchi di colore.

Dalla scheda del Catalogo Beni Culturali: «Cristo è raffigurato al centro della composizione dietro la mensa e circondato dagli Apostoli, sei sul lato sinistro e cinque sul destro. Sopra il capo di Gesù arde la fiamma dello Spirito Santo.
In primo piano un personaggio maschile a torso nudo, accovacciato e un’anfora. Sullo sfondo un cherubino e un angelo recano cibo per la Cena.»

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1300211334

Localizzazione: SULMONA (AQ). Museo Civico, Complesso SS. Annunziata
Autore: ignoto
Periodo artistico: XVIII secolo
Rilevatore: AC

ENNA. Chiesa di San Giuseppe, dipinto di Ultima Cena, XVII secolo

La chiesa, oggi Santuario, e l’annesso monastero benedettino furono fondati e arricchiti da Nicolò Colletorto nel corso del secolo XVI, divenendo ben presto il complesso monastico più grande e prestigioso della città di Enna. Inizialmente intitolata a San Benedetto, nel Novecento cambiò intitolazione.
La facciata fu realizzata nel 1671, tipicamente seicentesca, culmina in una cella campanaria. Si acceda da una scalinata in pietra lavica racchiusa da un’artistica cancellata in ferro battuto. L’interno si sviluppa a navata unica.

Custodita nei locali della sacrestia è una grande tela riproducente l’Ultima Cena. Il quadro proviene, come gli altri presenti nella sacrestia e nella chiesa, dal monastero delle Benedettine di cui la chiesa faceva parte. L’autore del dipinto non è noto, l’epoca si fa risalire tradizionalmente al XVII secolo.
La struttura è simmetrica, Cristo, tra due ali di Apostoli, è il centro focale dell’intera composizione; tra le sue braccia è San Giovanni Evangelista, col capo reclinato sul suo petto.
«Agli angoli superiori della tela due angeli sorreggono un drappo rosso, che si apre come un sipario sul proscenio dove è la lunga tavola apparecchiata. Il candido biancore della tovaglia è ravvivato dalle note di colore rosso e giallo dei fiori e dei pani disposti con studiato disordine. Nella parte bassa del dipinto, al centro e in asse col Cristo, è un grande bacile con dentro una brocca. Come due solide quinte poste alle estremità della tavola sono raffigurati due apostoli in positura speculare, l’uno volto di palle, l’altro di fronte, le teste di entrambi ritratte di profilo, rivolte interrogativamente al Cristo. Le forme dure, spigolose, si accordano ai gesti composti ma come bloccati degli apostoli, ritratti con segno incisivo. Si coglie la volontà da parte dell’anonimo pittore di rappresentare, attraverso le attitudini e i gesti variati, il moto psicologico che investe gli apostoli all’annuncio da parte del Cristo dell’imminente tradimento. … Elaborato nei modi del tardo manierismo ancora largamente diffusi in Sicilia nei primi decenni del Seicento, il dipinto rimanda ad esempi coevi della pittura spagnola.»

 

Immagini e parte del testo di Paolo Russo da:
http://www.ilcampanileenna.it/chiesa-di-san-giuseppe,-l-ultima-cena.html

Info sulla Chiesa:
https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/6580/Chiesa_di_San_Giuseppe_Enna

Localizzazione: ENNA. Chiesa di San Giuseppe, sacrestia
Autore: ignoto
Periodo artistico: XVII secolo
Rilevatore: AC

TERAMO. Chiesa di San Domenico, dipinto di Ultima Cena, XVIII secolo

La chiesa fu edificata a partire dal 1317 sino al 1407 in forme grandiose con annesso il complesso conventuale. Il complesso fu chiuso agli inizi dell’Ottocento a seguito dell’editto napoleonico, ma restituito ai Domenicani nel 1931, restaurata e riaperta al culto per volere dello storico teramano Francesco Savini, la cui tomba-mausoleo si trova nella navata di destra. Le pareti sono ricoperte da ricchi affreschi e recentemente sono stati riportati alla luce dipinti del 1400 che rappresentano alcune scene di vita di San Domenico.

 

Adiacente alla chiesa si trova la Cappella del Santissimo Rosario fatta erigere nel ‘700 dalla Confraternita del Rosario, ricca di con affreschi e stucchi.
Sopra l’altare un dipinto a olio su tela, incorniciato e sormontato da un baldacchino, rappresenta l’Ultima Cena con Gesù circondato dagli Apostoli

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1300182344

http://www.paesiteramani.it/Paesi/TeramoSDomenico.htm

Localizzazione: TERAMO. Chiesa di San Domenico, Cappella S. Rosario
Periodo artistico: XVIII secolo
Rilevatore: AC

ATESSA (CH). Localizzazione ignota, dipinto di Ultima Cena, XIX secolo

Il Catalogo dei Beni Culturali indica che ad Atessa – ma senza la collocazione precisa – vi è un dipinto raffigurante un’Ultima Cena.

Olio su tela tela di 220 x 235 cm Del XIX secolo, di autore ignoto di ambito abruzzese.
Sullo sfondo di un tempio, Gesù siede alla tavola imbandita, circondato dagli Apostoli ritratti in vari atteggiamenti.

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1300146090

Localizzazione: ATESSA (CH)
Periodo artistico: XIX
Rilevatore: AC

ATESSA (CH). Mostra permanente di Presepi e scene della Vita di Gesù, con Ultima Cena, 2007

In Piazza Oberdan, l’ex mercato coperto ospita un museo permanente di presepi, inaugurato il 12 Dicembre 2007.

Nelle sale espositive allestite dai volontari dell’associazione italiana “Amici del Presepio” sezione di Atessa, si alternano presepi con scene animate di antica vita quotidiana, e 23 scene della vita di Gesù e tra esse anche l’Ultima Cena con gli Apostoli (solo 11) seduti intorno a una tavola rettangolare tranne due che sono in piedi.

Vi sono anche scorci del centro storico di Atessa, monumenti e beni scomparsi durante la guerra riprodotti fedelmente in scala, alcuni anche in grandezza naturale, tutto ricostruito nei minimi dettagli.

Link:
https://www.presepiatessa.it/

Localizzazione: ATESSA (CH). Mostra permanente di Presepi e scene della Vita di Gesù
Periodo artistico: 2007
Rilevatore: AC

MONTE SAN PIETRANGELI (FM). Chiesa collegiata dei SS. Lorenzo e Biagio, Ultima Cena, dipinto e statue di L. Fontana, seconda metà XIX secolo

 

Nell’abside destra del transetto, l’altare reca una pala, olio su tela di 340 x 200 cm, opera di Luigi Fontana (1827 – 1908) pittore, scultore e architetto di Monte San Pietrangeli.
Raffigura l’Ultima Cena, con solo alcuni Apostoli intorno alla tavola; quelli in primo piano sono inginocchiati, quindi l’opera è più propriamente una “Comunione degli Apostoli”. Sullo sfondo un colonnato classico e in alto tre angeli.

 

 

 

Tredici le statue a tutto tondo di Gesù e degli Apostoli all’Ultima Cena furono realizzate dal Fontana intorno al 1861 e sono visibili solo durante la rappresentazione di questo evento sacro, in occasione della Settimana Santa.
Le figure, alte dai 65 ai 100 centimetri, hanno struttura e articolazioni di legno con avvolgimenti in canapa (alla maniera dei pupi napoletani) e panneggi di tela gessata e cartapesta; solo i volti e le mani sono di stucco policromo.

 

 

 

La Collegiata fu eretta in forme neoclassiche su progetto dell’architetto romano Giuseppe Valadier (1762 – 1839), e figura tra i più interessanti esempi del neoclassico marchigiano. Nel 1810, con la soppressione del Capitolo della collegiata di Monte San Pietrangeli da parte dei Francesi, i lavori, iniziati nel 1799, dovettero essere sospesi. Ripresi nel 1823, furono terminati nel 1859, però non rispettando completamente il progetto del Valadier per mancanza di fondi.
Nel 1858 il Capitolo collegiata affidò la decorazione interna dell’edificio a Luigi Fontana che completò i lavori nel 1868.

 

Link:
https://www.comune.montesanpietrangeli.fm.it/it/vivere/chiesa-collegiata

https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1100045783

Localizzazione: MONTE SAN PIETRANGELI (FM). Chiesa collegiata dei SS. Lorenzo e Biagio
Autore: Luigi Fontana
Periodo artistico: 1858-68
Rilevatore: AC