NAVELLI (AQ). Tela con Ultima Cena, XIX secolo

Olio su tela di 260 x 180 cm, di autore ignoto del XIX secolo.
Raffigura un’Ultima Cena con gli Apostoli intorno a un tavolo rettangolare al cui centro è Cristo. Sullo sfondo, in alto a destra, un ampio tendaggio.

Il Catalogo dei Beni Culturali scheda l’opera, alcuni anni prima del sisma del 2009, indicando la localizzazione nel comune di Navelli, ma senza specificare in quale chiesa.

 

Chi avesse notizie è pregato di scrivere alla mail: info@afom.it. Grazie

 

 

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1300182036

Localizzazione: NAVELLI (AQ).
Autore: ignoto
Periodo artistico: XIX secolo
Rilevatore: AC

VENARIA REALE (To). All’ombra di Leonardo. Arazzi e cerimonie alla corte dei papi.

Dal 21 marzo al 18 giugno 2023, Sale delle Arti
La mostra è incentrata su due straordinarie opere conservate ai Musei Vaticani: l’arazzo leonardesco dell’Ultima cena (alla cui realizzazione non fu forse estraneo lo stesso Leonardo nei suoi anni francesi – vedi scheda) ed il baldacchino di Clemente VII, disegnato dai principali allievi e collaboratori di Raffaello
Dal Cinquecento per quattro secoli i due arazzi furono protagonisti d’alcune delle principali cerimonie sacre che si svolgevano presso la corte pontificia in occasione della Pasqua, in particolare la Coena Domini e la Lavanda dei piedi, celebrazioni riprese da tutte le corti cattoliche, inclusa quella sabauda. Una storia affascinante ambientata nel palazzo vaticano, nella basilica di San Pietro e nelle corti europee che giunge fino ai nostri giorni.
L’esposizione è realizzata con l’importante partecipazione dei Musei Vaticani. Essa si avvale inoltre del prezioso aiuto del Palazzo del Quirinale, dei Musei Reali di Torino e del Museo di Roma, a cura di Alessandra Rodolfo ed Andrea Merlotti

Info:
Venaria Reale, Sale delle Arti, II piano, da Martedì, 21 Marzo 2023 a Domenica, 18 Giugno 2023
tel. +39 011 4992333

Note storiche: Vedi scheda
Illustrazione opera: vedi scheda
Fruibilità: mostra
Data ultima verifica: 10/03/2023
Rilevatore: Feliciano Della Mora

ULTIMA CENA in DAD

Gesù che è in collegamento a distanza con i dodici apostoli, durante la pandemia.

Data ultima verifica: 04/04/2021
Rilevatore: Feliciano Della Mora

Gli usi della tavola nel Rinascimento: il riferimento dell’Ultima Cena, a cura di Gloria Salazar.

Di antica famiglia sardo-spagnola per parte di padre e di antica famiglia modenese per parte di madre, Gloria Salazar è attenta e meticolosa studiosa di storia e di tradizioni.
Diplomata archivista e restauratore di dipinti, ha collaborato con i Musei Vaticani e con la Biblioteca Apostolica Vaticana
Iniziativa di VIVANT, nell’ambito delle “Chiacchierate di Vivant”, in collaborazione con UNI.VO.C.A. ed il progetto “Agorà del Sapere”.

Video:
https://www.youtube.com/watch?v=a5Nkbs-Vo8k

MILANO. Museo del Cenacolo Vinciano.

Le immagini che illustrano i lavori ora in corso al Cenacolo Vinciano, e in particolare le indagini diagnostiche con tecnica a luce radente sui due dipinti presenti nell’ambiente. Il grande fascino dell’Ultima Cena di Leonardo, la Crocifissione di Donato Montorfano, gli ambienti del Chiostro dei Morti e tutto il complesso di Santa Maria delle Grazie vivono grazie al video condiviso sul canale YouTube del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo all’indirizzo

https://www.youtube.com/watch?v=xq-gf2w48g0

Il primo a essere interessato è l’affresco raffigurante la Crocifissione di Donato Montorfano conclusa nel 1495, probabilmente quando Leonardo da Vinci cominciava a intraprendere la sua opera.
Poi sarà il turno dell’Ultima Cena, dipinto realizzato con colori a tempera, a olio e lacche per restituire pienamente il lustro, ossia la differente reazione delle diverse superfici alla luce. Spazio è anche dedicato al Chiostro dei Morti, ricostruito dopo la totale distruzione avvenuta nella Seconda Guerra Mondiale, un luogo un tempo vestito di colori grazie al ciclo di dipinti oggi purtroppo perduti.

Data ultima verifica: 24/05/2020
Rilevatore: Feliciano Della Mora

Ultima Cena, in solitudine.

Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Refettorio di Santa Maria delle Grazie, Milano.

Si prospetta una Pasqua in solitudine per i protagonisti dell’Ultima cena di Leonardo da Vinci. Come avranno reagito alla notizia?

GIOVANNI: Pietro, mi toglieresti per cortesia quella mano dalla gola, una volta per tutte?
PIETRO: Me lo chiedi almeno una volta al giorno: lo sai benissimo che non posso. È maestro da Vinci che ci ha dipinti così.
GIOVANNI: Sì, sì, me lo tiri sempre in ballo, maestro da Vinci. Intanto le tue unghie tagliate male mi irritano il pomo d’Adamo da cinquecento anni e passa!
MATTEO: Giovanni, non ti lamentare. In questo refettorio sono io quello che ha la posizione più scomoda: la testa da una parte e le braccia dall’altra. Ho un mal di collo che non ti immagini…
SIMONE: Che poi, se posso dirlo, Leonardo è stato anche crudele: tutto questo ben di Dio sulla tavola, e nessuno che addenti nemmeno un tozzo di pane. Io avrei anche fame.
TOMMASO: Ma a chi mai verrebbe in mente di masticare in un momento drammatico come questo? Cioè, nostro Signore Gesù Cristo rivela che sarà tradito e tu vorresti continuare a mangiare?
GIUDA: Adesso non ditemi che è colpa mia, se qui nessuno mangia niente! E comunque, con tutta l’umidità che c’è nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, le pietanze hanno fatto più volte la muffa. E anche noi.
GIUDA TADDEO: Certo, magari se fossimo stati un affresco normale, avremmo avuto meno problemi. Ma da Vinci era fatto così: doveva sperimentare e trovare maniere originali per assecondare la sua immane lentezza nel dipingere.
ANDREA: Non era lento, era un genio. E i geni, si sa, sono un po’ sregolati.
BARTOLOMEO: Ma perché lo difendi sempre, ogni volta che parliamo di lui?
ANDREA: Perché a me stava simpatico. E poi vorrà pur dire qualcosa, se vengono dall’altro capo del mondo per vederci!
GIACOMO MAGGIORE: Già, è vero… di solito questo salone è molto più affollato. Sono giorni che non si vede nessuno. Ma dove sono tutti?
GESU’: Possibile che vi rendiate conto solo ora che siamo soli?
GIUDA: Avevo notato un’atmosfera strana, ma non ho detto nulla perché poi mi danno dell’allarmista. Lo sai che ce l’hanno sempre con me, Signore…
GIOVANNI: Ma chissà perché ce l’abbiamo sempre con te, Giuda, eh? Chi lo sa, perché?
GESU’: Eddai, finitela di battibeccare. Mi fate venire mal di testa! Quest’anno non ci saranno turisti per Pasqua! Ma non li ascoltate proprio mai i custodi, eh?

GESU’: Santo me. Tutto vi devo spiegare, come al solito. C’è una malattia che affligge ormai tutti i paesi del mondo. L’hanno chiamata ‘Covid-19’. È una specie di pestilenza molto contagiosa e, per evitare i contagi, le persone sono costrette a restare a casa. A parte i luoghi dove si compra il cibo, hanno chiuso praticamente tutto. Quindi anche il nostro Cenacolo. È più chiaro, adesso, perché non avremo ospiti a Pasqua?
PIETRO: Una pestilenza? Ma è terribile!
GESU’: Oh, in effetti sì, lo è. E pensa che gli esseri umani hanno fatto tutto da soli. Evito dettagli disgustosi, visto che siamo a tavola. Dirò solo che c’entrano un mercato, animali selvatici e pessime condizioni igieniche.
GIOVANNI: Come quelle delle unghie di Pietro?
PIETRO: Giovanni!
GESU’: Non volete proprio smetterla, eh? Comunque, penso che si possa ancora rimediare. Sospetto che papà abbia un piano.
GIOVANNI: Vuoi dire, Signore, che è finalmente arrivata l’Apocalisse?
GESU’: Assolutamente no Giovanni! Che vai a pensare? Se conosco bene mio padre, penso tutt’altro. Vedi, ha il mio stesso difetto: dare sempre una seconda chance agli umani.
GIOVANNI: Non capisco…
GESU’: Vedi, mio caro Giovanni, questa malattia sta uccidendo molte persone, ed è di certo una cosa terribile e devastante per chi perde i propri cari. Però il fatto che le persone non possano uscire se non per fare la spesa, potrebbe non essere così terribile. Non possono godere delle giornate di sole e della primavera; non possono incontrare i propri affetti; e nemmeno toccarsi, abbracciarsi, baciarsi.
GIOVANNI: E questo è un bene perché…
GESU’: Per la nostalgia, Giovanni! Forse, alla fine di questa emergenza, le persone avranno così tanta nostalgia di cose come le magnolie in fiore e gli abbracci, che finalmente vedranno le loro miserie da un’altra angolazione. Ma sospetto ci sia di più.
PIETRO: Signore? Cosa può essere più importante di dare un senso alle piccole cose della vita?
GESU’: Oh, be’, vedi Pietro, questa malattia è così contagiosa e pericolosa, che ‘rischia’ persino di fermare tutte le guerre sull’intera superficie del pianeta!
PIETRO: Intendi che potrebbe portare… la pace nel mondo? Ma Signore! Non capitava da…
GESU’: Esatto. Non capitava da mai. E poi, l’aria è un po’ più respirabile, le acque un po’ più pulite… Insomma, diciamolo: a una Terra in piena agonia, non fa male. Chissà se le persone si stanno rendendo conto del male che hanno fatto all’ambiente! Capisci perché sospetto che ci sia lo zampino di papà?
PIETRO: Ma è brillante!
GESU’: È nello stile di papà. Ha una sua logica… Sempre che alla fine dell’emergenza le persone dimostrino di aver imparato qualcosa, eh…
TOMMASO: Gli esseri umani che imparano qualcosa? Non ci credo troppo. E comunque, noi nel frattempo che facciamo senza turisti?
GESU’: Ma niente, Tommaso, per una volta possiamo prepararci in modo decente alle festività. Che ne dite se meditiamo in silenzio sui nostri peccati fino a Pasqua, e il primo che parla lo caccio all’Inferno?

Autore: Chiara Boracchi

Fonte: www.archeostorie.it, 6 apr 2020

MiBACT, la cultura non si ferma: il Cenacolo vinciano per #IORESTOACASA

On line sul canale YouTube del MiBACT un video sulle indagini diagnostiche in corso sui due dipinti del refettorio di Santa Maria delle Grazie.
Il grande fascino dell’Ultima Cena di Leonardo, la Crocefissione di Donato Montorfano, gli ambienti del Chiostro dei Morti e tutto il complesso di Santa Maria delle Grazie vivono nel video pubblicato sul canale YouTube del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=xq-gf2w48g0
Pubblicate con l’hashtag #iorestoacasa, le immagini illustrano i lavori ora in corso al Cenacolo Vinciano, e in particolare le indagini diagnostiche con tecnica a luce radente sui due dipinti presenti nell’ambiente. Il primo a essere interessato è l’affresco raffigurante la crocefissione, opera di Donato Montorfano conclusa nel 1495, probabilmente quando Leonardo da Vinci cominciava a intraprendere la sua opera. Poi sarà il turno dell’Ultima Cena, dipinto realizzato con colori a tempera, a olio e lacche per restituire pienamente il lustro, ossia la differente reazione delle diverse superfici alla luce. Spazio è anche dedicato al Chiostro dei Morti, ricostruito dopo la totale distruzione avvenuta nella Seconda Guerra Mondiale, un luogo un tempo vestito di colori grazie al ciclo di dipinti oggi perduti a opera dei maggiori artisti della Milano sforzesca.
In questo periodo in cui musei, parchi archeologici, biblioteche, archivi, teatri, cinema sono chiusi a casa dell’emergenza coronavirus, il Mibact, attraverso un impegno corale di tutti i propri istituti, mostra così non solo ciò che è abitualmente accessibile al pubblico, ma anche il dietro le quinte dei beni culturali con le numerose professionalità che si occupano di conservazione, tutela, valorizzazione. Attraverso il sito e i propri profili social facebook, instagram e twitter il Ministero rilancia le numerose iniziative digitali in atto.

Info:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – MiBACT
Ufficio Stampa e Comunicazione
Via del Collegio Romano, 27 – 00186 ROMA
Tel +39 06 6723.2261 .2262, 22 mar 2020

Presentazione dei lavori in corso: vedi >>>>>>

SARACENA (Cs). L’Ultima Cena calabrese sempre in attesa di un intervento.

Un anno fa, il nostro team insieme all’Associazione Culturale Mystica Calabria, riscoprivamo l’Ultima Cena situata nel convento dei cappuccini a Saracena.
Tutti si sono interessati a questo dipinto murario con la notizia che ha fatto il giro prima d’Italia, su tutte le televisioni e testate giornalistiche nazionali, per poi fare il giro d’Europa e arrivare addirittura oltre oceano.
Da quel giorno però nulla è cambiato, anzi ancor di più questo bellissimo avvenimento ha evidenziato i difetti ed i problemi che attanagliano la nostra amata terra.
Nessuno si è più interessato al sito, specialmente i proprietari, i frati cappuccini, che hanno fatto di tutto per far tornare nel dimenticatoio il luogo da loro abbandonato ormai da più di un secolo; la Soprintendenza che non è interessata al luogo perchè, secondo loro, di “poco valore”, ma la verità è che non ci sarebbe guadagno ristrutturandola; gli abitanti del luogo che non hanno colto l’occasione di valorizzare il proprio territorio in quel periodo dove il nome di Saracena era sulla bocca di tutti, non capendo che una volta passa il treno.
Si erano mosse anche le istituzioni, ma senza soldi e senza la volontà di chi gravita intorno a quel bene “non se ne cantano messe”.
Un’altra problematica evidenziata è che qui in Calabria se un qualcosa non viene fatta dal professorone di turno o da un gruppo o associazione politizzata non viene considerata e anzi alcune volte addirittura denigrata tanto da dare fastidio come è successo per questa riscoperta. Forse una delle poche notizie positive in Calabria nel 2019 che hanno fatto il giro del mondo esportando la nostra bellezza non è stata presa in considerazione da nessuno qui sul nostro territorio. Per la nostra terra una sconfitta.
Noi vorremmo vedere sempre l’orgoglio dei calabresi di quei giorni sui social facendo capire ad ognuno di loro che c’è un'”Ultima Cena” in ogni angolo della Calabria e che bisogna lottare per essa salvaguardandola e valorizzandola perchè patrimonio della memoria che ci ricorda quanto siamo importanti.

Autore:
Alfonso Morelli team Mistery Hunters

Articolo correlato: L’Ultima cena calabrese ritrovata in un convento abbandonato.

MILANO. Nuova illuminazione per il Cenacolo di Leonardo da Vinci.

L’Ultima cena ora si può vedere sotto una nuova luce, grazie a un impianto a led che permette di risparmiare energia, inquinare meno e che aiuta a migliorare le condizioni micro ambientali del cenacolo. L’opera di Leonardo è infatti estremamente delicata e per questo le visite sono contingentate con piccoli gruppi che si alternano nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. Per il periodo di Expo però le possibilità di vederlo saranno maggiori. Si sta chiudendo l’accordo con uno sponsor che permetterà di recuperare le risorse per tenere aperto anche alla sera (almeno fino alle 22) e il lunedì pomeriggio.
«Il Cenacolo ha dei criteri di conservazione e di delicatezza che impongono un numero molto controllato di visitatori. Ma questo – ha sottolineato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini – non impedisce di allungare le ore. So che sono già previste delle aperture straordinarie per Expo e penso che si debba lavorare, compatibilmente con i problemi che ci sono sempre nella pubblica amministrazione, di personale, perché questo resti. Il flusso di turisti a Milano comincerà con Expo e non finirà per molti anni».
L’evento rappresenta “una nuova pagina per la storia dell’arte, un grande apporto in vista dell’Expo, un nuovo modo per la città di avere visibilità internazionale”. Lo ha detto Sandrina Bandera, direttrice del Polo museale regionale della Lombardia.
“Con l’inaugurazione di oggi inizia ad emergere l’immagine di Milano per Expo – ha aggiunto -. Il Cenacolo è il fiore all’occhiello della città, il modo per porsi sul panorama internazionale, questa è la prima composizione importante di Leonardo. La nuova illuminazione fa vedere un Cenacolo nuovo. Dopo il restauro del 1999 l’opera ha smesso di essere cupa e Leonardo ha iniziato ad essere l’artista della luce. Le nuove luci favoriscono questa lettura”.
“È molto importante per Milano. Proprio alla vigilia di Expo, quando l’Italia potrà mostrare al mondo le proprie bellezze e il lavoro che stiamo facendo per conservare il patrimonio incredibile che abbiamo. E di cui dobbiamo andare orgogliosi”. Così il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini è intervenuto alla presentazione. Il ministro ha ricordato la battaglia legislativa per la tutela dei beni storici, “a cui ora si vuole affiancare quella per la loro valorizzazione. Le due cose non sono affatto in contrasto, anzi l’una aiuta l’altra”. Tornando al Cenacolo, “curioso” di vederlo con la nuova illuminazione, Franceschini lo ha definito “davvero simbolo e vetrina principale per i viaggiatori che arriveranno a Milano. Correranno a vederlo ma purtroppo solo chi è stato previdente potrà accedervi, questo darà all’opera ancora maggior valore”.
Il ministro ha infine apprezzato “le grandi mostre in arrivo, tra cui quella su Leonardo, e i molti prestiti sia nazionali sia internazionali. È importante, perché la città di Milano sarà la porta dell’Italia”.
La nuova illuminazione dell’opera, curata e realizzata da iGuzzini, ha sostituito quella vecchia a fluorescenza con dei proiettori Palco equipaggiati con LED CoB di ultima generazione – dotati di Flap direzionali per delimitare con precisione il fascio luminoso e lente Fresnel per allargalo – che consentono un’altissima Rea cromatica, il valore misurato con un indice che ‘restituisce’ la capacità di una sorgente luminosa di riprodurre fedelmente i colori degli oggetti. I proiettori utilizzati er illuminare l’Ultima Cena sono equipaggiati con LED CoB dotati di uno spettro continuo, buona presenza di radiazioni del blu e un’ampia esistenza di tonalità di luce calda. La temperatura colore è di 3400K. Il risultato è una Resa cromatica che per tutti i colori si avvicina al valore massimo di 100. Con i led, inoltre, migliora l’efficienza energetica e si riduce la potenza assorbita di più dell’80% contribuendo ad una migliore conservazione dell’opera.

Fonte: www.quotidianoarte.it, 3 apr 2015

ANCONA. Mostra dal titolo: Alla mensa del Signore. Capolavori dell’arte europea da Raffaello a Tiepolo.

Dal 3 settembre 2011 all’8 gennaio 2012, la Mole Vanvitelliana ospita la mostra «Alla mensa del Signore. Capolavori dell’arte europea da Raffaello a Tiepolo», curata da Giovanni Morello e Vittoria Garibaldi (catalogo Allemandi) e realizzata da Artifex nell’ambito del XXV Congresso eucaristico nazionale in collaborazione con la Regione Marche.
Il percorso riunisce dipinti, sculture e arazzi sul tema dell’Ultima Cena dal Cinque al Settecento e oltre: le due monumentali tele con «Le Nozze di Cana» di Padovanino e Nicola Maria Rossi «La carità», parte della predella della Deposizione Baglione di Raffaello (Musei Vaticani) un’«Ultima Cena» e altre scene di Luca Signorelli (Uffizi di Firenze) l’arazzo con l’«Istituzione dell’Eucaristia» di Rubens (Museo Diocesano di Ancona) la «Comunione di santa Lucia» di Tiepolo l’«Istituzione dell’Eucaristia» e la «Comunione degli apostoli» di Federico Barocci oltre a dipinti di Tiziano, Tintoretto e Simon Vouet. Eccezionale è la presenza del complesso scultoreo in legno dipinto realizzato da Andrea da Milano e Alberto da Lodi raffigurante Cristo e gli Apostoli (1528-32), proveniente dal Santuario della Beata Vergine dei miracoli di Saronno (nella foto).
La mostra si conclude con opere di artisti del XX secolo, da Georges Rouault ad Aligi Sassu.


Autore: Marta Paraventi,


Fonte: Il Giornale dell’Arte numero 312, settembre 2011


Immagine:
Complesso scultoreo in legno dipinto realizzato da Andrea da Milano e Alberto da Lodi raffigurante Cristo e gli Apostoli (1528-32), proveniente dal Santuario della Beata Vergine dei miracoli di Saronno.

Autore: Dal 3 settembre 2011 all’8 gennaio 2012