MONTESE (MO), frazione Monteforte. Oratorio/cappella di S. Antonino, con Ultima Cena
La cappella/oratorio apparteneva al castello, costruito probabilmente prima del XIII secolo anche se la prima citazione risale al 1222. Le sue mura vennero definitivamente distrutte nel 1535 dopo secoli di dispute e di saccheggi tra i vari signori locali. Dell’antico castello rimangono una porta di ingresso archiacuta attualmente conclusa da un campaniletto a vela, la cisterna, la cappella e parte delle mura di fortificazione.
La cappella risale verosimilmente al XII secolo; dai documenti si sa che esisteva alla fine del XIII. Fu Chiesa parrocchiale fino al 1572. Nel tempo fu ampliata e ristrutturata nel XIV secolo, poi è stata oggetto di vari interventi sia per conservarla che per adattarla ai nuovi gusti del tempo, ad esempio costruendo, nel 1659, un arco di trionfo.
È costituita da un piccolo presbiterio e da una navata coperta a capriate.
Gli affreschi, nella zona absidale, sono stati realizzati nel 1451, a opera di un ignoto pittore estense; poi scialbati probabilmente dopo la peste del 1630 o nel 1659, per giungere discretamente conservati fino al 1975, anno in cui sono stati recuperati. Purtroppo parte degli affreschi sono caduti (sicuramente due Evangelisti e un’altra scena) e i cocci sono stati coperti dal pavimento seicentesco in cotto.
Sulla parete di fondo è dipinta una graziosa Madonnina che regge Gesù Bambino (a sinistra della monofora); sant’Antonino martire cui l’oratorio è dedicato e santa Barbara protettrice delle fortezze (a destra).
Le immagini della parete sinistra sono andate perdute. Invece sulla parete destra, nel registro inferiore, è rappresentata un‘Ultima Cena. Più in alto, nel secondo registro, sono rappresentati due dei quattro Evangelisti, Luca e Marco (identificabili dal cartiglio che reggono) con sembianze umane ma alati, peculiarità insolita. In alto, un Pantocratore che regge un libro con scritto [EGO SUM LUX] MO(N)DI VIA VERITAS ET VITA, “Io sono la Luce del Mondo, Via, Verità e Vita”.
In tutto il ciclo sono presenti diverse diciture tra cui i nomi degli Apostoli, dei Santi e degli Evangelisti, ecc. La scritta più interessante è quella sotto sant’Antonino e santa Barbara. Essa è presente due volte, in una bozza incisa (che lascia intuire la scritta iunio oltre che 14LI che potrebbe indicare il Giugno del 1451) e nella scritta dedicatoria vera e propria che verosimilmente significa: “Donna Giovanna di Renno – piccolo paesino del Frignano in prossimità di Pavullo – fece fare [questo affresco] a rimedio dell’anima del signore Giovanni di Busana – altro piccolissimo centro sull’Appennino reggiano – plebano della pieve di Maserno, 14L[?]”.
La Cena presenta alcune particolarità. Dalle scritte coi nomi, compare a sinistra Mattia (che in realtà fu eletto dopo la morte di Giuda) ma non Giuda. Gli Apostoli sono schierati dietro un tavolo rettangolare al cui capo destro è Cristo, purtroppo in questa zona l’affresco è poco leggibile.
Gesù sta dando il boccone, non a Giuda come scritto nel Vangelo di Giovanni 13.27, ma a Giovanni, ed è un unicum iconografico.
Immagini per cortesia del dr. Umberto Ballestrazzi, che ringraziamo.
https://www.visitamontese.com/interesse-storico
Autore: ignoto
Periodo artistico: 1451
Rilevatore: AC