VENEZIA. Chiesa di San Giorgio Maggiore, Ultima Cena di Jacopo Tintoretto.
Jacopo Robusti detto il Tintoretto, Ultima Cena, 1594, olio su tela, 365 x 568 cm. Venezia, Chiesa di San Giorgio Maggiore.
Nell’Ultima Cena, l’artista abbandona la tradizione e dipinge il tavolo in diagonale mentre i protagonisti non si trovano di fronte all’osservatore.
La stanza nella quale si svolge la scena sembra essere l’interno di un’osteria. Tintoretto dà una certa umanità al dipinto, la volontà del pittore era infatti quella di ambientare l’ultima cena nell’epoca in cui l’artista stesso viveva. A parte il pavimento decorato finemente il resto dell’arredo non ricorda le sontuosità di un palazzo nobiliare. Lungo un lato della lunga tavola sono distribuiti Cristo e gli apostoli. Intorno a loro si affrettano a servire i domestici mentre sul soffitto aleggiano figure di angeli.
Il modellato dei personaggi è realizzato con zone di colore uniforme molto contrastanti tra luce ed ombra. Infatti le luci non descrivono i volumi ma ritagliano le forme dal fondo scuro. Le figure poi assumono posture molto concitate quasi di carattere teatrale.
L’illuminazione della sala nella quale si svolge la cena è molto contrastata. L’atmosfera che emerge è drammatica e mistica grazie alle figure lumeggiate in chiaro che volteggiano contro il soffitto a cassettoni. Infatti le forme sono modellate con un deciso chiaroscuro. Solo alcune parti dei personaggi sono illuminate in modo diretto dalla lampada che brucia in alto. Dal soffitto poi si diffonde una luce mistica a partire dagli angeli che aleggiano. A queste due illuminazioni si aggiungono anche le aureole intorno al capo di Cristo e a quelli degli apostoli. I colori sono tendenzialmente freddi. Anche il giallo oro diffuso uniformemente ha intonazioni che tendono al verde.
L’interno della stanza è descritto geometricamente dalla decorazione del pavimento e dalla fuga prospettica del lungo tavolo. Anche i cassettoni del soffitto contribuiscono a creare una solida gabbia prospettica. Infatti le figure sono rigorosamente dimensionate in accordo con lo spazio interno.
La struttura compositiva del dipinto è molto diversa da quella tradizionale. Solitamente infatti la tavola è posta frontalmente, parallela al fronte del dipinto. Anche la figura di Gesù quindi non si trova al centro del dipinto e di fronte all’osservatore. Nelle interpretazioni tradizionali poi gli apostoli sono seduti ai lati o intorno al Messia.
Nell’inquadratura il tavolo è posizionato a sinistra del dipinto e obliquo rispetto al piano della composizione. Il punto di vista inoltre pone l’osservatore più in alto rispetto alla scena. Infine la composizione è fortemente asimmetrica. Un certo equilibrio nella masse delle figure si ottiene dalla raffigurazione delle grandi immagini degli inservienti a destra. Questi personaggi in piedi e impegnati nel servizio riescono a restituire una giusta densità formale nella metà di destra.
Quella che appare sulla tavola apparecchiata, in primo piano, sembra una torta con delle candeline, ma non si è riusciti a capirne il significato. In ogni caso questa stranezza era già presente in un’Ultima Cena datata 1574; opera di Pomponio Amalteo ed ora al Castello di Udine.
Fonte: www.analisidellopera.it
Vedi in allegato: Parrocchia di San Pio X in Cinisello Balsamo – MI – Omelia di don Danilo Dorini del 1 aprile 2010 – Messa in Coena Domini: Tintoretto, Ultima_Cena
Autore: Tintoretto
Periodo artistico: 1594
Data ultima verifica: 29/12/2020
Rilevatore: Feliciano Della Mora