FIRENZE. Monastero di Santa Marta a Montughi, Ultima Cena di F. Mati, 1600-20
Originariamente convento femminile appartenente all’Ordine degli Umiliati, poi all’Ordine Camaldolese posto in località Montughi, nella diocesi di Firenze. Fondato nel 1350 grazie ad un lascito del mercante fiorentino Lottieri Davanzati, appartenne inizialmente all’ordine degli Umiliati. Alle suore umiliate, nel 1571 anno della soppressione di questo ordine, subentrarono le monache camaldolesi fino a quando il monastero, nel 1808, fu soppresso dal Governo francese. Il monastero fu ricostituito con la Restaurazione nel 1815, ma venne nuovamente soppresso dal governo italiano nel 1866 per essere in epoca successiva ancora una volta ricostituito.
Nel monastero si trova un’Ultima Cena del pittore poco noto Francesco Mati, detto Cecchino del Legnaiolo (Firenze, 1561 – Firenze, 1623), firmato a pennello sul panchetto sul quale siede l’Apostolo a sinistra: “FRAN.CO/ MATI”.
Realizzato ad olio su tela di 500 x 210 cm, mostra uno sfondo scuro e gli Apostoli disposti quasi in cerchio, sebbene Giuda sia ancora separato dagli altri. Ai lati si vedono due servitori e in basso un gatto.
Somigliante per alcuni aspetti al cenacolo di Monticelli dello Stradano, vedi scheda, mostra in nuce alcuni elementi che saranno sviluppati dagli altri pittori del primo Seicento, in particolare Matteo Rosselli.
“Di questo pittore, trascurato dal Baldinucci e dalle altre fonti si sono occupati, anche se in modo molto sommario, il Colnaghi, che rende note molte notizie d’archivio che lo riguardano (D. E. Colnaghi, A dictionary of Florentine Painters, London 1928), il Dal Poggetto (P. Dal Poggetto, Arte in Valdelsa, Certaldo 1963, p. 101 n. 92, fig. LXXIV), il Dizionario Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani (Torino, 1972-76, ad vocem, vol. VII, 1975, pp. 277-78), lo Chappel, che propone nuove attribuzioni (M. Chappel, Le bellezze di Artimino, in “Prospettiva”, 25, 1981, pp. 59-64) ed infine il Cantelli (Repertorio della pittura fiorentina del Seicento, Fiesole, 1983, pp. 110). Da questi studiosi veniamo a sapere che il Mati, immatricolatosi nel 1583 all’Accademia del Disegno, esordì con Alessandro Allori negli affreschi del salone di Leone X a Poggio a Caiano (1579-82) e nella decorazione dei soffitti del primo corridoio degli Uffizi (1581). Nel 1588 firma e data la Madonna del Rosario della Pieve di Romena, mentre intorno alla metà degli anni ’90 esegue una tavola con sant’Agostino che distribuisce ai poveri il tesoro della chiesa per la chiesa di Santa Margherita de’ Ricci (cfr. scheda n. 09/0018893 di L. Botteri), dove permangono ancora molti elementi che ci denunciano la sua formazione alloriana e la sua adesione alla cultura controriformata fiorentina sulla scia di Santi di Tito. Datata dai documenti al 1602-1603 è una tavola col Padre Eterno che invita l’Arcangelo Gabriele ad andare ad annunciare Maria della stessa chiesa (cfr. scheda n. 09/00188194) che nella maggiore libertà pittorica dimostra come il Mati si stesse orientando verso quella corrente della pittura fiorentina, più sensibile alle influenze venete (Ligozzi, Passignano). Questo indirizzo si andrà sempre più accentuando nelle opere che il pittore dipingerà nel secondo decennio del ‘600, nelle quali si aggiungerà una forte componente curradesca (cfr. Annunciazione di Tignano del 1619 e l’Allegoria del Giudizio finale) di San Salvatore a Fucecchio firmata e datata 1621).
L’Ultima Cena di Santa Marta va probabilmente collocata in una fase centrale dell’attività del Mati, in cui il pittore ha superato il momento strettamente alloriano e titesco del sant’Agostino, ma non è ancora giunto al pittoricismo delle ultime opere. La libertà con cui è steso il colore e l’attenzione a modulare la luce e le ombre fa pensare che la tela possa essere datata poco dopo il Padre Eterno e l’Arcangelo Gabriele di Santa Margherita de’ Ricci e cioè fra il primo decennio del ‘600 e i primi anni del secondo.”
Link e parte del testo da:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900194104
Info sul Monastero:
https://it.wikipedia.org/wiki/Monastero_di_Santa_Marta
Autore: Francesco Mati
Periodo artistico: 1600-1620
Rilevatore: AC