FIRENZE. Refettorio del monastero di Santa Maria Novella, Ultima Cena di Suor Plautilla Nelli.
Plautilla Nelli al secolo Polissena de’ Nelli (Firenze, 1524 – Firenze, 1588) è stata una religiosa e pittrice italiana. Pulissena Margherita nata nella famiglia fiorentina dei Nelli nell’anno 1524 venne battezzata il 29 gennaio 1525. Dopo la morte della madre e il secondo matrimonio del padre, Piero di Luca Nelli, mercante, entrò adolescente nel convento domenicano di Santa Caterina da Siena a Firenze dove prese i voti quattodicenne nel 1538 con il nome di Suor Plautilla.
Con questo nome fu molto conosciuta nell’ambiente pittorico dell’epoca. Vasari ci informa che Plautilla avrebbe imparato a dipingere autonomamente, attraverso l’imitazione di altre opere: sappiamo che possedeva dei disegni di Fra Bartolomeo e, probabilmente, anche stampe di opere che circolavano all’epoca. Non ebbe la possibilità di seguire i progressi della pittura perché viveva in convento, le rimase oscuro il passaggio dal rinascimento al manierismo, anche se ebbe la possibilità di conoscere le opere dei maestri che avevano lavorato per i domenicani. La cerchia chiamata “Scuola di San Marco” era frequentata da artisti del calibro di Mariotto Albertinelli, Lorenzo di Credi e Giovanni Antonio Sogliani, oltre lo stesso Fra Bartolomeo.
Viene considerata la prima pittrice fiorentina di cui si conservano opere. Di lei parla Vasari in termini abbastanza lusinghieri, notando nei suoi quadri la non conoscenza del corpo umano maschile e come i suoi santi appaiano molto femminei, così come i volti degli Apostoli dell’Ultima Cena, dipinta per il suo convento. Di questa sua difficoltà di riprodurre corpi maschili dice Vincenzo Fortunato Marchese:
«È tradizione che Suor Plautilla, volendo studiare il nudo per la figura del Cristo, si giovasse di quello di una monaca defunta, e le altre suore celiando fossero solite dire, che la Nelli in luogo di Cristi faceva Criste» (Vincenzo Fortunato Marchese, Memorie dei più insigni pittori, scultori e architetti domenicani, Firenze, 1845)
La maggior parte delle sue tele sono state dipinte per il convento di Santa Caterina, ma oggi risultano distrutte, o situate in altro loco. Fortunatamente alcune chiese domenicane hanno conservato alcune sue opere come le lunette con San Domenico e Santa Caterina per il Cenacolo di San Salvi, attribuitele soltanto di recente.
Possiamo attribuirle con certezza solo tre opere:
– Compianto sul Cristo morto, proveniente dalla chiesa del convento di Santa Caterina, oggi al Museo nazionale di San Marco a Firenze;
– Pentecoste, ancora nel luogo in cui era stata originariamente destinata: la chiesa di San Domenico a Perugia;
– Ultima Cena, proveniente dal refettorio del monastero di Santa Caterina, oggi nel refettorio del monastero di Santa Maria Novella a Firenze. Tela di 7 metri per 2 con personaggi dipinti a grandezza naturale.
A lei viene riferita l’immagine più nota di santa Caterina de’ Ricci, con un’iconografia a mezzo busto che venne poi ricalcata anche per altre sante monache toscane, come santa Maria Maddalena de’ Pazzi, o la stessa santa Caterina da Siena. Una caratteristica ricorrente nei suoi ritratti di santa Caterina è la presenza di una lacrima, segno della capacità femminile di entrare in empatia con la passione del Cristo.
Morì nel suo convento nel 1588.
Bibliografia:
– Giovanna Pierattini, Suor Plautilla Nelli pittrice domenicana, Firenze, 1938.
– Andrea Muzzi, Suor Plautilla Nelli, in L’età di Savonarola. Fra Bartolomeo e la scuola di San Marco, Firenze-Venezia, Marsilio, 1996. Catalogo della mostra a cura di S. Padovani con la collaborazione di M. Scudieri e G. Damiani.
– Fausta Navarro (a cura di), Orate pro pictora: nuove opere restaurate di Suor Plautilla Nelli, la prima donna pittrice di Firenze, Prato, B’Gruppo, 2009, SBN IT\ICCU\RT1\0003605.
– Andrea Muzzi, Nelli, Pulissena Margherita, in Dizionario Biografico degli Italiani, LXXVIII, Roma, 2013.
– Fausta Navarro (a cura di), Plautilla Nelli: arte e devozione sulle orme di Savonarola (art and devotion in Savonarolaʼs footsteps), Livorno, Sillabe, 2017, SBN IT\ICCU\RT1\0074304.
Fonte: https://it.wikipedia.org
Adotta l’Ultima Cena di Plautilla. L’unica al mondo dipinta da una donna – Firenze, campagna per la raccolta fondi: ogni apostolo ha un tutor.
La dolcezza e la giovinezza, l’atteggiamento di abbandono di chi conosce un destino già segnato, la forza della fede. Non poteva che essere la sensibilità di una donna a realizzare quel San Giovanni che un anno fa stregò Cay Fortune, membro del consiglio direttivo di AWA, associazione delle donne restauratrici fondata da Jane Fortune e diretta da Linda Falcone. Da allora è nato un circolo virtuoso tutto al femminile, grazie a cui la prima e unica “Ultima Cena” dipinta nella storia dell’arte da una donna, è in fase di restauro.
Si stratta dell’opera monumentale di Plautilla Nelli, definita “La Prima Ultima”, realizzata intorno al 1570 e custodita nel refettorio di Santa Maria Novella, invisibile al pubblico. Dopo oltre 450 anni il capolavoro di Plautilla è tornato alla ribalta grazie all’iniziativa dell’associazione di restauratrici impegnate nel recupero della ‘metà invisibile dell’arte’, ossia delle opere realizzate da artiste donne.
Oltre alla riscoperta del capolavoro di Plautilla, le restauratrici di Awa hanno dato il via ad una campagna speciale di crowdfunding per il restauro. L’idea è partita proprio con Cay Fortune, che ha deciso di sponsorizzare il suo San Giovanni con la campagna ‘Adotta un apostolo’, per cui la benefattrice ha donato ben 10.000 dollari. Ma con una condizione: Awa doveva invitare altri a raggiungerla in questo progetto, identificato con l’hashtag #TheFirstLast.
La prima fase di finanziamenti online è stata un grande successo, con 409 donatori di 19 Paesi del mondo che hanno contribuito con 66.810 dollari. Pochi italiani, purtroppo, hanno aderito alla donazione via web, mentre sono già tante le donne, soprattutto di origine anglosassone, che hanno sostenuto il progetto.
Oltre ai sostenitori istituzionali, tra cui il Comune di Firenze e la comunità religiosa dei Domenicani, tra i privati troviamo, sul sito di Awa, Donna Malin, che ha ‘adottato’ Gesù per 25mila euro, William Fortune e Joe Blakely, Alice Vogler, che ha adottato San Giacomo il Minore. Wayne McArdle e Margaret McKinnon, invece, hanno finanziato il restauro di San Giuda Taddeo, in onore di Beverly Mclachlin, presidente della Corte Suprema del Canada.
La campagna è ancora in corso (sul sito advancingwomenartists.org). L’idea è rendere visibile l’Ultima Cena di Plautilla nel grande museo di Santa Maria Novella entro il 2019.
Lungo ben 7 metri, è anche il più grande dipinto mai creato da una donna artista nella storia dell’arte moderna. Recentemente riconosciuto di proprietà del Comune di Firenze, l’opera è rimasta nascosta per ben 450 anni.
Plautilla educò e insegnò il mestiere ad altre pittrici donne nel suo convento-bottega e fu l’erede designata del lascito artistico di Fra Bartolomeo della Scuola di San Marco, che comprendeva oltre 500 disegni.
Autore: Titt Giuliani Foti
Fonte: www.lanazione.it, 13 dic 2017
FIRENZE. 500 anni fa nasceva Plautilla Nelli. Storia incredibile della prima pittrice del Rinascimento.
Nel panorama della storia dell’arte al femminile, Plautilla Nelli (Firenze, 1524 – 1588) occupa un posto speciale. Benché meno nota di altre sue colleghe che giunsero poco dopo, rimane la prima ad essere citata nelle Vite di Giorgio Vasari. In cima alla lista delle donne di cui il biografo elogia le opere, sottolineando l’importanza e la straordinarietà della sua carriera. Plautilla Nelli era infatti una suora che, nonostante la vita passata tra le mura di un convento femminile, riuscì a mettere su una fiorente bottega. E – cosa ancor più incredibile per l’epoca – ottenne commissioni da tutta l’alta borghesia fiorentina del Rinascimento.
Ripercorriamo qui la sua storia, che inizia a Firenze esattamente cinquecento anni fa, ossia nel 1524.
Per comprendere a pieno la storia del successo straordinario di Plautilla Nelli bisogna prima considerare il contesto attorno a lei. Siamo nella Firenze di inizio Cinquecento: una Firenze appena uscita da un periodo turbolento e travagliato. Dopo il 1492 – anno di morte di Lorenzo il Magnifico – la città cadde in preda allo scompiglio. Prima le prediche apocalittiche di Girolamo Savonarola, culminate nei roghi della vanità, in cui anche Botticelli bruciò alcune sue opere, e poi la calata dei Francesi e l’instaurazione della Repubblica.
Con l’inizio del nuovo Secolo, però, la situazione cominciò a cambiare rotta in positivo: di lì a poco sarebbero tornati i Medici in città, riportando dunque la Signoria.
Il nome originario di battesimo di Plautilla Nelli era Margherita, sebbene la storia dell’arte la conosca come suor Plautilla Nelli. La sua vita fuori dal convento fu infatti molto breve. Nata nel 1524, a soli tredici anni – morta la madre, ed a seguito del secondo matrimonio del padre – fu costretta ad entrare in convento. Nel 1437 si unì alle consorelle del Convento di Santa Caterina, allora affacciato su Via Larga (odierna Via Cavour), ed a due passi dal Monastero domenicano maschile. Proprio allora, il Convento si stava arricchendo di opere d’arte, commissionate ai pittori – in prevalenza frati e religiosi – attivi nei dintorni. Un’occasione d’oro per chi, come Plautilla, aveva bisogno di modelli da cui apprendere l’arte del dipingere.
Le scarse notizie sul suo conto ci impediscono di avere informazioni certe sul suo apprendistato. Tuttavia, alcune fonti raccontano che mosse i primi passi nella pittura imparando da un’altra suora del convento, Maria Cleofe di Lorenzo, che già si dava da fare col disegno. Il contributo maggiore venne però quasi certamente dall’osservazione attenta delle opere di loro proprietà, tra cui spiccano quelle di Fra’ Bartolomeo e Lorenzo di Credi. Due pittori piuttosto celebri, attivi nella Toscana del tempo, a cui il Convento aveva di recente richiesto alcuni dipinti.
Al di là della sua misteriosa formazione, quello che più stupisce di Plautilla Nelli è la capacità imprenditoriale che dimostrò nel mettere in piedi una vera bottega artistica all’interno del convento.
Partendo dalla convinzione di contribuire – grazie ai proventi dell’attività pittorica – all’autonomo sostentamento della struttura, la suora pittrice si diede da fare per intessere rapporti commerciali che andavano ben al di là delle mura stesse del convento. Laddove, di solito, le donne – soprattutto se religiose – riuscivano a destinare le loro opere solo ad una clientela molto vicina e ristretta, Plautilla Nelli ebbe l’ardire di rivolgersi all’aristocrazia della città. Ed i nobili fiorentini risposero positivamente davanti al talento di questa pittrice che non sfigurava affatto a fianco dei migliori maestri dell’epoca. Di più: furono in molti ad apprezzarne lo stile, ed a commissionarle opere con la convinzione che – in quanto dipinte da una suora – esse fossero permeate di un’aura sacra di spiritualità. L’ideale per adornare le loro ricche cappelle di famiglia.
È Giorgio Vasari il primo a riconoscere un carattere unico – per così dire – delle opere di Plautilla Nelli. Quello di non aver mai dipinto “Cristi”… ma “Criste”. E di aver sempre popolato le scene (anche distaccandosi dalle narrazioni evangeliche) di un cospicuo numero di figure femminili. È innegabile – guardando i volti tracciati dalla mano della pittrice – riconoscere sempre una certa dolcezza di lineamenti ed espressioni. Caratteri, questi, attribuibili alle donne, ed invece poco verosimili per gli uomini.
Se si osserva attentamente ad esempio L’ultima Cena, dipinto che realizzò per il refettorio del Monastero di Santa Maria Novella a Firenze, si noterà qualcosa di insolito. Pare di trovarsi davanti ad una tavolata popolata da soggetti femminili. Questo si spiega facilmente se si ripercorre la storia appena detta di Plautilla: quella di un’artista che visse e lavorò per tutta la vita circondata solo da suore. Gli unici modelli che ebbe davanti agli occhi quando fu chiamata a realizzare i dipinti erano dunque donne. Naturale che il suo pennello finisse per riprenderne i tratti anche per i soggetti maschili, e persino per i Cristi.
Le vicende biografiche di Plautilla Nelli sono sufficienti per intuire la straordinarietà di questa donna nel panorama artistico rinascimentale. Una donna che – malgrado le limitazioni imposte dalle mura del convento – riuscì a coltivare il suo talento pittorico ed a farsi conoscere per questo in tutta Firenze. E non solo: al posto di limitarsi ai comuni soggetti pittorici con cui si cimentavano di solito le poche pittrici – nature morte e ritratti di altre donne – ebbe il coraggio di affrontare temi molto complessi. A cominciare dal Cenacolo che realizzò per Santa Maria Novella: un soggetto estremamente ambizioso, se si considera il livello altissimo (che pochi altri allora osarono sfidare) raggiunto da Leonardo qualche anno prima. Tutt’altro che intimorita, Plautilla portò a termine la commissione, con un risultato meritevole. Risultato che – sommato a tutto il resto – le valse la menzione di Giorgio Vasari, e dunque un posto d’onore nella storia dell’arte al femminile.
Autore: Emma Sedini
Fonte: artribune.com 19 ago 2024
Autore: Plautilla Nelli
Periodo artistico: XVI sec.