SPAGNA – VALENCIA. Museo delle Belle Arti, Ultima Cena di J. Ribalta, 1620

Olio su tela incollata su tavola di 116,4 x 86,3 cm; numero inventario 480.
Dipinto nel 1620 da Juan Ribalta (Madrid, 1596 ca. – Valencia, 1628), figlio del  più famoso pittore Francisco.

Questo dipinto, entrato nel Museo de Bellas Artes de València per donazione di Francisco Carbonell intorno al 1900, doveva far parte del tabernacolo di una pala d’altare, a giudicare dalla superficie dorata sul retro della tavola.
La Cena presenta Cristo e gli Apostoli disposti intorno a una tavola con al centro il Santo Calice della Cattedrale di Valencia, vedi nota 1, su uno sfondo scenografico in penombra, in cui si distinguono le sculture di Mosè e del re David, collocate in nicchie che formano un’esedra. Notevole in quest’opera di Joan Ribalta è la caratterizzazione degli Apostoli, dal forte sapore naturalistico, e la studiata gestualità delle figure che presentano espressioni e sguardi di grande intensità. Cristo, con un braccio alzato mostra un’ostia e indica con un dito della mano sinistra il Santo Calice.

 

Immagini e notizie da:
https://museobellasartesvalencia-gva-es.translate.goog/en/pintura/-/asset_publisher/KFeOnCE1wa8i/content/santa-cena?_x_tr_sl=es&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=nui,sc

https://reliquiosamente.com/2013/07/22/il-santo-calice-di-valencia/

 


Regione Estero
Localizzazione: SPAGNA – VALENCIA. Museo delle Belle Arti
Autore: J. Ribalta
Periodo artistico: 1620
Note storiche: 1 Questa reliquia, secondo secondo quanto racconta il testo aragonese del 1399, è considerata la coppa dell'Istituzione dell'Eucaristia: il Calice fu portato a Roma da Pietro e lì rimase sino al periodo della persecuzione dell'imperatore Valeriano; papa Sisto II lo consegnó al diacono Lorenzo per metterlo in salvo e lui lo inviò a Huesca, in Spagna, suo luogo di origine; nel 711 il vescovo Aciscio, fuggendo all'invasione mussulmana, si rifugiò, portandolo con sé, sui Pirenei dove il Calice fu conservato, in un primo tempo nella Cattedrale di San Pietro di Jaca, poi nel monastero di San Giovanni della Pegna. A partire da qui inizia la storia documentata del Calice, parte dell'atto di donazione al monarca Martino l'Umano (1396-1410) che la incluse nella sua collezione; la reliquia fu sistemata prima nella cappella del palazzo della Aljaferia di Saragozza e poi nel palazzo Reale di Barcellona. Nel 1399 fu infine depositato nella Cattedrale di Valencia da Giovanni II, re di Navarra e fratello di Alfonso V il magnanimo, come pegno di un prestito fatto dal vescovo Alfonso di Borgia, per finanziare le sue guerre italiane. Il calice è composto da tre parti di epoche diverse: la coppa superiore di agata cornalina; il piatto inferiore in pietra e la parte centrale in metallo e pietre preziose di fattura medievale; la coppa superiore è risalente a un periodo tra un secolo prima di Cristo e un secolo dopo Cristo, il materiale e la lavorazione sono compatibili con una tipica ‘coppa per la benedizione’ usata in Palestina per la celebrazione della Pasqua; nel British Museum a Londra ce ne sono alcune simili, della stessa epoca, usate per tal fine.
Rilevatore: AC