ALMENNO SAN SALVATORE (BG). Chiesa di San Giorgio in Lemine, con frammenti di Ultima Cena

Il toponimo “Almenno San Salvatore” deriva da “Lemine”, la cui etimologia è incerta.
La chiesa di San Giorgio costituisce un raro gioiello architettonico romanico i cui affreschi superstiti, di grande bellezza, sono una eccezionale testimonianza della pittura romanica bergamasca.
Si tratta di un edificio a struttura basilicale a tre navate, risalente all’XI-XII secolo; l’unica data certa è il 1171, in cui risulta, da documenti storici, che la chiesa esisteva. Si può ragionevolmente escludere una iniziativa popolare nella sua costruzione, poiché il comprensorio era sottoposto secondo un rapporto feudale all’episcopato di Bergamo, istituzione potente sia sotto l’aspetto politico-militare che economico.
La chiesa di San Giorgio visse il suo periodo migliore dalla seconda metà del XIV secolo alla prima metà del XV; seppure non avesse il rango di parrocchia o di canonica ma di chiesa sussidiaria della Pieve di Lemine, ne assunse, a partire dal Trecento, gradualmente le funzioni fino a sostituirsi ad essa.

Anticamente Almenno, allora detto Lemine, era diviso geograficamente e politicamente in due borghi, Superiore e Inferiore. Nel Quattrocento, durante le lotte tra Guelfi (fautori di Venezia) e Ghibellini (alleati dei Visconti), Lemine fu spettatrice di ruberie, devastazioni, uccisioni e attentati. Prevalsero alla fine i Guelfi, che avevano il loro centro a Lemine superiore, e scoppiarono ritorsioni nei confronti dei Ghibellini di Lemine inferiore che culminarono nella distruzione dell’abitato di questo borgo, ordinata il 13 agosto 1443 da Andrea Gritti podestà di Bergamo, e nella dispersione della sua comunità. Dopo questa data, mentre si sviluppava la parte settentrionale del paese, con la costruzione di nuove chiese, vennero a mancare il substrato umano e i sostenitori alla chiesa di San Giorgio che fu abbandonata all’incuria e all’oblio, come è testimoniato dalle relazioni delle diverse visite pastorali che vi si succedettero fino al XVII secolo.
Con la peste del 1630, la chiesa, in un certo senso, rinacque perché il morbo colpì duramente il territorio di Lemine, ora Almenno, causando la morte di quasi un terzo della popolazione, ai quali si dette sepoltura nel cimitero annesso a San Giorgio.
La chiesa attraversò l’Ottocento tra alterne vicende, momenti di cura e di abbandono si susseguirono in funzione della maggiore o minore attenzione dei prevosti incaricati, riducendosi tuttavia a quasi rudere agli inizi del XX secolo.
Solo a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso si riaccese l’interesse storico-artistico verso la chiesa di cui si iniziavano a riscoprire e rivalutare gli affreschi come uno dei più importanti esempi di quest’arte nell’area lombarda.

Gli affreschi risalgono a epoche diverse, nella maggior parte databili tra la fine del Trecento e i primi decenni del Quattrocento, e non ne è agevole l’attribuzione a singole personalità artistiche quali il Maestro del 1388, il Maestro della Vita di Cristo, il Maestro delle Nozze Mistiche, il Maestro della Deposizione, mentre è attendibile la presenza di botteghe artigiane, fortemente radicate nel territorio, che interpretavano e applicavano le richieste della committenza.
I più antichi dipinti, XII-XIII secolo, sono espressione di un linguaggio romanico con riflessi bizantineggianti, opere di artisti di area bergamasca, come alcuni Santi affrescati su dei pilastri, strappati per tutelarne la conservazione; mentre gli affreschi della parete di destra, del secolo successivo, hanno una maggiore compiutezza e suggeriscono quasi un’anticipazione di canoni rinascimentali evidenti nello scenografico trittico di San Giorgio e la Principessa, la Madonna e il Bambino e Sant’Alessandro attribuito al Maestro del 1388. Interessanti i due riquadri del Battesimo di Cristo e della Natività attribuiti anch’essi al Maestro del 1388. Di grande drammaticità la quattrocentesca Deposizione nel sepolcro di incerta attribuzione.

Un affresco frammentario, sulla parte della seconda campata della parete sinistra, può essere interpretato come un’Ultima Cena per la presenza di un lungo tavolo coperto da una tovaglia su cui sono piatti; purtroppo le figure sono scomparse e la parte inferiore fu coperta da un successivo dipinto di cui rimangono frammenti.

 

Link:
https://www.fondazionelemine.eu/le-chiese-del-romanico-degli-almenno/san-giorgio/

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Giorgio_in_Lemine


Regione Lombardia
Localizzazione: ALMENNO SAN SALVATORE (BG). Chiesa di San Giorgio in Lemine
Autore: ignoto
Periodo artistico: fine XIV circa
Rilevatore: AC