PAVIA. Musei Civici del Castello Visconteo, ceramica con Ultima Cena, 1530 circa

Formella di maiolica di 22,5 x 29 cm. Opera realizzata intorno al 1530 dal ceramista Nicola di Gabriele Sbraghe (1480 circa – 1540/47) più noto come Nicola da Urbino.
La formella proveniente dalla collezione di Luigi Malaspina di Sannazzaro e fu acquistata, presumibilmente sul mercato d’arte milanese, nel periodo tra il 1832 (la targa non compare nella prima stesura del catalogo delle collezioni, ma solo in un manoscritto autografo) ed il 1835 (anno della morte del Marchese).

Il rimando è all’omonimo affresco della tredicesima campata delle Logge Vaticane di Raffaello, VEDI SCHEDA , di cui ripropone l’esatta trasposizione. Se si esclude una visione diretta, Nicola potrebbe aver visto i disegni delle Logge di Giulio Romano che nel 1524 sostò a Urbino. La stessa scena si ritrova nella coppa del Museo danese di arte e design (fino al 2011 intitolato Kunstindustrimuseet) di Copenaghen, dalle tinte cangianti e forti, l’unico cambiamento rispetto alla placca pavese è costituito dall’accorgimento di due gradini in primo piano che servono a dare profondità prospettica alla scena.

La targa maiolicata, di forma rettangolare, a soggetto istoriato, è dipinta a tutta campo, con la raffigurazione dell’Ultima Cena. Il convivio è ambientato all’interno di uno spazio chiuso privo di connotazioni architettoniche, entro un, inedito per Nicola (celebre per l’abilità nella resa delle architetture) fondo scuro che trascolora nel giallo, quasi un’illuminazione fioca che si irradia dall’aureola di Cristo (mutuata dalle incisioni di Dürer). Su questo sfondo si stagliano i dodici Apostoli, i cui corpi sono celati dall’ampio e plastico panneggio degli abiti ‘alla romana’, connotati da un acceso cromatismo e seduti attorno al tavolo  (solo uno è in piedi rivolto verso il Signore), nel momento  in cui, seguendo la narrazione del Vangelo di Giovanni, Gesù annuncia che uno di loro sarà il traditore.  I commensali, dai volti espressivi e raffigurati in varie e dinamiche posture di profilo o di schiena, si distribuiscono vivacemente attorno all’ampio tavolo su cui poggia un raffinato bacile. Due panche sorrette da sostegni differenti, a forma di pilastrini quelli a sinistra e a voluta quelli di destra (identici in Raffaello), introducono allo spazio “vuoto” dove si svolge la cena, uno spazio reso profondo dal sapiente uso del colore. Il pavimento uniforme, a monocromo, sul quale sono accennate le ombre delle figure, contribuisce a creare un’atmosfera quasi irreale e di calma drammaticità. La formella è compresa entro un bordo nero.

Ciò che affascina maggiormente nell’Ultima Cena è l’abile scelta degli accostamenti cromatici, le tinte accese e cangianti, l’alternarsi e richiamarsi di colori freddi e colori caldi. Confrontando la gamma cromatica della targa pavese con i colori di alcune opere certe del maestro, si avverte una variazione di tonalità, tipica dell’ultimo periodo di attività dell’artista. All’inizio della sua produzione, intorno al 1520, le tinte sono più chiare e pure, mentre dal 1530 si fanno più cangianti e si arricchiscono di sfumature. Dalla tonalità blu pastello passa ad altri timbri cromatici fra cui risalta un verde cangiante, arricchito di sfumature con il giallo; per contro il giallo è chiaroscurato con il verde.

 

Parte del testo da:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/Lombardia/HistoricOrArtisticProperty/300659165

Immagine da:
https://it.paperblog.com/pavia-l-ultima-cena-di-nicola-da-urbino-a-unouno-a-tu-per-tu-con-l-opera-2807645/


Regione Lombardia
Localizzazione: PAVIA. Musei Civici del Castello Visconteo
Autore: Nicola di Gabriele Sbraghe, più noto come Nicola da Urbino
Periodo artistico: 1530 circa
Rilevatore: AC